Oscar Farinetti racconta a Centodieci il suo nuovo libro intitolato "Ricordiamoci il futuro"
“È un libro dedicato a chi ha voglia di prendere parte al miglioramento, dedicato a chi non si rassegna, alle persone che hanno voglia di decidere di combinare qualcosa nella vita a tutti i livelli; non serve avere progetti enormi, bastano anche progetti piccoli, ma credo che ci dividiamo nettamente in due categorie: chi ha voglia di prendere parte al miglioramento da una parte, e chi preferisce essere vittima della fatalità aspettando che la vita trascorra magari lamentandosi molto dall’altra”.
Sono queste le parole che ci colpiscono di più nell’intervista che abbiamo fatto a margine dell’evento Centodieci è Ispirazione con Oscar Farinetti a Reggio Calabria; una chiacchierata informale per parlare del suo nuovo libro “Ricordiamoci il futuro”, una chiacchierata che ci pone delle domande, ma che in parte ci fornisce delle risposte.
“Cercare di capire da dove arriviamo per decidere dove andare” chiosa il fondatore di Eataly. “La tesi di base è che dei tre tempi della vita, passato, presente e futuro, quello su cui possiamo incidere di più con le nostre decisioni è il futuro. Ma per prendere delle decisioni bisogna capire da dove arriviamo e quindi ho cercato di fare l’analisi su temi come il fuoco, la terra e cioè l’agricoltura, il mare e cioè la pesca, la domesticazione cioè gli animali, il vino, l’olio e la birra. Per raccontare queste storie in maniera piacevole e di facile lettura ho messo a confronto delle generazioni: per esempio per quanto riguarda vino, olio e birra c’è Noè in persona, quello della Genesi, che chiacchiera con tre produttori moderni; per raccontare il fuoco lo faccio raccontare da Dorothy, la figlia di Philip che è quello che il fuoco lo ha inventato, che racconta la storia della sua famiglia, vissuta 1 milione e mezzo di anni fa nel Pleistocene, che, quando il padre Philip arriva a casa col fuoco, vede la moglie andare fuori di sé. In realtà il fuoco è una metafora sui nostri tempi, il fuoco è internet; per questo cerco di capire cosa successe, era una invenzione destinata a cambiare completamente le sorti dell’umanità, così come oggi lo è internet. All’inizio è un po’ difficile da addomesticare, ma quando ci si prende la mano è una meraviglia. 5 storie ognuna delle quali analizza questi settori, cercando di chiederci attraverso questi dialoghi, anche simpatici e ironici, dove arriviamo per poter decidere qual è il nostro orizzonte sulla agricoltura, sulla domesticazione, sulla pesca. C’è anche una storia dedicata al futuro dove 8 personaggi di generazioni diverse chiacchierano tra di loro su questa tematica: dove andremo? Infine c’è una storia, la più lunga del libro che è una storia di romanzo breve, dedicata al Rinascimento e a Leonardo da Vinci; proprio il Rinascimento è un momento molto interessante per noi italiani perché avvenuto solo 18 generazioni fa ed è il momento storico grazie al quale abbiamo il 70% del patrimonio artistico mondiale, fu una grande rivoluzione, tornammo primi al mondo”.
Continua Farinetti: “Ho raccontato una storia d’amore molto potente tra due persone che appartengono a due generazioni completamente diverse una dall’altra, 500 anni di differenza e forse più, ma che tuttavia si amano, fanno persino l’amore, e discutono tra di loro, ognuno raccontando all’altro il proprio momento storico. È quindi lampante che, raccontando i tempi di oggi che hanno alcune caratteristiche un po’ medievali come il clima di caccia alle streghe, come la presunzione di disonestà collettiva ma soprattutto come la sfiducia, a confronto col Rinascimento dove il grande protagonista era la fiducia, stravince il Rinascimento. Quello della sfiducia è un problema nato con la mia generazione, quella prima di me è quella che ha fatto il miracolo del dopo guerra, un miracolo straordinario, ma è proprio la mia generazione che ha affossato un po’ questo paese a livello di sentimenti e di valori: c’è buio in giro, ci si lamenta per ogni cosa. Adesso tocca a quella nuova, vediamo cosa combinerà”.
“Il mio consiglio? È quello di non ascoltare i consigli della mia generazione ma di fare come vi pare, l’unico piccolo suggerimento è quello di studiare attentamente le generazioni di italiani prima di noi che hanno combinato delle cose buone e per questo ne scelgo tre: quella di 18 generazioni fa che ha fatto il Rinascimento, quella di 6 generazioni fa che ha fatto il Risorgimento e quella di due generazioni fa che ha fatto il miracolo economico del dopo guerra”.