Impiegati, consulenti e imprenditori: chi è più emotivamente intelligente?
Persone che ricoprono ruoli professionali differenti hanno anche un diverso livello di Intelligenza Emotiva? Sembrerebbe di sì. Six Seconds, network internazionale che supporta le persone nel creare cambiamento positivo specializzato nello sviluppo del quoziente emotivo, ha rilevato che esiste una differenza nella capacità di essere emotivamente intelligenti tra impiegati, consulenti e imprenditori.
Una ricerca condotta da EQ Biz ha rilevato che i profili del consulente e dell’imprenditore sono simili, mentre l’impiegato risulta avere un punteggio di Intelligenza Emotiva più basso.
Il quoziente emotivo può determinare la nostra carriera?
Impiegati, consulenti e imprenditori ricoprono ruoli differenti nei confronti dell’azienda. I primi sono coloro che lavorano per l’organizzazione, mentre il consulente fornisce il suo supporto per l’esecuzione di alcuni servizi e infine l’imprenditore dirige e detiene la proprietà dell’impresa.
Scegliere quale ruolo ricoprire e quindi quale carriera intraprendere implica diverse valutazioni e soprattutto la decisione è determinata da variabili non solo interne ma anche esterne. Come ad esempio il contesto socio-economico. Ma al di là delle inclinazioni personali, anche l’Intelligenza Emotiva può ricoprire un ruolo nella scelta del proprio futuro professionale?
Partendo da queste considerazioni e quesiti Six Seconds ha analizzato le informazioni raccolte attraverso il proprio database per capire se esistono differenze significative tra impiegati, consulenti e imprenditori per quanto riguarda le capacità relazionali, di empatia o di gestione delle emozioni. E se queste differenze possano influire sulla scelta di svolgere un lavoro subordinato o come libero professionista o imprenditore.
La ricerca si è basata sui risultati degli assessment Six Seconds Emotional Intelligence (SEI) proposti ai clienti dalla divisione italiana dell’organizzazione. Il campione preso in considerazione era di 5.690 persone di età compresa tra i 18 ed i 76 anni.
I risultati parlano chiaro: la media dell’Intelligenza Emotiva totale degli impiegati è più bassa rispetto agli altri due gruppi di professioni, che tra di loro non presentano differenze di rilievo statistico. I dati presi in esame suggeriscono che il quoziente emotivo giochi un ruolo nella scelta di un lavoro subordinato: il livello di intelligenza emotiva potrebbe infatti far propendere per incarichi di maggiore o minore responsabilità e leadership, determinando di conseguenza la decisione di intraprendere una carriera imprenditoriale o meno.
Ma quali sono le competenze in cui la differenza tra impiegati, consulenti e imprenditori è più significativa?
Le competenze di IE: quali differenze
Nel modello di sviluppo del quoziente emotivo di Six Seconds esistono 8 competenze specifiche di intelligenza emotiva, suddivise in tre aree: Self Awarness (consapevolezza e conoscenza di sé), Self Management (capacità di scegliere intenzionalmente) e Self Direction (capacità di farsi guidare da uno scopo più grande). Le differenze riscontrate tra impiegati, consulenti e imprenditori sono le seguenti:
- comprensione delle emozioni e capacità di navigarle: la media dei consulenti e degli imprenditori è simile, e differisce da quella degli impiegati per 2 punti;
- capacità di valutare pro e contro delle situazioni e capacità di vedere soluzioni alternative: anche nel caso di queste due competenze consulenti e imprenditori hanno ottenuto punteggi simili, mentre gli impiegati sono indietro di 5 punti;
- direzione verso un senso di scopo più grande: consulenti e imprenditori hanno una media di 98 punti, gli impiegati di 96;
- per quanto riguarda la capacità di auto-motivarsi la differenza sostanziale viene rilevata tra impiegati e consulenti ma non tra impiegati e imprenditori, che hanno totalizzato in media punteggi simili.
Gli impiegato si prendono una rivincita relativamente all’empatia: in questo caso sono gli imprenditori ad avere la media più bassa (mentre i consulenti risultano ancora una volta al primo posto). Che cosa significa? Che impiegati e consulenti sarebbero più inclini a relazionarsi con gli altri in modo empatico rispetto agli imprenditori.
Lo sviluppo dell’intelligenza emotiva è considerato sempre di più un fattore di successo in ambito lavorativo. Decidere di allenare determinate competenze può migliorare il clima aziendale e le performance, a prescindere da qualsiasi ruolo si ricopra. Il quoziente emotivo infatti può avere un grande impatto sulle prestazioni lavorative perché fornisce maggiore stabilità e capacità di gestire emozioni e stress, migliora le relazioni con gli altri e favorisce il lavoro in team, assicura l’autoefficacia generale e permette di affrontare situazione complesse e continui cambiamenti.