Più sei curioso, più impari (e più diventi creativo)
“Colui che cerca con curiosità” – sosteneva l’incisore Maurits Escher – “scopre che questo, di per sé, è già una meraviglia”.
Le persone curiose osservano con attenzione, desiderano scoprire cose nuove, amano imparare e si divertono a creare collegamenti inusuali. In altre parole: essere curiosi è divertente e appassionante.
Ma essere curiosi ha anche qualche vantaggio cognitivo?
Diverse ricerche scientifiche hanno evidenziato che sviluppare la curiosità ha un effetto decisamente benefico sulla nostra mente: migliora il senso critico, stimola l’entusiasmo, favorisce l’apprendimento e il pensiero creativo.
Il prof. Todd Kashdan, docente di psicologia alla George Mason University, afferma che “Le persone curiose gestiscono meglio lo stress, sono più flessibili quando devono prendere delle decisioni e sono considerate da amici e conoscenti più intelligenti, meno ansiose e più precise nell’esprimere pensieri, sentimenti e idee”.
Interessante, non ti sembra?
Approfondiamo qualche beneficio della curiosità.
Essere curiosi aumenta la memoria
Una ricerca, svolta nel 2004 da Matthias Gruber e Bernard Gelman presso l’Università della California (“States of Curiosity Modulate Hippocampus-Dependent Learning via the Dopaminergic Circuit”), ha esplorato il rapporto tra curiosità e apprendimento.
Gruber e Gelman hanno chiesto ai partecipanti quanto fossero curiosi di conoscere le risposte ad una serie di domande, poi hanno analizzato (tramite Risonanza Magnetica Funzionale) che cosa accadeva nel loro cervello mentre ascoltavano le risposte.
Gli effetti della curiosità sulla memoria sono stati sorprendenti: i partecipanti molto curiosi avevano il 30% di probabilità in più di ricordare quell’informazione. Il loro cervello, inoltre, rilasciava la dopamina, come se la curiosità preparasse il cervello ad assorbire le nuove informazioni (rendendo la memoria più stabile).
C’è un altro aspetto interessante: un aumento “aggiuntivo” della memoria. I ricercatori si sono accorti, ripetendo l’esperimento più volte, che il rilascio di dopamina, dovuto alla curiosità iniziale, migliorava la memorizzazione anche di informazioni “collaterali”, non collegate alla domanda principale (accanto alle risposte venivano mostrate facce di persone a caso). I risultati hanno evidenziato che i partecipanti ricordavano, con maggiore precisione, i volti presentati insieme alle domande che avevano suscitato la curiosità.
“Queste interazioni tra il sistema di ricompensa e l’ippocampo” – ha affermato Charan Ranganath, uno dei ricercatori – “sembrano mettere il cervello in una condizione in cui ci sono maggiori probabilità di apprendere e conservare le informazioni, anche se queste non sono di particolare interesse“.
Questo aumento di “memoria aggiuntiva” potrebbe esserti molto utile quando devi apprendere qualcosa di complicato o che ti appassiona poco. Se riesci a stimolare una certa curiosità, almeno su alcuni argomenti, riuscirai a ricordare più facilmente anche il resto del materiale.
La curiosità stimola la creatività e il problem solving
Probabilmente conosci il proverbio inglese: “Curiosity killed the cat” (la curiosità ha ucciso il gatto) usato per mettere in guardia dai pericoli di indagini o sperimentazioni non necessarie. La ricerca “Curiosity made the cat more creative: Specific curiosity as a driver of creativity” ha dimostrato il contrario.
Svolta nel 2019 dal team del Boston College Carroll School of Management, questa ricerca ha esaminato la relazione causale tra curiosità specifica e creatività, rispondendo alla domanda: “Stimolare la curiosità delle persone le aiuta a generare idee più originali?”
I ricercatori hanno dato da leggere ai partecipanti la storia dello spettacolo, tenuto da Harry Houdini al New York Hippodrome Teatre, in cui l’illusionista aveva fatto scomparire, davanti agli occhi del pubblico, Jennie, un elefante di 4.500 kg.
La versione del racconto data al primo gruppo esaltava l’elemento del mistero e i tentativi degli altri illusionisti di comprendere come funzionasse quel trucco. Quando i partecipanti formulavano delle ipotesi per spiegare lo stratagemma usato da Houdini, i ricercatori rispondevano che erano “vicini ma non completamente nel giusto”; questo creava ulteriore perplessità e curiosità.
Il secondo gruppo aveva letto una descrizione meno intrigante della storia, che lasciava intendere che il funzionamento dell’illusione fosse stato compreso (con un indizio che Houdini aveva nascosto l’elefante dietro una tenda).
Tutti i partecipanti hanno valutato quanto fossero curiosi di sapere di più sul trucco di Houdini; poi hanno avuto alcuni minuti per progettare i propri trucchi di magia (vagliati, successivamente, da giudici indipendenti).
I membri del primo gruppo erano davvero più curiosi e si sono rivelati più creativi nella progettazione del loro trucco magico. Questa maggiore creatività è dovuta all’“idea linking”, un processo cognitivo che usa gli elementi delle prime idee come input per le idee successive. Ogni idea diventa un trampolino di lancio per l’altra “spingendo il pensiero, in un ambito che sembra completamente nuovo“, ha spiegato Spencer Harrison, uno degli autori.
I partecipanti del secondo gruppo tendevano ad accontentarsi della prima idea che gli veniva in mente, generalmente poco interessante, e i loro trucchi sono risultati meno originali.
Ulteriori ricerche, svolte dallo stesso team, hanno evidenziato:
– una correlazione positiva tra “curiosità specifica” e creatività: più siamo curiosi, più risultiamo creativi;
– “the day after creativity”: sperimentare una curiosità specifica portava una maggiore creatività il giorno successivo.
La curiosità ti aiuta a lavorare meglio
La ricerca “Curiosity has comprehensive benefits in the workplace”, svolta da Todd Kashdan, docente di psicologia alla George Mason University in Virginia, ha evidenziato una serie di vantaggi che la curiosità porta nei contesti lavorativi.
Lo studio ha coinvolto più di 800 lavoratori (negli Stati Uniti e in Germania) e ha analizzato, tramite questionari, quattro dimensioni della curiosità sul posto di lavoro:
1. la soddisfazione e l’impegno sul lavoro;
2. i rapporti sociali con i colleghi;
3. la tolleranza allo stress e al burnout;
4. l’apertura alle idee e all’innovazione sul lavoro.
È emerso che, in ognuna di queste dimensioni, i partecipanti più curiosi tendevano a riferire esperienze migliori, rispetto ai colleghi meno curiosi.
Le persone più curiose traevano maggiore soddisfazione dalle attività svolte, avevano migliori rapporti con i colleghi, percepivano di meno lo stress e proponevano, con maggior frequenza, nuove idee.
I ricercatori sono giunti a due conclusioni interessanti: è possibile identificare persone soddisfatte e ad alte prestazioni sul posto di lavoro; è importante valorizzare e sviluppare la curiosità nei team e nelle organizzazioni.
6 consigli per coltivare la tua curiosità
Se vuoi potenziare la curiosità ho raccolto sei consigli che nascono dalla mia esperienza (e da quella di altri colleghi):
1. “Prendila sul personale”
Come consiglia Rachit Dubey, scienziato cognitivo alla Princeton University, quando studi, cerca di “prenderla sul personale”, significa rendi rilevanti, per te, le informazioni che stai leggendo o il progetto che stai portando avanti (ad esempio, ricordando perché quell’obiettivo è così importante per te).
2. Mantieni uno sguardo da “apprendista”
Prova a ricordare la prima volta che sei entrato nell’azienda dove lavori (o nell’università dove studi). All’inizio, era tutto nuovo per te, osservavi con attenzione, facevi domande, ecc. Ecco, è quello sguardo curioso e attento che devi sviluppare, quell’approccio che ti spinge a non fermarti sulla superficie e a scendere in profondità, a domandarti “Perché si fa in questo modo?”, “Come mai succede questa cosa?”
3. Scrivi un elenco di domande
Dedica qualche minuto a scrivere un elenco di domande a cui vorresti trovare risposta nei prossimi giorni (o nelle prossime settimane). Può sembrare un consiglio banale, ma Shelby Clark, docente alla Harvard University, ha verificato che individuare queste domande sprona la curiosità e suscita il desiderio di saperne di più. Chiedendo il perché, spingi la tua immaginazione verso nuove possibilità (qui trovi “Le domande che sprigionano la creatività”). Ah, ovviamente scrivi tutto quello che ti colpisce sul tuo taccuino…
4. Impara qualcosa di nuovo
Inizia le tue giornate con il desiderio, e con l’impegno, di imparare qualcosa di nuovo; sfoglia una rivista di un ambito diverso dal tuo, leggi un libro su un argomento che non conosci, sperimenta una nuova ricetta, ascolta un genere di musica per te inusuale, insomma arricchisci il tuo cervello con stimoli nuovi (ne trovi alcuni ne “La tua settimana più creativa”). Fa’ in modo che ogni giorno qualcosa ti sorprenda.
5. Trascorri del tempo con persone curiose
L’ambiente che frequentiamo, questo lo sai, ci condiziona; per coltivare la tua curiosità, allora, trova altre persone vivaci e curiose e trascorri del tempo con loro. Stare in mezzo a loro ti arricchirà di nuovi stimoli e nuove idee. La settimana scorsa avevo una riunione online e la coordinatrice del progetto è arrivata con 10 minuti di ritardo (cosa assolutamente inusuale per lei …): in quei 10 minuti, con gli altri 3 membri del team, ci siamo scambiati idee, titoli di libri, suggerimenti per film, e, quando è arrivata, la nostra amica è rimasta sorpresa!
6. Goditi la vita
Credo che il modo migliore per rimanere curiosi è godersi a pieno la vita. Quando ci divertiamo in quello che facciamo, il confine tra lavoro, gioco e apprendimento diventa molto sottile, come ricorda Domenico De Masi parlando di Ozio Creativo. Quando osserviamo la realtà con uno sguardo curioso, si apre un mondo di possibilità: quindi divertiti, mangia, bevi, leggi, corri, ridi … godi di tutto ciò che ogni giorno può donarti!