Sai usare (o meglio, ascoltare) il tuo intuito in modo intelligente?
Vi è mai capitato di chiedervi se avere grande intuito è sinonimo di intelligenza? Nell’articolo di Bruce Kasanoff, Intuition is the highest form of intelligence si legge che Gerd Gigerenzer, direttore del Max Planck Institute for Human Development e autore del libro Gut Feelings: The Intelligence of the Unconscious, vi risponderebbe di sì, ma solo se siete già delle persone intellettualmente curiose, desiderose di conoscenza e disposte a mettervi in gioco, andando anche contro le vostre ipotesi.
Fidarsi del proprio istinto in maniera cieca e passiva, non è di molto aiuto e sicuramente non si sta esercitando alcuna intelligenza, se invece ti fidi del tuo intuito mentre stai agendo e le scelte per ottenere dei risultati si fondano anche sull’intuizione, quella è sicuramente complementare all’intelligenza.
Il funzionamento dei siti internet e alcune forme di design si basano proprio su questo concetto di intuizione e intelligenza, perché non occorrono libretti delle istruzioni per capirli, semplicemente sono delle conoscenze universalmente riconosciute del modo in cui funzionano le cose. Poi alcuni le hanno più o meno sviluppate, ma questo dipende solo da quanto le alleniamo quotidianamente con la curiosità. Intuito sì, ma sostenuto da un buon uso del cervello e della logica.
Albert Einstein diceva “La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un servo fedele. Abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono”. Le persone intelligenti ascoltano quei presentimenti che sussurrano nella testa quando stanno per fare una scelta e ottenere un risultato, è quello il momento in cui mettere da parte la razionalità e affidarsi all’istinto che ti suggerisce un’altra strada.
Non circoscrivere l’intelligenza umana solo al pensiero logico-razionale, ma sviluppare la parte creativa, imprevedibile della mente intuitiva è un esercizio utile nella sfera professionale e personale. In un ambiente lavorativo dove le competenze il più delle volte si equivalgono ciò che le differenzia un soggetto da un altro sono proprio quelle capacità intuitive date dal pensiero divergente, termine coniato da J.P. Guilford, strettamente connesso alla creatività. È un tipo di pensiero particolarmente utile per trovare soluzioni nuove, ad esempio attraverso l’invenzione di utilizzi inaspettati di oggetti comuni e chi non ne fa uso tende a ripercorrere le stesse strade, precedentemente apprese e a rifare gli stessi errori.
Archimede di Siracusa, a Isaac Newton, a Sigmund Freud, a Walt Disney, a Milton Erickson, a Steve Jobs, a Larry Page e Sergey Brin sono solo alcuni personaggi famosi che hanno saputo alimentare il loro pensiero divergente, ma ci sono anche giovani come Alex Tew, ventenne inglese, che ha avuto l’intuizione di creare una pagina web e vendere ogni singolo pixel come spazio pubblicitario per potersi permettere gli studi all’università. Il suo sito “The million dollar”, dopo tre giorni vende il primo blocco e, grazie al passaparola, fa il giro del web e dopo solo cinque mesi Alex ha venduto 990.000 pixel. Con un’ottima idea e un investimento di circa 50 dollari, ha guadagnato un milione di dollari.
La prossima volta che stai per affrontare un compito, o devi prendere una decisione chiediti se sei una persona divergente e ascolta il tuo istinto.