Felicità e creatività: esiste un legame?
Essere creativi ci rende felici oppure è la felicità a stimolare la nostra creatività?
“Le cose più importanti per essere felici sono l’avere qualcosa da fare, qualcosa da amare e qualcosa in cui sperare”
Joseph Addison
Le persone creative, non so se l’hai notato, sembrano essere più felici, e quelle felici si dimostrano, spesso, molto creative.
Esiste un legame tra creatività e felicità?
Essere più creativi ci rende felici oppure è la felicità a stimolare la nostra creatività?
Che cos’è la felicità?
Definire la felicità non è facile, perché è un concetto molto “ampio”, che coinvolge aspetti psicologici ed emotivi, e ognuno, in base alla propria esperienza, tende a coglierne sfumature diverse.
Cercando in un vocabolario troviamo: “Stato d’animo di chi è sereno, non turbato da dolori o preoccupazioni e gode di questo suo stato”.
Ci sono due elementi interessanti: il primo è l’assenza di dolore, il secondo è la consapevolezza: la persona si rende conto di questa sua felicità e ne è appagata.
Sonja Lyubomirsky, docente di Psicologia all’Università della California (e autrice del libro “The How of Happiness, a practical guide to getting the life you want”), sostiene che la felicità sia “L’esperienza di gioia, contentezza, o benessere positivo, unito alla sensazione che la propria vita sia buona, significativa e utile”.
Si aggiunge, quindi, un terzo elemento importante: la sensazione che la propria vita sia significativa e utile.
Quando non proviamo dolore, percepiamo le nostre attività come utili e significative e siamo consapevoli di questo stato, allora siamo vicini alla felicità.
Quali situazioni ci rendono felici?
La Harvard Study of Adult Development è la ricerca più lunga, mai condotta nella storia umana, sulla felicità.
È cominciata nel lontano 1938, quando i ricercatori hanno selezionato 724 ragazzi che vivevano a Boston: una metà erano matricole all’Università di Harvard e l’altra metà proveniva dalle famiglie più disagiate della città. Tra questi c’erano anche Ben Bradlee, che diventerà giornalista e poi direttore del Washington Post, e John Fitzgerald Kennedy, che sarà il 35° presidente degli Stati Uniti (dal gennaio del 1961 al novembre del 1963).
Il team di ricerca ha raccolto (ogni due anni) informazioni relative alla salute fisica e mentale, alle aspirazioni, alle attività svolte (studio, lavoro, ecc.), alle relazioni con familiari e amici, di ogni partecipante.
Che cosa è emerso da questo studio?
I risultati, raccolti nel libro “The Good Life: lessons from the world’s longest scientific study of happiness”, mostrano qualcosa di sorprendente. Non sono il denaro o il successo nel lavoro a procurare la felicità (e a contribuire alla longevità), ma le relazioni con il coniuge, la famiglia, gli amici e l’impegno nella comunità. Sono questi legami, molto più della classe sociale o del benessere economico, ad alleviare le “sconfitte”, a dare entusiasmo e motivazione, a ritardare il declino mentale e fisico, a contribuire a una vita più felice e più sana.
“Abbiamo imparato che le persone credono che la felicità sia qualcosa che possono raggiungere: se comprano quella casa o ottengono una promozione o perdono, allora la felicità arriverà” – ha affermato Robert Waldinger, uno degli autori del libro. “Ci comportiamo come se fosse una destinazione che raggiungeremo se spuntiamo le caselle giuste, ma i dati mostrano molto chiaramente che questo non è vero. Ed è una buona cosa, poiché la felicità non è più qualcosa al di fuori della nostra portata, ma qualcosa di assolutamente realizzabile per tutti noi”.
Quindi: è importante avere un buon lavoro, un certo reddito, una bella casa, ma avere buone relazioni con gli altri sembra essere il criterio predittivo più attendibile per la salute (fisica e mentale) e per la serenità.
Esiste un legame tra creatività e felicità?
Che relazione esiste tra creatività e felicità: sarà la creatività a influenzare la felicità o sarà il buonumore a stimolare la creatività?
Nella ricerca “Everyday creative activity as a path to flourishing”, svolta nel 2016 presso l’Università di Otago (Nuova Zelanda), è stato chiesto a 658 volontari di tenere un diario, per 13 giorni, in cui annotare quanto fossero stati creativi nel corso della giornata e descrivere il loro stato d’animo generale. I partecipanti dovevano anche valutare quanto si sentivano “ispirati” nelle attività quotidiane e quanto erano gratificanti le loro interazioni sociali.
Da questi diari è emerso che le persone si sentivano più entusiaste ed energetiche nei giorni successivi a quelli in cui erano state più creative.
Tamlin Conner, autore della ricerca, ha dichiarato: “Questa scoperta suggerisce un particolare circolo virtuoso per il benessere e la creatività. Impegnarsi in un comportamento creativo porta a un aumento del benessere il giorno successivo, e questo aumento del benessere, probabilmente, faciliterà l’attività creativa lo stesso giorno“.
Impegnarci a svolgere attività creative contribuisce, quindi, a un maggior benessere. Non dobbiamo essere degli artisti: basta dedicare qualche minuto a creare un moodboard, a scrivere un racconto, a sperimentare una nuova ricetta, insomma, le possibilità sono tantissime…
Risultati molto simili emergono anche dalla ricerca “Everyday creativity in daily life: An experience-sampling study of “little c” creativity”), svolta, nel 2014, presso l’Università del North Carolina a Greensboro.
79 studenti universitari (26 dei quali specializzandi in arte) venivano chiamati al cellulare otto volte al giorno (per una settimana) e dovevano rispondere alla domanda: “Stai facendo qualcosa di creativo?” e poi dovevano descrivere il loro stato emotivo in quel momento (indicando un valore per felicità, tristezza, ansia, rabbia e irrequietezza).
Nel 22% dei casi i partecipanti stavano effettivamente facendo qualcosa di creativo e hanno riferito di “sentirsi significativamente più felici e più attivi” rispetto ad altri momenti.
Paul Silvia, autore della ricerca, ha concluso: “Impegnarsi in attività creative consente alle persone di esplorare le proprie identità, formare nuove relazioni, coltivare competenze e riflettere in modo critico sul mondo. A loro volta, la nuova conoscenza, l’autocomprensione e le relazioni servono come fonti di forza e di resilienza”.
L’influenza delle emozioni positive sul pensiero creativo viene confermata dallo studio “The broaden-and-build theory of positive emotions”, svolto nel 2004 da Barbara Fredrickson, del Dipartimento di Psicologia dell’Università del Michigan.
Le emozioni positive (come gioia, interesse, appagamento e felicità) ampliano la consapevolezza e incoraggiano pensieri “esplorativi” e questo contribuisce a promuovere la creatività. Sono due i motivi per cui succede.
Queste emozioni, secondo la Fredrickson, ampliano il “repertorio” di pensiero-azione della persona: la gioia attiva la voglia di giocare, l’interesse innesca la passione di esplorare, la contentezza suscita il desiderio di assaporare, ecc.
Il secondo motivo è che questo “repertorio ampliato” promuove la scoperta di idee, azioni e legami sociali nuovi e più creativi. Queste nuove risorse personali (cognitive, psicologiche e sociali) funzionano come una “riserva creativa” a cui la persona può attingere in futuro.
Per riassumere la relazione tra felicità e creatività, trovo illuminanti le parole di Ruth Richards, docente alla Saybrook University di Pasadina (California): “La creatività quotidiana è sia causa sia conseguenza di uno sviluppo positivo. Fare qualcosa di creativo contribuisce alla tua crescita psicologica e aumenta la tua felicità.”
3 suggerimenti pratici per essere più creativi (e felici)
- Crea una tua “happiness board”
Conosci, probabilmente, la “vision board”, una rappresentazione visiva dei tuoi obiettivi e valori. Ospita immagini, colori, foto, citazioni, che ti servono come ispirazione (o promemoria) per lavorare verso gli obiettivi stabiliti e, più in generale, verso il futuro che desideri.
Ti propongo di creare anche una “happiness board”, che può essere fisica con foto e post-it, oppure virtuale in cui puoi raccogliere battute, immagini divertenti, video, insomma tutto quello che ti fa ridere e che può ispirare la tua felicità. Impegnati a dargli un’occhiata almeno una volta al giorno.
- Scatenati (ogni tanto)
Quando svolgiamo alcune attività, come ballare o cantare, il nostro cervello rilascia una serie di sostanze preziose (come la dopamina, l’ossitocina, ecc.). Ritagliati, allora, qualche momento per cantare (magari sotto la doccia o in auto) o per ballare (se vuoi, dove non ti vede nessuno). Questo contribuisce a metterti di buon umore e ad attivare le tue energie.
- Fai qualcosa per gli altri
Sei vuoi essere più felice, fai qualcosa per rendere felici gli altri. Diversi studi, come quello svolto da Titova e Sheldon (“Happiness comes from trying to make others feel good, rather than oneself”, 2021) hanno confermato che rendere felici gli altri è il modo più funzionale ed efficace per raggiungere la propria felicità.
Sorprendi un collega, un amico, un vicino di casa, con una torta, una bottiglia di vino, un buon libro e … vedrai che ti sentirai più felice.
Sperimenta questi suggerimenti, ricordando che, come affermava Plinio il Vecchio: “Est vera felicitas, felicitate dignum videri”, cioè “la vera felicità è riconoscersi degni di essere felici” (e creativi).