La grande truffa della “passione per quello che fai”
Molti la cercano: la passione per quello che facciamo ogni giorno. Perché tutti intuiscono che sarebbe come vivere sempre in vacanza: essere pagati per fare qualcosa che faresti gratis, non è bellissimo?
Sì, è bellissimo. Lo faccio da tanto tempo e posso dire che non c’è vita migliore. Così tutti i “guru motivazionali” ti spronano ad avere passione per quello che fai, perché in fondo, “se vuoi, puoi”.
Non fraintendermi: la “passione”, o “motivazione intrinseca per un’attività” o “piacere di fare qualcosa” o come altro lo vuoi chiamare, è fondamentale per il tuo benessere e per la tua resilienza. Se qualcosa non ti piace, non ti alzerai mai alle 5 del mattino per anni per fare partire la tua impresa, per dare una svolta alla tua vita.
È il motore delle nostre azioni ed è quella che ci permette di goderci le giornate. Tutte, anche e soprattutto i lunedì.
E allora perché non tutti perseguono le proprie passioni? Perché la stragrande maggioranza di noi fa lavori che detestano e oltretutto lo fanno per pochi soldi al mese? Se lo chiedi alla persone media, ti dice: “Perché la passione non paga le bollette!” Ed è proprio questo il punto: solo con la passione, ti ritrovi ad essere un “artista incompreso” che relegherà la sua passione ad hobby domenicale oppure che vivrà in una roulotte per tutta la vita pur di trasformarla in un lavoro.
Sì perché hanno dimenticato di darti una parte dell’equazione, fondamentale per farla funzionare: la strategia. La passione è il cuore, la strategia è la mente. La passione è la direzione, la strategia è il come arrivarci. La passione è il motore, la strategia è il pilota. Senza strategia, non puoi guadagnare bene facendo quello che ami e quindi il castello crolla. Solo che purtroppo, usciti dagli anni del boom economico dove tutto era una catena di montaggio e non si parlava certo di “intelligenza emotiva”, oggi parliamo troppo di emozioni e poco di mente, intesa come pensiero strategico, il navigatore interno che ti permette di raggiungere obiettivi fuori dalla norma, complessi, apparentemente incredibili.
Vedi, io oggi ho un team di cinque persone che mi segue da dietro le quinte in tutto quello che faccio: il lavoro con le multinazionali, la scuola di Coaching, i corsi, i libri. Quanti Coach ci sono in questo team? Nessuno.Perché non ho bisogno di altre persone “appassionate”, basto io. Mi servono persone che sappiano eseguire una strategia. Ho appena assunto una Communication Specialist, che si occupa di strategia comunicativa. Ho un team che si occupa di tutto il marketing online e di relazione con i clienti e i prospect. In azienda, non parliamo solo di Coaching, ma anche di modelli di business e di analisi di mercato. Questa strategia mi permette di guadagnare bene facendo quello che amo. Senza questa parte, ovvio che non ti conviene fare il salto: sarebbe come accelerare con una Lamborghini, senza guardare la strada. Prima o poi finisci contro un muro.
Oggi viviamo un momento di enormi opportunità per tutti: il mercato globale è molto più vicino, gli investimenti per fare quello che desideri a volte sono praticamente nulli, le possibilità sono infinite. Ma mentre una volta bastava chiedere all’azienda sotto casa di essere assunti insieme a nostro cugino per trovare un lavoro per la vita, oggi il pensiero strategico è richiesto, perché torniamo, anche i dipendenti, ad essere tutti imprenditori. Con grandi opportunità, che però nessuno ci ha insegnato a cogliere, perché non abbiamo competenze strategiche. Pensa che spesso anche nelle multinazionali dobbiamo facilitare prima di tutto la strategia con i manager, perché la confondono con gli obiettivi strategici o slogan motivazionali tipo “essere i primi di questo settore.”
Oggi quindi abbiamo grandi opportunità di guadagnare molto meglio di quanto facciamo adesso, facendo quello che ci piace, ma le persone non hanno gli strumenti per arrivarci. Così si esalta la passione, che tutti hanno dentro, ma poi si dice “arrangiatevi” con gli strumenti che il mondo vi dà che purtroppo non sono abbastanza.
Devi imparare a pensare in modo strategico: chi lo fa, oggi vince alla grande, anche perché c’è poca concorrenza. Devi tornare a dare valore a qualcosa che viene sempre vituperato: il denaro. Certo, il denaro può corrompere lo spirito, ma basta che tu lo usi per quello che serve: un risorsa, fondamentale, per alimentare la tua passione. Devi cominciare a capirci un po’ di più di bilancio, di riduzione dei costi, di come fare investimenti. Devi allenarti a guardare il mondo con gli occhi di chi vede i meccanismi che fanno funzionare un progetto di vita e quelli che invece non lo fanno. Devi allenarti a pensare strategicamente. Ecco alcuni consigli:
- Non reagire emotivamente quando decidi come arrivare a un obiettivo. Osserva la realtà per trovare decisioni di alta qualità basate sui fatti e non sulle tue opinioni;
- Fatti domande strategiche, invece di pensare di sapere tutto. Eccone alcune importanti:
- Qual è l’azione migliore adesso?
- Cosa non devo fare?
- Cosa mi fa pensare che questa decisione sia la migliore possibile?
- Quali dati supportano la mia decisione?
- Reagisci strategicamente al fallimento. A volte le decisioni che prendiamo sono sbagliate. Molti però si innamorano delle loro decisioni e continuano a commettere gli stessi errori, lamentandosi che “il mercato/la crisi/i clienti/il datore di lavoro/lo stato” non permettono loro di andare dove vogliono. Quando una strategia non funziona, chiediti “cosa non sta funzionando? Cosa invece funziona?” e cambia la tua strategia di conseguenza.