La modestia, il valore che deve tornare a essere un valore
Quando si parla di Modestia al giorno d’oggi, la prima sensazione che se ne ha è negativa! Una persona modesta viene recepita come inetta o come falsa, al contrario, una persona che si vanta (ma non troppo) viene vista come sicura di sé e con le idee chiare.
A ben vedere però, la Modestia, è solo “il non vantarsi dei propri risultati”, in poche parole questo valore deriva dall’Umiltà, cioè il “riconoscere i propri limiti”. E riconoscere i propri limiti, semplicemente, significa vivere nella vita reale. Chi non è modesto, chi si vanta, oltre a risultare sgradevole (in passato per lo meno), non vive nella realtà, perché o sopravvaluta le sue capacità (e perciò non ha una giusta idea di sé) o le amplifica volutamente (dando dunque agli altri un’idea distorta di sé). Ma perché dunque viene recepita come negativa, una persona modesta?
Per lo stesso motivo: perché a volte chi è modesto sottovaluta sé stesso, e dunque non ha un’idea giusta di sé in negativo, o perché, molto spesso, chi si mostra modesto, si veste di Falsa Modestia, e perciò allo stesso modo di un superbo cerca di ingannare gli altri distorcendo in negativo le sue capacità.
Ma, a questo punto, a cosa ci serve veramente la Modestia quando non coltivandola si può fare più successo? Semplice: perché chi si vanta, chi si mostra sicuro più di quanto le sue capacità gli permettono, emerge da solo, chi invece coltiva la Modestia, emerge insieme agli altri, condivide dunque con gli altri la propria fortuna e la propria esperienza di vita (e da come va il mondo al giorno d’oggi, ce n’è sempre più bisogno).
Nella mia famiglia, si sono sempre celebrati e festeggiati i risultati ottenuti…, contraddizione? Non proprio: si festeggiano i risultati e non la singola persona. Immaginiamo un grafico a torta (un cerchio): questo è il risultato raggiunto. Ora tagliamo la torta in vari spicchi: uno spicchio va alla fortuna, uno spicchio va alle condizioni favorevoli, il resto degli spicchi corrispondono ad ogni persona che ha contribuito al raggiungimento di un obbiettivo. Ognuno di questi ultimi può essere a sua volta diviso in tre parti corrispondenti alle capacità della persona, all’impegno profuso per l’obiettivo e alle sue esperienze di vita passate.
Quando non siamo umili, quando dunque non coltiviamo la Modestia, tendiamo ad allargare il nostro spicchio di torta sminuendo il contributo degli altri (e non ci sono mai obbiettivi raggiunti da soli). Quando si è falsamente modesti, invece, si restringe il proprio spicchio sopravvalutando gli altri e sminuendo noi stessi. Ambedue i casi sono sbagliati sia perché ognuno (noi o gli altri) ci facciamo un’idea sbagliata delle nostre capacità (cosa che ci svantaggerà nel futuro) sia perché, semplicemente, non corrisponde al vero.
Proprio quest’ultimo motivo, per quanto possa sembrare ovvio, poiché nessuno si sogna di dire che la Verità non è giusta, è di fondamentale importanza! Solo guardando il mondo per com’è, senza sconti né in negativo né in positivo, è possibile veramente agire in maniera sensata pianificando come agire e attuando le proprie scelte nella sicurezza di avere analizzato al meglio la situazione.
Come un generale che studia il suo nemico per precederne le mosse. O come un medico che cerca di studiare una malattia per poter somministrare la giusta cura ad un paziente. Oppure come un paziente, colpito in prima persona, che sceglie di sapere esattamente il decorso della sua malattia e si accorge che l’ignoto fa più paura del conosciuto e che tutte le paure portate dalla malattia, altro non sono che paure sopite che la malattia si è limitata a mettere a nudo…paure che dunque possono essere affrontate.
Vogliamo dunque una società più vera?
Coltiviamo l’Umiltà, nutriamola di Modestia ma puntiamo senza sconti verso la Verità!