Quanti vecchi proverbi che conosci oggi non valgono più?
Non so se ci avete fatto caso anche voi ma molti dei proverbi che hanno caratterizzato la nostra infanzia di bambini nel Novecento, oggi, non solo sembrano non essere più validi, ma le regole che questi sottendevano e rappresentavano sono state letteralmente ribaltate. Mi piacerebbe affermare che quella che cercherò di formulare è una regola generale, ma non ne sono certo; quello che è certo, però, almeno in questi anni, è che sembra proprio che tra una rivoluzione e i proverbi ci sia una relazione che i matematici chiamerebbero di proporzionalità inversa, ovvero: tanti più proverbi cadono, tanto più la rivoluzione culturale è intensa.
“Chi va piano, va sano e va lontano”. Ecco il primo proverbio che sembra di colpo sgretolarsi. Riuscite a immaginare una cosa meno vera oggi? Quando la velocità e il dinamismo prodotte dalla globalizzazione, dai voli low coast, dai social media o da strumenti più recenti come il growth hacking marketing, i big data, le intelligenze artificiali portano ognuno di noi, non solo ad andare veloci, ma addirittura ad accelerare continuamente. Chi va piano non va né sano, né lontano, ma muore, non è più adatto. Possiamo lamentarci e malinconicamente guardare indietro, rimpiangendo quando quel proverbio aveva una qualche relazione con il reale, ma il paradigma del XXI Secolo non è la lentezza ma la velocità, anzi, l’accelerazione.
Ma andiamo avanti: “Il pesce grosso mangia il pesce piccolo”. Questo proverbio veniva spesso usato nel mondo del business per indicare che chi era più strutturato poteva facilmente infastidire i player più giovani e piccoli. Oggi, nell’epoca del “lean and agile approach”, delle start up, della veloce scalabilità del digitale, questa regola sembra ribaltata: tanto più un’azienda è mastodontica e appesantita dalla sua struttura, tanto più rischia di non saper leggere e reagire ai bruschi cambiamenti dei mercati, alla rivoluzione appunto. Oggi potremmo dire “Pesce veloce mangia pesce lento”. Ecco che torna ancora la velocità e nuovamente un proverbio “storico” crolla sotto i colpi di una profonda rivoluzione culturale fatta di tecnologie e nuove prassi sociali e antropologiche.
Facciamo un ultimo esempio. Quante volte i vostri nonni o i vostri genitori vi hanno detto saggiamente: “Non accettare i passaggi dagli sconosciuti”. Ecco un altro mito che cade, ecco un proverbio che non dice più la verità sulla nostra realtà, che non insegna più il vero. Pensate, infatti, al successo planetario di BlaBlaCar, in cui gli utenti per viaggiare accettano i passaggi di perfetti sconosciuti. Con il digitale e il web cambia il concetto di fiducia e quello che pensavamo fosse rischioso di colpo diventa sicuro e praticabile. Come i casi precedenti, non è un piccolo cambiamento o un aggiustamento, è un vero e proprio ribaltamento di prospettiva.
Lascio a voi proseguire il divertente esercizio di scoprire altri proverbi in crisi o facilmente ribaltabili, qui, prima di chiudere, segnalo come i proverbi hanno avuto (e avranno) il compito di trasferire delle semplici regole culturali che la tradizione e l’esperienza ha fatto emergere e poi ha cristallizzato.
Queste semplici frasi funzionano durante la normale evoluzione culturale della nostra specie e fungono da stabilizzatore sociale e culturale, ma durante una rivoluzione, come quella che stiamo vivendo (Digital Trasformation e Industry 4.0) entrano in crisi e crollano. Sono infatti le stesse regole alla base della società che cambiano drasticamente, e i proverbi, che hanno il compito di tramandarle in modo facile da memorizzare, crollano con esse, in modo ancora più fragoroso ed evidente. Per quanto questo metta in crisi i nostri capisaldi culturali e ci sradichi dalla nostra zona di comfort, il processo di rottura dei paradigmi culturali e la conseguente caduta di potere dei proverbi sono alla base della nostra unicità come specie animale, capace di cambiare come nessun altra.