I consigli su come essere buoni genitori sono sbagliati
Sei un genitore tiger o free range?
“Una volta una studentessa venne ad una mia lezione e mi disse che frequentava il corso per diventare un genitore migliore nel momento in cui avesse avuto dei figli”, racconta la professoressa Munakata. “La tranquillizzai subito perché i genitori non hanno alcun controllo su come diventeranno in futuro i propri figli”.
Il tema della genitorialità è diventato centrale a partire dagli anni ’70 quando abbiamo iniziato a porci delle domande su come essere buoni genitori possa essere fondamentale nella formazione dell’individuo di domani. Prima di allora i genitori avevano un ruolo passivo, provvedevano alle necessità essenziali senza preoccuparsi troppo del futuro. Oggi quando entriamo in libreria troviamo scaffali interi dedicati alla genitorialità. Un recente studio ha riportato che il 90% delle madri intervistate si sente giudicata dalla società. I libri sulla genitorialità secondo la Munakata, mandano spesso messaggi contrastanti. Di solito i genitori si dividono in “tiger parenting” ovvero chi è iper protettivo con i figli, chi pianifica ogni dettaglio della loro vita, ed i “free range parenting” che potremmo sintetizzare con “vivi e lascia vivere”. Perché leggiamo questi libri? Perché abbiamo la percezione che se un bambino, un ragazzo, non si comporta in un certo modo, non ottiene quello che vorremmo, i genitori hanno delle responsabilità. “Vi do una buona notizia, la scienza non la pensa così” afferma la dottoressa Munakata. “Pensare che le scelte, i comportamenti dei genitori, impatteranno sul futuro dei propri figli, è come credere che un battito d’ali di una farfalla, scaturirà un uragano dall’altra parte del mondo. Forse una piccolissima parte la gioca anche la farfalla ma è totalmente imprevedibile come lo sono i genitori”.
Come mai spesso ci confrontiamo con genitori di bambini di successo oppure con genitori di figli problematici?
Nel 2015 è stato condotto uno studio su quattordici milioni di gemelli in trentanove paesi del mondo. Il risultato è stato molto interessante. Gemelli cresciuti sotto lo stesso tetto, con genitori che hanno compiuto le medesime scelte, adottato gli stessi comportamenti, hanno cresciuto individui molto diversi fra loro. Prendiamo un divorzio, un bambino lo può vivere come un trauma, un altro come una liberazione. “Lo studio ha dimostrato che è la genetica che determina il futuro dei nostri figli anche se non è solo la genetica ad influenzare, ci sono molti altri aspetti come quello socio economico”. Secondo alcuni studi è molto probabile che se io fossi cresciuto con un’altra famiglia nello stesso contesto socio economico, probabilmente oggi sarei la stessa identica persona di adesso. “La ricercatrice e psicologa Judith Rich Harris sostiene questa tesi. Io dico che le scoperte scientifiche ci dicono che vivere sotto lo stesso tetto non rende due fratelli più simili. L’esperienza in casa con i genitori influenzerà certamente i bambini ma non li porterà ad essere simili un giorno”.
In alcune culture nell’isola di Java in Indonesia si pensava che i genitori fossero troppo indulgenti con i propri figli e così era normale farli crescere da sconosciuti della propria comunità. I genitori di oggi vivono il proprio ruolo con ansia e pressione sociale. “Quello che mi viene da dire ai genitori, da scienziata, è: smettete di biasimarvi, avete influenza ma non avete il controllo”.
La scelta della scuola ad esempio, è una di quelle decisioni che i genitori vivono con apprensione perché pensano che possa determinare il futuro dei propri figli. “La scelta di una scuola può influenzare il futuro di un bambino. Un’educazione Montessoriana ad esempio potrebbe portare un bambino ad ottenere punteggi più alti nelle discipline accademiche ma non sappiamo come inciderà sul futuro del bambino. Potrebbe frequentare un’università ed avere in effetti alti rendimenti ma potrebbe anche ribellarsi alla pressione accademica. Oppure potrebbe frequentare una scuola di basso livello che lo porterà poi ad avere una carriera accademica brillante. I genitori non possono controllare tutte le forze che plasmeranno il futuro del bambino”.
Le domande dei genitori sono sempre tante. È giusto essere “mamme elicottero” pronti a supportare i figli, pianificare ogni momento della loro vita, oppure è preferibile un approccio più “easy”?
Su questo tema la professoressa Yuko Munakata ha compiuto uno studio su bambini di sei anni che ha dimostrato come i ragazzi che sono tenuti più occupati in attività molto supervisionate e dirette dagli adulti, risultano meno portati a prendere l’iniziativa. Lo studio riporta un esempio. Per quale motivo un bambino potrebbe non vestirsi adeguatamente quando esce di casa in un giorno di neve? Se il bambino deve svolgere questo pensiero in autonomia, dovrà pensare al freddo che c’è fuori mentre in casa c’è caldo, dovrà considerare che il terreno potrebbe essere bagnato e che quindi dovrà valutare quali scarpe siano più adatte. È un processo di pianificazione che in molti casi, è svolto invece totalmente dal genitore. Per i bambini è importante fare esperienza e capire anche dagli errori.
Tutto bellissimo ma i genitori continuano a porsi domande. È giusto esporre i bambini a tante attività extra scolastiche per scoprire i talenti oppure non è necessario perché tanto troveranno comunque la propria strada? Lo chiediamo a Yuko come genitore e non come scienziata.
“Da genitore dico che entrambi gli approcci possono essere ragionevoli ma sempre osservando i propri figli, incoraggiare va bene ma fino ad un certo punto”. Lo studio della dottoressa Munakata mostra come siano importanti i “tempi morti” nello sviluppo del bambino. Annoiarsi può essere fondamentale per sviluppare creatività, progettare, disegnare, esplorare.
In conclusione, quale messaggio vogliamo dare ai genitori?
“Sei importante nel plasmare il futuro di tuo figlio, non dimenticarlo, ma in che modo impatterai è difficile da prevedere. Hai influenza ma non hai il controllo. Ricordalo sempre.
E poi un’altra cosa molto importante. Apprezza quanto possano essere potenti i momenti che vivi con tuo figlio. Vivi quei momenti per quello che possono significare per te e per tuo figlio e non per quello che potrebbero significare nel lungo termine, perché se fai così, potrebbe essere uno spreco di energie”.