I 9 segreti della longevità: vivere a lungo seguendo l’esempio delle zone blu
La fonte della giovinezza? Ancora non è stata scoperta. Ma nei due decenni che ci precedono la scienza ha fatto grandi passi nello studio dei meccanismi che regolano la vita. Dieta, integratori, sport, farmaci… Molte sono le strade che, secondo i ricercatori, possono condurci verso un invecchiamento ottimale in cui mente, corpo e spirito funzionano al meglio. In una parola: la longevità.
Tra le scoperte più interessanti c’è sicuramente quella delle zone blu, espressione coniata dal ricercatore Dan Buettner, per definire le regioni del mondo dove vivono le persone più longeve. Dopo averne individuate 5, inclusa la Sardegna, Buettner si è immerso nella loro cultura, scoprendo 9 fattori comuni che secondo lui potrebbero contenere il segreto della longevità. Eccoli.
Muoversi
Quando pensiamo alla nostra quota di esercizio quotidiano, in genere andiamo in palestra o ci allacciamo le scarpe per una corsa mattutina. Ottima cosa. La stessa OMS suggerisce di fare 150 minuti di attività fisica alla settimana (più due allenamenti per la forza). Tuttavia, le persone più longeve del mondo non fanno sempre esercizio fisico. Muoversi fa semplicemente parte della loro vita quotidiana. Vanno a fare la spesa, lavorano in giardino, preparano i pasti a mano, registrando una quantità significativa di movimento ogni giorno, senza starci a pensare.
Una dieta su base vegetale
Sebbene la carne sia presente in molte delle diete delle zona blu, in genere viene consumata solo durante le feste o in piccole porzioni. In generale, tutte le diete della longevità sono principalmente a base vegetale, con i legumi che sono un alimento fondamentale. La dieta di Okinawa è ricca di soia, con tofu e miso come piatti comuni, mentre la dieta dei Nicoyan (Costa Rica) è incentrata sulle tre sorelle: zucca, mais e fagioli. Altre diete come quella mediterranea prevedono di sostituire la carne con il pesce e anche proteine derivanti da formaggi a km zero.
Mangiare fino all’80 percento
Un altro “piccolo” segreto alimentare delle zone blu sta nelle porzioni: gli abitanti di Okinawa seguono il mantra hara hachi bu, che li incoraggia a smettere di mangiare quando hanno lo stomaco quasi pieno. Oltre a seguire la regola dell’80 %, la maggior parte dei residenti delle zone blu consuma pasti più pesanti all’inizio della giornata e il pasto più leggero nel tardo pomeriggio o in prima serata: questa pratica può portare a un sonno migliore e a un inferiore BMI (body mass index).
Avere uno scopo nella vita
In generale, chi vive nelle zone blu hanno una forte motivazione al di fuori del lavoro. Gli abitanti di Okinawa in Giappone lo chiamano ikigai, mentre i Nicoyan ne parlano come del plan de vida. Entrambi si traducono nell’etera domanda “perché mi sveglio la mattina?”. Avere uno scopo è fondamentale in quanto aumenta la nostra capacità di recupero, migliora la qualità del sonno, ci aiuta a raggiungere il successo e ispira una prospettiva positiva. E secondo uno studio può ridurre il rischio di mortalità e persino aggiungere 7 anni alla vita.
Vivere la comunità
L’ appartenenza a una comunità basata spesso (ma non solo) sulla fede è un filo conduttore nelle zone blu. Indipendentemente dalla religione o dalla denominazione, è stato riscontrato che partecipare settimanalmente a una cerimonia aumenta l’aspettativa di vita di circa 4 anni. Nella zona blu di Loma Linda, per esempio, vivono 9.000 avventisti del settimo giorno.
Ridurre al minimo lo stress
Non è un segreto che lo stress può essere dannoso per la nostra salute. Tuttavia è difficile evitarlo, persino nelle zone blu. Ma la differenza è nel modo di affrontarlo. I centenari hanno incorporato alcune routine nella loro vita quotidiana che aiutano a liberarsi dello stress. Ad esempio, i sardi si godono un happy hour quotidiano e gli Ikariani fanno un pisolino a metà pomeriggio.
Moderata assunzione di alcol
I residenti di tutte le zone blu, ad eccezione degli avventisti californiani di Loma Linda, consumano alcolici. Gli studi hanno dimostrato che i bevitori moderati tendono a sopravvivere ai non bevitori. Le persone nelle zone blu in genere consumano da uno a due bicchieri (massimo) al giorno, con il cibo o in compagnia di amici. In Sardegna, i residenti della zona blu bevono un bicchiere o due di vino rosso Cannonau ogni giorno che si è scoperto avere una quantità doppia di flavonoidi che puliscono le arterie rispetto ad altri vini. (Su questo punto però non tutti gli scienziati concordano: alcuni scienziati infatti ritengono che gli effetti negativi dell’alcol siano maggiori rispetto ai suoi benefici).
Dare la priorità alla famiglia
Un’altra tendenza delle zone blu è l’importanza della famiglia. Gli abitanti si impegnano con un/una compagno/a di vita, cosa che secondo gli studi aumenta l’aspettativa di vita. Hanno poi i genitori e i nonni nelle vicinanze o in casa in modo che possano prendersi cura di loro.
Senso di appartenenza
Diversi studi hanno dimostrato che il fumo, la solitudine, la felicità e persino l’obesità sono contagiose. Nel senso che le persone da cui siamo circondati possono avere un impatto positivo o negativo sulla nostra salute. Chi vive nelle zone blu lo ha capito e tende a partecipare a gruppi che incoraggiano e supportano uno stile di vita sano. Gli abitanti di Okinawa, per esempio, sono orgogliosi dei loro moai: gruppi di amici che durano tutta la vita, e che gli forniranno supporto emotivo e finanziario nei momenti di bisogno. Strano ma vero: anche questo può renderci più longevi.
Fine articolo (lasciare almeno due righe di spazio prima di inserire il paragrafo che segue, con elenco puntato.
Le zone blu
Cinque luoghi nel mondo incontrano la definizione di Zona Blu:
- Sardegna, l’isola con la più alta concentrazione mondiale di centenari maschi
- Okinawa, in Giappone, patria delle donne più longeve del mondo
- Penisola di Nicoya, Costa Rica, che vanta i tassi di mortalità di mezza età più bassi al mondo
- Ikaria, in Grecia, un’isola con uno dei tassi di demenza più bassi al mondo
- Loma Linda, California, sede di una comunità di avventisti del settimo giorno che vivono regolarmente 10 anni in più rispetto al resto degli americani.