Lavoro e vita privata: trovare un equilibrio grazie all’Intelligenza Emotiva
L’equilibrio tra lavoro e vita privata è il frutto di scelte consapevoli, e l’Intelligenza Emotiva ci insegna proprio a prendere le decisioni più giuste per noi, in modo da condurre un’esistenza a misura dei nostri desideri e aspettative.
Secondo una ricerca commissionata da Kaspersky Lab, il 74% degli impiegati intervistati dichiara di non voler tornare alle dinamiche lavorative pre-Covid. Il 39% è pronto a rinunciare al classico orario di lavoro 9-17, il 34% non sente più il bisogno di avere una scrivania fissa in ufficio, mentre il 32% desidera ripensare la settimana lavorativa di 5 giorni. “Mentre i dipendenti si sentono incoraggiati a riconfigurare le loro giornate lavorative per adattarsi meglio alle loro vite personali – si legge nel rapporto “Securing the Future of Work” – le aziende devono adattarsi velocemente per dimostrarsi il più possibile sicure, resilienti e produttive mentre il mondo entra nella prossima normalità”.
Dalla ricerca condotta da Censuswide su un campione di circa 8 mila dipendenti di piccole e medie imprese in tutto il mondo, risulta che in particolare i lavoratori italiani (uno su tre) stanno pensando di cambiare lavoro nei prossimi 12 mesi, alla ricerca di un compenso più alto o di un impiego più divertenti. Il 36% degli italiani intervistati dice di desiderare un giusto equilibrio tra lavoro e vita privata e di voler trovare un impiego più soddisfacente.
Il rischio del work life blend
Se però il desiderio di un maggiore bilanciamento tra vita privata e lavoro sembra particolarmente diffuso da una parte, dall’altra si assiste sempre di più alla sovrapposizione tra lavoro e tempo libero: il cosiddetto work life blend. Secondo l’ultimo Workmonitor di Randstad “oggi il 71% dei lavoratori italiani risponde a telefonate, email e messaggi di lavoro anche fuori dell’orario di lavoro, e il 53% confessa di restare connesso per gestire attività di lavoro anche durante il periodo di ferie”.
L’indagine, condotta in 34 Paesi del mondo su un campione di 400 lavoratori di età compresa fra 18 e 67 anni per ogni nazione, evidenzia come la diffusione dello Smart Working e il crescente peso sul mercato del lavoro dei Millennial, stia portando a un progressivo passaggio al work-life blend, un modello di organizzazione del lavoro in cui vita professionale e privata si fondono e sovrappongono. Se da un lato questa potrebbe essere un’opportunità, dall’altro il rischio che i lavoratori si sentano stressati e sotto pressione è in agguato.
Le imprese dovrebbero impegnarsi a promuovere la stessa flessibilità rispettando i tempi di “disconnessione”, e a migliorare la produttività puntando su motivazione e coinvolgimento. Oltre un lavoratore su due sceglie di gestire questioni di lavoro mentre è in vacanza perché vuole sentirsi coinvolto e restare aggiornato; quasi quattro su dieci, invece, si sentono obbligati a rispondere a richieste di lavoro quando sono in ferie. Secondo Radstand “oltre metà dei lavoratori italiani riferisce che le aziende si aspettano che i dipendenti siano disposti a lavorare oltre l’orario d’ufficio (59%, contro il 56% della media globale) e che siano disponibili a rispondere a messaggi di lavoro nel tempo libero (52%, contro il 45% della media degli altri paesi).”
Verso una work-life integration grazie all’Intelligenza Emotiva
Recentemente si è iniziato a parlare molto di più di work-life integration che di work-life balance, intendendo sottolineare come vita e lavoro non siano in realtà due elementi opposti, ma due realtà integrate che fanno ugualmente parte dell’esistenza di una persona.
Secondo la Berkley Haas School of Business dell’Università della California “l’immagine tradizionale di una scala associata all’equilibrio vita-lavoro crea un senso di competizione tra i due elementi. Work-Life Integration invece è un approccio che crea più sinergie tra tutti gli ambiti che definiscono la vita: lavoro, casa, famiglia, comunità, benessere personale e salute”.
Si tratta di un approccio più olistico che permette a ciascun individuo di decidere su quale aspetto della propria vita concentrarsi e dedicare più tempo.
L’Intelligenza Emotiva ricopre un ruolo importante nella nostra capacità di integrare vita e lavoro secondo le nostre esigenze, perché ci aiuta a prendere le decisioni più giuste per il nostro benessere, grazie a una più corretta comprensione, espressione e gestione delle nostre emozioni.
Sviluppare il nostro Quoziente Emotivo ci aiuta a coniugare la nostra parte razionale e quella emotiva in modo più smart. Come? Sviluppando quelle che, secondo Daniel Goleman, sono le caratteristiche principali degli individui emotivamente intelligenti:
- Consapevolezza di sé: riconoscere le nostre emozioni ed essere consapevoli dei nostri punti di forza e di debolezza ci permette di scegliere cosa è meglio per noi, integrando nelle nostre decisioni non solo la nostra parte razionale ma anche quello che proviamo;
- Autoregolazione: è la capacità di gestire punti di forza, emozioni e debolezze, adattandoli alle diverse situazioni in cui ci troviamo; possiamo raggiungere i nostri obiettivi grazie a una reale integrazione tra vita e lavoro che prevede di decidere quando e quanta energia investire in un aspetto piuttosto che in un altro;
- Abilità sociale: essere “performanti” in generale passa anche dalla nostra capacità di gestire le relazioni con le altre;
- Motivazione: è ciò che ci permette di riconoscere i pensieri negativi e di trasformarli in pensieri positivi in grado di motivare non solo noi stessi ma anche gli altri. Molte ricerche hanno dimostrato come “esercitare l’ottimismo” (una delle competenze delle persone emotivamente intelligenti) contribuisca al nostro benessere generale. Ci permette infatti di vivere le novità come opportunità da cogliere e di affrontare e gestire efficacemente le situazioni difficili senza esserne sopraffatti;
- Empatia: comprendere lo stato d’animo delle altre persone ci permette di avere relazioni più sane e solide, e contribuisce alla qualità della nostra vita in senso generale, anche sul lavoro.