Procrastinare è un’arte: manteniamo self-control e saremo più produttivi
“The scholar’s greatest weakness: calling procrastination research.”
La frase di Stephen King, presa da 22 novembre 1963, è il miglior modo per introdurre il concetto di auto-controllo. Le nostre decisioni economiche, infatti, sono spesso soggette a sbagli che derivano proprio dall’incapacità strutturale di considerare correttamente il tempo e il suo procedere.
Diciamo che il cervello commette molti errori e sottovaluta la dinamica degli eventi, non considerando correttamente il futuro.
Quando ci prendiamo un impegno o, in generale, dobbiamo fare un lavoro per una scadenza lontana, la nostra mente ragiona come se prevedesse il carico di lavoro secondo gli istogrammi del grafico seguente:
Tuttavia, alla prova dei fatti, la reale distribuzione dei nostri sforzi funziona più spesso come in figura 2:
Fondamentalmente, abbiamo una RAM molto limitata e una capacità di attenzione che lo è ancora di meno. La salienza di un’attività da svolgere, così, tende ad appannarsi a mano a mano che il tempo passa e, soprattutto, nuove incombenze entrano in gioco con scadenze altrettanto pressanti.
Utilizzando un termine più economico, tendiamo a scontare il futuro in modo sbagliato, dando molto peso a ciò che avviene subito ed è immediatamente disponibile, in termini di conseguenze pratiche, e molto meno a ciò che, invece, è avvolto nella nebbia del domani, tanto più indefinito quanto questo istante futuro è lontano.
La sistematica sottovalutazione dello scorrere del tempo, che in letteratura economica prende il nome di procrastination e che possiamo tradurre con indugio, è un problema molto rilevante e dalle conseguenze non banali. C’è un TED talk che merita di essere visto, di Tim Urban, fondatore di Wait but Why, molto interessante sul tema. In particolare, di sicuro impatto è questa matrice:
Si tratta di un calendario particolare perché indica, in settimane, la vita di un essere umano che arriva a 90 anni. Le nostre decisioni sono spesso rapide ma la complessità dell’ambiente e delle interazioni in cui viviamo trasforma in un’impresa eroica il compito di avere tutto sotto controllo: molte di queste scelte produrranno conseguenze a lungo termine e molti di questi effetti saranno, comunque, distribuiti lungo l’arco della nostra vita o finiranno con l’interagire con le conseguenze di altre decisioni.
Il problema della gestione delle scadenze è uno dei più spinosi nel mondo dell’innovazione digitale, soggetto a mille stimoli e bombardamenti di email e flussi di lavoro che si accumulano uno sull’altro. Le scienze comportamenti, dunque, sono uno strumento utilissimo a indicare e proporre soluzioni su misura. Nel mondo del business come sul mercato dei beni materiali.
Pensate a un esempio classico della vista quotidiana: la difficoltà di alzarsi presto al mattino. Molti di noi, pur puntando la sveglia, cedono alla tentazione irresistibile di usare la funzione snooze due/tre volte, per poi dover fare le cose in fretta e furia e, magari, non avere più il tempo proprio per l’esercizio fisico che si progettava di fare appena svegli.
Per questo, hanno un grande successo sul mercato prodotti che cercano di ovviare al problema: il caso di Clocky è abbastanza emblematico.
Clocky è una normalissima sveglia che, tuttavia, ha una particolarità: è dotata di ruote. Quando suona l’allarme, Clocky comincia a muoversi per la stanza seguendo traiettorie casuali e costringendo a inseguirla forsennatamente. Quando la si raggiunge, è molto probabile che l’umore non sia dei migliori (infatti, una prima versione in plastica è stata sostituita da una in peluche per evitare che venisse distrutta), ma si ottiene l’obiettivo agognato: svegliarsi.
In generale, il behavioral design è molto utile in tutti quei casi dove la procrastination può produrre i suoi malefici affetti, con piccoli interventi di architettura della scelta tesi a rendere salienti quegli eventi o quelle situazioni che, senza un pungolo, finirebbero nel dimenticatoio della nostra mente overloaded.
Sul versante della gestione del tempo in ufficio, molto efficace è un piccolo prodotto, la To do list Journal, intelligente nella sua concezione. Si tratta di un taccuino in cui una persona può inserire una data e la lista delle attività da svolgere.
Ogni riga presenta due check-box: in una si può mettere una spunta per eliminare l’attività svolta. Nell’altra si può invece indicare che quell’attività deve essere rimandata al giorno successivo.
Alimentare in questo modo il calendario ha lo scopo di mantenere focalizzata l’attenzione della persona sugli obiettivi a breve, incentivando il soggetto a compiere quelle attività che, altrimenti, finirebbero distanti sul calendario perché la loro scadenza non è ancora evidente ai nostri occhi.
Un piccolo accorgimento, dunque, in grado però di cambiare in modo significativo le vostre azioni.
E ora scusatemi ma tolgo la spunta sull’articolo di Centodieci che, in agenda, mi tenevo da tre settimane abbondanti.