Imparare la genialità mai avuta
UN REGALO DELLA NATURA
Il genio è infatti considerato una qualità eccezionale innestata in noi.
Oggi è osservato come un regalo della natura.
Qualcosa di impalpabile e innato.
È invidiato, come un dono nascosto da qualche parte nel nostro DNA.
Sapere prima di conoscere è una buona frase per definirlo.
Ed è quell’avverbio di tempo tra sapere e conoscere – quel prima – a definirlo ancora meglio. Si può intendere come prima degli altri, oppure presto e velocemente.
Il genio è quindi l’arrivare alla stessa conclusione prima di chi si è impegnato.
È questa l’idea diffusa di genialità: una qualità attivabile in noi quando vogliamo.
Attivabile senza sforzo.
Ed è un’idea sbagliata, perché dietro al genio è noto esserci sempre un grande sforzo. Uno sforzo ben distribuito. O meglio, ben focalizzato.
Perché è distribuito in un posto solo.
I geni, spesso, sono infatti esperti appassionati e ossessionati da un unico argomento. Mettono tutta la loro concentrazione su una cosa sola. Ottenendo grandi risultati e fughe in avanti in cui, per l’appunto, arrivano prima.
UN SAPERE DISTRIBUITO
C’è però un altro modo di arrivare al sapere.
Ed è una via molto più attuale. Perché è un modo connesso ed influenzato dall’idea della presenza sul web di un vasto sapere gratuito.
È un approccio alla conoscenza nuovo e più largo.
Ed è anche un’occasione per imparare la genialità mai avuta.
Senza la passione e neppure l’ossessione dei veri geni, quelli tradizionali.
È una via che punta al sapere distribuito.
Non quello concentrato in un settore.
Ma quello catturabile in campi differenti.
Ma com’è fatta?
Si abbevera in più settori e generi diversi.
Pesca in un campo scientifico, e poi in uno tecnico oppure intellettuale.
E fa della varietà una virtù, non del superficiale opportunismo.
La ricerca del saper distribuito ha poi un carburante prezioso.
Questo sì innato, ed è la curiosità, un elemento indispensabile per passare da un campo all’altro senza perdersi.
È una strada che sembra tortuosa e confusa. Quasi distratta.
Ma in fondo una meta c’è, ed è la sintesi.
Di ogni conoscenza sondata, infatti, questo modello di apprendimento ne fa un sunto. Ne ricava informazioni e modelli semplici.
E per questo esportabili.
TRAVASO DI IDEE
Il punto di partenza è cogliere l’essenziale della conoscenza, delle informazioni e dei modelli appresi in campi differenti.
Ed il seguito è portarlo altrove.
Si tratta di un metodo conosciuto, anche perché applicato da uno degli uomini più ricchi al mondo, qual è Elon Musk.
Chiamato learning transfer, è un sistema per accumulare questa conoscenza in sintesi, ed estrapolarne soluzioni da applicare in campi differenti.
Nel momento del travaso di idee da un campo all’altro, emergono stimoli di due tipi: si colgono le analogie e le differenze tra i due contesti.
E si ha così l’occasione di astrarli, e vederne l’ossatura.
Da questa valutazione di passaggio, che è sempre esterna, emergono idee e innovazioni; si colgono i punti di vuoto e i vantaggi latenti. Si guarda il settore di interesse con lenti nuove, quelle non ancora smesse con cui si stava leggendo il contesto precedente.
Questo cogliere il diverso e l’uguale, la continuità e la discontinuità, il vuoto e il pieno, l’asimmetria con la simmetria di campi diversi, ora combinati, è anche una via per essere innovativi.
IMPARARE LA GENIALITÀ
Costruire un sapere così distribuito e combinato, invece che approfondito, può essere un modo per imparare la genialità mai avuta. Una via per recuperare sugli altri un vantaggio competitivo.
Usare il confronto e l’affiancamento di saperi ed esperienze in aree differenti è anche un modo per stimolare la propria creatività. O di innovare il proprio settore rovistando tra le pieghe di un altro.
Ci sarà sempre qualcuno che troverà geniale quello che proporremo.
Semplicemente perché l’abbiamo ricavato da un altro contesto, che lui non conosce.