Impegno e lavoro ti portano dove vuoi arrivare, anche alle Olimpiadi!
Tanta fatica da fare: allenamenti al mattino e al pomeriggio, in acqua per dieci volte la settimana, più ore e ore di palestra. Sento male alle spalle, fino a non sentirle più, ma vado avanti, perché sono convinta che il lavoro paghi sempre, che le fatiche sono in grado di ricambiare: punto in alto, senza nascondermi. La sfida è con me stessa e con il cronometro. Andrò alle olimpiadi. Mentre lo dico è come se parlassi di un’altra persona, forse a circa un mese dalla partenza realizzo che è proprio così. Farò i 200 misti, i 100 rana, i 50 dorso e i 50 farfalla.
Ogni quattro anni c’è questo appuntamento che per un atleta significa un percorso lungo e faticoso fatto di piccoli passi: campionati italiani, europei, mondiali.
Grande emozione alla presentazione della Nazionale agli ultimi Assoluti Estivi di Bergamo: il mio nome insieme a quello dei miei compagni mi ha fatto sentire parte di una grande squadra, e forse inizio a rendermi conto di ciò che accadrà. In effetti è la prima volta che noi italiani siamo così numerosi alle Paralimpiadi di nuoto: 10 femmine e 10 maschi. Il sogno di ogni atleta si sta per avverare, anche se non riesco a rendermene conto davvero: partecipare alle Olimpiadi! L’arrivo del pacco con la divisa ufficiale, provare magliette, costumi, scarpe, guardare ogni pezzo… difficile da credere, ma è tutto vero!
In tanti mi sostengono, ognuno a suo modo:gli allenatori Max e Miki che calibrano e pensano al lavoro da fare, la società cercando risorse e ascoltando i miei bisogni, il centro medico a cui mi appoggio, Spallanzani di Parma, con una disponibilità enorme, Arena che continua a fornire materiale tecnico davvero indispensabile, e tanti che riconoscono il mio impegno e mi dimostrano la loro stima in più occasioni.
Chi mi dà un grande sostegno, con tanta pazienza, è la mia famiglia: stanno programmando i loro impegni estivi in funzione dei miei, sempre pronti a darmi una mano, ad ascoltarmi o semplicemente a farmi riposare e ridere anche su eventuali imprevisti. Così ho imparato a trovare la soluzione a ciò che capita senza perdere mai la speranza, la mamma dice sempre «mai dire non si può», si prova col massimo impegno e poi ciò che sarà va bene! La soddisfazione arriva puntuale quando sai che ti sei impegnata. Se un allenamento non mi soddisfa analizzo con l’aiuto dell’allenatore cosa non è andato, e riprovo fino ad essere contenta del lavoro svolto.
Mia sorella Anna mi aiuta negli allenamenti quando non sono a Milano, mio fratello Pietro mi tiene al corrente di tutto ciò che avviene in spiaggia, perché solitamente l’estate io la trascorro con loro al mare, ma quest’anno sono a Milano. Starò con loro solo pochi giorni, qualche fine settimana un po’ allungato, senza mai interrompere gli allenamenti, ma stare in famiglia è comunque rilassante! E d’estate la mia famiglia è al mare a Marina di Massa, dove ci conoscono da quando eravamo piccoli e dove ci si ritrova contornati da amici. Anche questo è impegno e, anche se non è facile, ne vale la pena per poter vivere al meglio l’esperienza olimpica.
Poi ci sono stati anche gli impegni universitari che quest’anno ho dovuto accantonare anche se qualcosina sono riuscita a fare. L’Università può attendere fino ad ottobre, ora penso solo a superare la fatica di tutti i giorni per vivere al meglio il mio sogno olimpico!