Leggere (fin da piccoli) ci rende persone migliori: ecco perché
Un’indagine dell’università di Cambridge amplia le ricadute positive di sfogliare e leggere dai 3 anni: oltre ai test scolastici, gli adolescenti che hanno letto da subito godono di una più elevata qualità della vita
Non solo risultati migliori a scuola. Leggere fin da piccoli e aiutare i propri figli a coltivare l’amore per la lettura può condurre a risultati sorprendenti anche dal punto di vista della qualità della vita nel suo complesso. Lo spiega un nuovo studio appena pubblicato su Psychological Medicine e che ha preso in analisi oltre 10mila bambini fra i 9 e i 13 anni. Poco più di 5mila di questi erano considerati “lettori precoci”, visto che leggevano almeno dai 3 anni di età. Dunque, il resto dei bambini (il 48% circa) è stato inserito in una categoria separata – come un gruppo di controllo – compresi quelli che avevano appena iniziato a leggere per divertimento e quelli a cui non piaceva leggere.
I risultati: non solo test scolastici, ma meno aggressività e depressione
Il risultato? I bambini del primo gruppo, cioè i lettori precoci, hanno ottenuto punteggi migliori in una serie di test riguardanti argomenti e aspetti come la memoria, la parola e l’elaborazione delle informazioni. Eppure la particolarità dell’indagine, intitolata “Early-initiated childhood reading for pleasure: associations with better cognitive performance, mental well-being and brain structure in young adolescence”, è che si lancia molto oltre le prestazioni scolastiche o magari, più avanti, accademiche.
Secondo lo studio, le conseguenze sembrano infatti espandersi anche verso una migliore qualità della vita. Per esempio, i genitori dei giovanissimi lettori hanno riportato meno segni di aggressività e depressione nei propri figli. “La lettura non è solo un’esperienza piacevole: è ampiamente riconosciuto che ispira il pensiero e la creatività, aumenta l’empatia e riduce lo stress” – ha spiegato la co-autrice dello studio, Barbara Sahakian, professoressa di neuropsicologia clinica al dipartimento di psichiatria al Behavioral and clinical neuroscience Institute dell’università di Cambridge – “ma oltre a questo, abbiamo trovato prove significative che la lettura è collegata a importanti fattori di sviluppo nei bambini, migliorandone la cognizione, la salute mentale e la struttura cerebrale, che sono pietre miliari per l’apprendimento e il benessere futuri”.
Gli effetti sul cervello
Uno degli aspetti più interessanti dello studio è stato che i ricercatori hanno potuto vedere alcuni di questi benefici manifestarsi plasticamente. In che modo? Attraverso le scansioni MRI (cioè le normali risonanze magnetiche) del gruppo dei lettori in erba, che sembravano mostrare più volume tissutale e connettivo nelle regioni del cervello associate ad azioni e prestazioni come l’attenzione, il comportamento e altre aree rispetto ai loro coetanei che invece hanno iniziato a leggere più tardi. Fra le aree moderatamente più sviluppate quella temporale, frontale, il lobo dell’insula, l’area medio-occipitale destra e il talamo.
Ovviamente la lettura è uno degli elementi inclusi nel mix che può condurre al successo scolastico e anche a una maggiore serenità di vita. Caitlin Canfield, psicologa dello sviluppo alla NYU Grossman School of Medicine di New York City non coinvolta nell’indagine, ha per esempio spiegato a US News & World Report che dovremmo considerare anche elementi come la vita domestica e l’ambiente scolastico. “Ma questo mostra almeno un’associazione”, ha confermato. Aggiungendo fra l’altro che altre ricerche avevano dimostrato come i tradizionali libri stampati possano scatenare questi effetti in modo più efficiente degli e-book. Questo perché i bambini “acquisiscono più conoscenza” quando leggono le parole messe nero su bianco. Una relazione d’altronde reciproca: anche i genitori, hanno provato altre indagini del passato, sono più propensi a leggere ai propri figli quando tengono nelle mani un volume di carta.
I risultati suggeriscono insomma che alle spalle di tutte queste ricadute positive la lettura precoce giochi un ruolo non secondario. “Penso che ci sia qualcosa di speciale nella lettura”, ha concluso Sahakian nella sua dichiarazione. “Incoraggio sempre i genitori a lasciare che i loro figli indichino loro la strada, scegliendo i libri, lasciando che girino pagina”, ha continuato. Ha anche notato che qualsiasi libro adatto all’età andrebbe bene. “Non deve essere una grande letteratura. Può essere qualsiasi lettura che susciti il loro interesse”.