Immaginare è creare mondi. Torniamo alla magia creativa dell'infanzia
Qualche settimana fa ho visto un film (che vi consiglio): Microbe e Gasoline del regista francese Michel Gondry che mi ha esaltato e rimandato alla mia adolescenza, a quel meraviglioso momento nel quale tutto era possibile. A quel periodo sono in qualche maniera legati l’invenzione, l’immaginazione, i desideri espressi alla massima potenza senza filtri o paure, così che anche le idee più strampalate diventavano un’avventura formativa. Amore o avversione verso la tecnologia, amore o avversione verso la costruzione meccanica, avvicinamento o fuga dalle prime passioni scolastiche: ecco che la lunga pausa delle vacanze estive era il momento per allargare gli orizzonti, per provare a crescere spingendoci verso ciò che avevamo immaginato, e immancabilmente la natura diventava la coprotagonista delle nostre avventure.
Siamo stati tutti in cerca di un futuro in cui poter essere veramente noi stessi. La ricerca identitaria è alla base della realizzazione e può riflettersi in vari modi, attraverso l’amicizia fraterna, un’avventura goliardica, il primo bacio, la ribellione. È una fuga dalla famiglia, dalle insicurezze caratteriali, dall’omologazione scolastica, dalla società che ci vuole uniformati. Questo particolare periodo se ben vissuto regala indicazioni precise che possiamo realizzare nella nostra vita. Ci si sente per certi versi liberi, protagonisti della propria avventura, autentici e orgogliosi portatori di quel romantico conflitto io-mondo che ciascuno di noi ha combattuto almeno per un pezzo della sua vita. Attraverso il nostro punto di vista ogni avventura è straordinaria o drammatica, deludente o esaltante: mentre si immagina si creano mondi.
Questo poi si perde quando diventiamo adulti. Quante cose abbandoniamo per strada?
L’estate alle porte, qualche giorno di vacanza può essere l’occasione per immergerci nella natura e riconquistare l’adolescente in noi che abbiamo forse lasciato andare, per ricollegarci alle nostre aspirazioni e liberare la creatività che è il motore che ci rende umani, ci permette di cambiare il mondo, almeno il nostro, quello che ci circonda per renderlo vivibile e accettabile. Possiamo sbagliare una, dieci, cento volte per comprendere a fondo chi siamo e quali sono i nostri potenziali ma non possiamo arrenderci alla paura. Allora quel che fa la differenza è il sogno, il desiderio di realizzare una grande impresa a tenerci vivi. Non possiamo sfuggire a noi stessi, alle nostre ambizioni e aspirazioni profonde e per farlo però dobbiamo sciogliere i nodi e recuperare la nostra vera misura, ampia, che ci apre a uno sguardo limpido e permette di guardare al domani con speranza.
Quel che ognuno di noi fa nella vita è di ispirazione a chi ci circonda, sia che lo vogliamo o meno, ognuno di noi è il risultato delle azioni che compie ed emana una vibrazione, ogni situazione che si concretizza emana una vibrazione, quel flusso di energia diventa sempre più grande se condiviso, se coinvolgente. Provate a pensare alla Silicon Valley, un luogo nel quale l’energia del fare è associata al successo, questo non fa altro che generare nuove idee, ispirazioni, speranze, desideri, azioni, creando un magnetismo che attira le migliori menti di tutto il pianeta in un flusso positivo. Questo è il volano della crescita e del magnetismo: pensare, fare, realizzare. A questo presiedono i sogni che sono proiezioni della nostra anima, sono l’essenza del nostro vivere, non possiamo tradire la nostra natura perciò dobbiamo ricercare costantemente quel che ci viene facilmente bene per non farci travolgere dall’insicurezza che porta l’immobilismo, che ci rende cinici e poco inclini al cambiamento.
Il cambiamento non è continuare ad aggiustarci facendo ciò che non ci piace, ma è lasciar emergere ciò che ci rende unici e ci permette di diventare ispirazione per noi stessi e per chi ci circonda.