Quando il cinema di famiglia diventa una risorsa storica
A Bologna esiste il più grande archivio italiano dedicato al cinema di famiglia. Home Movies è una fondazione che si occupa di salvaguardare il patrimonio cinematografico amatoriale per raccontare la storia del Novecento attraverso filmati d’epoca.
In un palazzo, nel centro storico di Bologna, ha sede Home Movies, una fondazione nata nel 2001 che custodisce la più grande documentazione audiovisiva inedita, privata e personale del Novecento. Nelle cantine della fondazione vengono archiviate bobine di pellicole 9,5 mm, 8mm, 16 mm, super 8 che raccontano uno spaccato di storia inedita. La fondazione è composta da storici, restauratori, tecnici in grado di elaborare, restaurare, archiviare e dare un senso a un patrimonio composto da circa 30.000 bobine di vecchie pellicole per un totale di oltre 7.000 ore di filmati che partono dal 1924 per arrivare agli inizi degli anni ’90.
Come nasce Home Movies
Mirco Santi è uno dei fondatori insieme all’attuale direttore della fondazione Paolo Simoni. “Nasciamo come associazione nel 2001. Ero uno studente del Dams appassionato di cinema di famiglia amatoriale. Nel tempo libero frequentavo i mercatini delle pulci alla ricerca di vecchi filmati”. Il Kodachrome era una pellicola brevettata nel 1935 che ha avuto una vita lunghissima se consideriamo la velocità con cui oggi la tecnologia si evolve. Grazie a questo supporto, che è stato utilizzato fino alla fine del 2006, oggi possiamo ripercorrere visivamente la storia del nostro secolo. Dopo un periodo di studio e lavoro in Francia, Mirco si rende conto che il film di famiglia era considerato un patrimonio da salvaguardare nei paesi nordici, ma non in Italia.
Inizia così, in un modo del tutto spontaneo e destrutturato, l’attività di Home Movies. “Non avevamo criteri particolari nella selezione del materiale. Spesso attraverso il passaparola qualcuno ci contattava dicendo che nella cantina aveva rinvenuto delle bobine degli anni ’30 con filmati che ritraevano, compleanni, battesimi, un matrimonio”. A quel punto Home Movies prende il materiale, lo trasferisce su supporto digitale leggibile ma soprattutto chiede al proprietario di poter custodire l’originale. “Questa fu una scelta importante perché avere il supporto originale consente di poter sempre accedere al documento in qualsiasi momento. Oggi non abbiamo questa fortuna. I nostri ricordi digitali non esistono fisicamente, sono custoditi su un cloud, non c’è niente di fisico”. La tecnologia nel corso del secolo scorso è cambiata, siamo passati dalle pellicole, ai supporti video e poi quelli digitali, ma disporre delle vecchie bobine ha consentito alla fondazione Home Movies, utilizzando un normale scanner, di recuperare il materiale originale e riversarlo sul supporto utilizzato in quel particolare periodo storico. Quanti di noi hanno trasferito delle vecchie VHS su dei DVD buttando gli originali? Oggi i DVD sono una tecnologia obsoleta e di difficile lettura. Ecco perché la fondazione bolognese è una delle pochissime realtà europee che ha fatto del proprio archivio, un patrimonio storico. “All’inizio il nostro obiettivo era valorizzare il patrimonio video amatoriale familiare recuperato nel nostro territorio, in Emilia-Romagna. Invece un giorno nel 2005 il Corriere della Sera ci dedicò la prima pagina e da quel momento fummo contattati da ogni parte d’Italia e non solo, da persone che volevano donarci il proprio materiale video di famiglia”.
Quando la fondazione riceve una vecchia pellicola, il primo lavoro riguarda la digitalizzazione trasferendo tutto su un hard disk, successivamente su un NAS e poi su LTO, un nastro che conserva grosse quantità di dati perché al momento niente viene archiviato su cloud. Parte fondamentale del lavoro, è riuscire a catalogare il materiale cercando di estrapolare più informazioni possibili dal video, anno, luogo, tipo di contenuto. In modo da poter essere ricercato facilmente. L’intelligenza artificiale al momento non è in grado di svolgere questo lavoro in modo efficace. “L’accesso al nostro archivio è spesso richiesto da studiosi, documentaristi, che magari hanno necessità di ricostruire quel determinato periodo storico e hanno bisogno di capire come era arredata una casa negli anni ’20, cosa veniva servito sulle tavole etc. Si possono trovare infiniti dettagli nei filmati amatoriali”.
Perché è importante salvaguardare il cinema di famiglia
Tutto il materiale audiovisivo generato nei primi decenni del ‘900, era realizzato dall’Istituto Luce il quale seguiva e documentava eventi su richiesta di un committente, quindi esiste la possibilità di documentarsi su video dell’epoca accedendo a quella specifica forma di narrazione filtrata. Il cinema di famiglia invece consente di osservare la realtà storica da un punto di vista differente, autogenerato e senza una specifica regia. “Oggi facciamo video e foto in continuazione, ma all’epoca le pellicole costavano molto, al massimo si riusciva a registrare pochi minuti” racconta Mirco. Uno dei primi video che la fondazione custodisce è un filmato del 1924. “Un chirurgo ebreo di Livorno che lavora in ospedale, quindi parliamo di una famiglia benestante, regala una cinepresa portatile al proprio figlio. Abbiamo così riprese di come il padre operava in ospedale ma soprattutto abbiamo dei fotogrammi di quando il Re insieme alla regina Margherita venne in visita all’Ospedale, una ripresa dal tetto dell’ospedale”. Un’angolazione particolare perché l’unica testimonianza di quel giorno, risale a un servizio girato dal basso dall’Istituto Luce. Come oggi i diari sono considerati fonte storica perché raccontano uno spaccato della realtà, allo stesso modo il cinema di famiglia aiuta a raccontare una parte di storia da un altro punto di vista.Per valorizzare e condividere tutto il patrimonio raccolto nel corso degli anni, Home Movies ha deciso di lanciare la rubrica Almanacco 100, una programmazione web quotidiana che vede, per tutti i giorni dell’anno, la pubblicazione di un film o un estratto d’archivio girato in quello stesso giorno nel corso del secolo. “L’altro giorno abbiamo pubblicato un video di pochi minuti girato il 16 febbraio del 1954 da un cittadino bolognese che era andato a filmare un vecchio ristorante che ancora esiste in centro a Bologna raccontando il lavoro degli addetti alla cucina”. Il prezioso lavoro di Home Movies consente a noi tutti di disporre di un’incredibile macchina del tempo che ci catapulta nel passato attraverso piccole finestre.