Correre o fare pesi è faticoso, eppure lo facciamo. Invece non investiamo tempo nel crescere, anche se ci converrebbe
No, non si può mai smettere di crescere. Chiunque tu sia, in qualunque situazione ti trovi, a qualunque età, crescere è la più naturale delle condizioni, e la più appassionante.
Vale per tutto: singoli esseri umani, relazioni sentimentali, gruppi, squadre, aziende, culture, società. Tutto quello che non cresce è inevitabilmente destinato a deperire, appassire, morire o tutt’al più sopravvivere nell’inerzia. L’intera nostra evoluzione è un processo di crescita: se siamo sempre migliori di prima (lo siamo, statene certi: non date retta a chi dice che era meglio prima), se siamo sempre un po’ più forti di tutte le schifezze che siamo capaci di combinare, è perché c’è chi non smette mai di crescere, di ricercare, di costruire, di creare qualcosa che prima o non c’era o di migliorare qualcosa che c’era già.
Sto parlando di inventori, sperimentatori, esploratori, pionieri, ma anche e non meno di chi – milioni di persone – nella propria esistenza quotidiana, nelle proprie scelte, azioni, relazioni, prova a lavorare sempre sui propri margini di miglioramento. Non c’è affatto bisogno di essere supereroi, per compiere imprese. Certo, crescere e reinventarsi può essere faticoso: ma lo è anche correre, andare in palestra, leggere un libro, per non parlare di crescere un bambino. Niente di minimamente appassionante può accadere senza quel tanto di durezza con se stessi. Forse un tempo ci si poteva accontentare di meno, ma oggi il mondo in vertiginoso mutamento ci chiede di alzare l’asticella: noi davvero non possiamo più restare gli stessi di prima, ora che abbiamo possibilità di scelta senza precedenti, possiamo in un istante accedere a tutte le conoscenze prodotte in ogni tempo e in ogni luogo, abbiamo facilità assoluta di comunicazione e di spostamento. Non tutto è buono, nel mutamento che stiamo vivendo: ogni evoluzione presenta sempre disfunzioni e problemi. Ma proprio per ottimizzare le opportunità che ci troviamo fra le mani e ammortizzare gli effetti collaterali noi non possiamo non continuare a crescere. Proprio in questo senso la popolare idea di decrescita è assolutamente rovinosa: perché induce a pensare che si possa smettere di evolvere, di espanderci, di sperimentare soluzioni innovative ai vecchi problemi. Sì, è vero che abbiamo criminalmente sprecato risorse: ma sapete quante volte nell’intera storia umana frenare l’evoluzione ha portato a soluzioni positive? Vi risparmio la fatica di pensarci: zero.
Se si possiede tanto così di senso dell’evoluzione è facile vedere che in tutta la nostra storia siamo sempre stati capaci, quando qualcosa si esauriva, di scoprire e creare qualcosa di nuovo e più potente. Non si tratta di ottimismo, niente affatto: si tratta di puntare sempre su tutto quello che ci ha reso migliori di come eravamo prima. Non si tratta di pensare positivo, ma di pensare vitale. Permettetemi un esempio apparentemente laterale. Si dice spesso che nelle storie d’amore dopo i fuochi d’artificio iniziali la passione per forza lascia il passo a virtù più “normali”: ecco, questa è proprio l’attitudine da cui faremmo bene a liberarci. Perché mai una storia d’amore non può continuare a crescere, e la passione non può continuare a regnare? Non è facile, ma è possibile a qualunque età (lo dico per esperienza diretta). Se usciamo dalla metafora, a qualunque età noi non possiamo smettere di imparare, di migliorarci, di reinventarci (tanto più che lo pretende il mercato stesso del lavoro). Non vuol dire che se lavoriamo per crescere tutto andrà bene: non è così facile, purtroppo. Ma quello che è assolutamente certo è che oggi – in un mondo che è mutato come mai prima e che non smetterà certo di mutare – se non lavoriamo per crescere allora andrà sicuramente male. Crescere non è più bello o più morale: è innanzitutto più vantaggioso.