5 lezioni sui limiti che potremmo apprendere da un bambino
Ci sono molte differenze tra un adulto e un bambino nel modo in cui vedono il mondo, una delle più grandi è probabilmente il limite, la capacità a volte fin troppo razionale di analizzare una situazione e capire che non potrai farcela. Un bambino può senza dubbio avere paura, ma non si pone dei limiti; al contrario, un adulto può imparare a gestire le proprie paure, ma spesso le trasforma in un bagaglio di razionalità che lo limiterà nelle decisioni.
Superare i nostri limiti, uscire dalla famigerata “zona di comfort” è una delle classiche sfide che prima o poi dobbiamo affrontare se non vogliamo vivere una vita di rimpianti. Perché la crescita è spesso fatta di ansia, dolore, tensione e sacrificio. Poche grandi cose sono nate senza impegno, sforzo e un pizzico di incoscienza.
Ecco perché per superare i nostri limiti spesso dobbiamo tornare ad ascoltare il bambino che eravamo.
Sii senza paura
Ovviamente i bambini hanno paura, ma sono spesso paure inculcate dagli adulti o di cose irrazionali: il buio, la paura di farsi male o quella di rimanere soli. Ma se guardiamo i bambini giocare lo fanno senza alcuna cura per la loro incolumità: si arrampicano ovunque, vanno in skateboard a velocità che non credevi possibili, affrontano ogni sfida con entusiasmo, cadono, piangono, si rialzano e ripartono. Non stiamo dicendo di lanciarsi col sorriso verso un muro, ma di affrontare le sfide e le avventure in cui decidiamo di imbarcarci con lo stesso spirito di felice abbandono e non con le spalle basse per il peso dei dubbi. Come scrive Stephen King “Non si può stare attenti su uno skateboard”.
Ricorda che i no non vogliono dire niente
La storia è piena di ragazzi che se ne sono fregati dei “no” e sono andati avanti e sono diventate persone che hanno fatto qualcosa nella vita. I bambini sanno essere disubbidienti, sanno che un no non significa niente, soprattutto quando dietro quel no c’è qualcosa che vuoi fare veramente. Ascoltate i consigli di tutti, ma eliminate quelle due lettere dal vostro vocabolario, perché i no di oggi sono i rimpianti che sentirete dentro il petto domani, quando ormai sarete troppo vecchi per scavalcarli e vedere cosa c’era dietro.
Chiedete aiuto
Un bambino può essere testardo e spericolato, ma ha anche il candore di chiedere aiuto senza problemi, senza che l’orgoglio lo faccia star male. Vive il gesto come una cosa naturale perché nel suo mondo questa è la regola: se c’è bisogno di ci si aiuta, senza farlo pesare e senza che sembri una cosa strana o una sconfitta. Chiedere aiuto è una forma di maturità personale, è la capacità di riconoscere nell’altro una risorsa e non un nemico. È anche un grande attestato di stima, perché di solito si cerca di chiedere aiuto a chi riconosciamo meriti e capacità.
Dimentica gli errori, dimentica i rancori
La mente di un bambino è un favoloso organismo in grado di apprendere in pochissimo tempo, ma anche di dimenticare con altrettanta facilità grazie alla continua stimolazione di cose nuove. Un bambino non si ferma a considerare gli errori del passato, i momenti imbarazzanti o le scelte sbagliate. Prova, sbaglia e riprova ancora. Allo stesso modo un bambino può arrabbiarsi molto facilmente, ma è abbastanza raro che un rancore duri più di una sessione di gioco con gli amici. Imparate a lasciarvi alle spalle errori e rancori, sono gli artigli del passato che spesso ci bloccano in un presente privo di azioni.
Pensa di poter fare tutto
Questa è forse la più grande limitazione che cresce insieme a noi. Da piccoli la nostra vita ci appare come una strada piena di biforcazioni, più ne scegliamo più quelle biforcazioni diminuiscono, finché non ci troviamo su una strada senza uscita, una strada che magari non volevamo scegliere. Per quanto sia dura, per quanto possa sembrarci irrazionale è importante mantenere una mentalità aperta e continuare a pensare che non siamo finiti, che possiamo fare mille cose, che la nostra strada non è senza uscita. Qualcuno vi dirà che siete pazzi, ma voi sapete che state semplicemente dando ascolto per una volta a qualcuno che crede in voi: la persona che eravate a 5 anni.