Centodieci incontra Giulia Ghiretti: "Cammino tutti i giorni, ma in un altro modo"
12 Dicembre 2016, Borgomanero
Quella con Giulia Ghiretti e Fabio Tavelli è stata una serata di Centodieci è Ispirazione diversa dalle altre. Potremmo dire che al centro c’era la persona, ma saremmo limitativi, potremmo dire che al centro c’era lo sport, e anche in questo caso lasceremmo qualcosa per strada, potremmo dire che ci siamo lasciati ispirare e che abbiamo ispirato, e forse ci avvicineremmo alla realtà. La definizione più giusta però è che abbiamo parlato di valori, di sogni, di lotte e di sacrifici e, se vogliamo, di tremenda normalità.
Normalità che fa rima Giulia, una ragazza di 22 anni che al collo porta due medaglie olimpiche, un argento e un bronzo nelle specialità di rana e delfino, vinte alle paralimpiadi di Rio 2016. Ma no, non ha parlato di medaglie Giulia nella sua lunga chiacchierata a Borgomanero, non solo quanto meno, ha parlato di se stessa, della sua famiglia, della complicità con la sorella e col fratello minore, di amicizia e di sport. Come quello che ha definito Fabio Tavelli citando Pietro Mennea in apertura: “Lo sport ha bisogno di progettazione, innovazione e impegno costante”. Ecco, partiamo dall’impegno con le parole di Giulia: “Mi alleno tutti i giorni, almeno due ore al giorno, esattamente come una professionista”. In vasca, dal lunedì al sabato, perché “in acqua sto bene non ci sono differenze, è tutto più uguale”. Applausi. Uguale sì, a 360°, perché esattamente come nelle discipline dei normodotati è presente il doping anche in quelle paralimpiche, ma soprassediamo e andiamo oltre. “Lo sport è stata una rinascita che mi ha permesso di scoprire un nuovo modo di essere e di vivere”, asserisce. E se qualcuno dovesse fermarsi all’apparenza della sedia a rotelle che l’ha accompagnata sul palco la risposta sarebbe semplice: “Sono in piedi e cammino tutti i giorni, solo lo faccio in un altro modo”. Chapeau.
La chiacchierata informale scivola via, si passa dalla storia delle Olimpiadi con Tavelli che ricorda Seul 1988 quando vennero unificate le discipline classiche a quelle paralimpiche, alla storia di Giulia, ragazza che si trasferisce da Parma a Milano per frequentare l’università in una quotidianità che profuma di normale: “Avere amici ovunque è bellissimo, nella mia scala dei valori metto la famiglia al di sopra di tutto, poi vengono gli amici” dichiara. E poi? “Poi c’è la determinazione perché non esiste la strada pronta per raggiungere un obiettivo, devi creartela da sola”. Guai a farsi prendere dalla compassione però, “non mi piacciono le persone che cercano di essere gentili solo perché sei su una sedia a rotelle, lo capisco subito quando fanno così” conclude.
E allora, senza compassione, come concludiamo? “Se guardo al futuro vedo mondiali, europei e Olimpiadi del 2020”, e poi? “Poi qualcosa devi costruire, non puoi fare la sportiva per tutta la vita”. Sipario.