Ecco le 3 convinzioni (sbagliate) che ci impediscono di essere felici
La felicità è forse una delle mete più ambite, desiderate, sognate, perseguite in tutta la nostra vita, in fondo, a pensarci bene tutto quello che facciamo nella vita privata, in coppia, in famiglia, da soli, nel tempo libero, al lavoro, è finalizzato a farci stare bene e a creare dentro di noi emozioni e pensieri positivi. Se poi questi riescono a rasentare la felicità, tanto meglio.
Cos’è la felicità?
Secondo la Psicologia Positiva la felicità è una condizione che comprende una componente cognitiva che consiste nella nostra idea di felicità e il modo di raggiungerla, ed una emotiva che si riflette nel sentirsi felici. Comporta l’essere attenti, consapevoli, la capacità di vivere il momento presente, goderne, senza desiderare altro e sapendo che finirà. E’ un processo che ciascuno di noi costruisce attivamente lavorando sulla propria autoconsapevolezza.
Anche se non esiste una unica via verso la felicità valida per tutti, alcune componenti sono fondamentali per essa: provare emozioni positive, ad esempio pace, gratitudine, piacere, speranza, curiosità, amore, essere impegnati con tutto se stessi in un’attività coinvolgente, alimentare relazioni positive e nutrienti, svolgere attività che per noi abbiamo un significato, migliorare se stessi, realizzarsi, nella vita privata e/o nel lavoro e la capacità di declinare questi aspetti in modo del tutto personale nella propria vita.
Rimuovere gli ostacoli, per lo più in forma di pensieri ed emozioni negative, che ci impediscono di essere felici può essere un ottimo modo per alimentare la propria felicità. In questo senso la Psicologia Positiva ha creato una lunga serie di esercizi appositi per raggiungere tale obiettivo.
Quali convinzioni errate ci impediscono di essere felici?
Tutti noi abbiamo le nostre convinzioni, i pregiudizi, gli schemi di pensiero attraverso i quali interpretiamo la realtà e agiamo. Se questi pensieri sono disfunzionali o palesemente errati possono suscitare in noi ulteriori pensieri negativi e distorti e condurci ad azioni che non ci consentono di essere felici.
Secondo Sonja Lyubomirsky, autrice del libro “The Myths of Happiness” esistono dei miti, che si è visto essere falsi, a cui tendiamo a credere, ma che ci precludono la felicità:
- Non sarò felice finché non avrò ottenuto una promozione o il lavoro che sogno: se si ripensa a quando si è ottenuto il lavoro che attualmente abbiamo, le sfide e le opportunità che esso ha comportato, possiamo sentire la gioia e l’eccitazione crescere dentro di noi. Tuttavia, con lo scorrere dei giorni la nuova posizione professionale è diventata routinee tutte le emozioni positive associate si sono via via assopite. Al fine di prevenire questa perdita di entusiasmo e di gioia può essere consigliabile rievocare il precedente lavoro, magari meno soddisfacente, oppure la fase iniziale in cui si era ottenuto quello attuale, per tornare a percepire tutte le emozioni positive associate e riportarle al presente. Oppure si può ricordare quando si veniva pagati di meno, o si ricevevano meno benefit, e limitarsi nelle spese per alcuni giorni, come se si avesse solo quel budget a disposizione. Oppure si può ricordare quando non si avevano buoni rapporti coi colleghi e pranzare da soli, come magari si faceva in passato, al fine di evitare compagnie sgradevoli, per poi ritrovarsi coi colleghi attuali e godere della loro presenza. In genere ciascuno di noi ha un livello di felicità prestabilito a cui tende a tornare dopo che la tempesta emotiva, positiva o negativa, associata ad un evento si smaltisce, in un tempo maggiore o minore, a seconda dell’entità del fatto stesso. E’ possibile, però, esercitandosi costantemente, elevare questo punto di base. Inoltre, come se non bastasse, spesso nutriamo delle aspettative dalla realtà, in primis quella professionale, ma anche talvolta quella di coppia, che magari non sempre sono realistiche. Il lavoro “ideale”, così come il partner “ideale” non esiste. Vivere con questa convinzione condanna ad una ricerca senza fine destinata a produrre frustrazione e attesa incessante. Rendersi conto che il lavoro “ideale”, la coppia “ideale” si possono costruire giorno per giorno mette nelle condizioni di assaporare piccoli e grandi momenti di gioia e felicità pressoché quotidiani
- Vivrò per sempre una esistenza triste perché sono single: numerose ricerche della Psicologia Positiva hanno contribuito a demolire il mito della persona single sola, triste, depressa, relegata sempre in casa. Al contrario si è visto che i single tendono a trovare un senso ed uno scopo nella loro esistenza in tanti modi: nelle amicizie, nella comunità, nel volontariato, nel lavoro, negli hobby. Rispetto alle persone sposate o fidanzate si è visto che i vicini hanno rapporti più stretti con i parenti, gli amici, i vicini di casa e continuano ad ampliare le loro amicizie per tutta la vita. Le donne anziane, ancor più nello specifico, sembrano avere parecchie amicizie per loro molto significative che riescono a mantenere anche per numerosi anni
- Non posso essere felice perché non sarò mai magro, bello, sposato, non avrò figli, non sarò famoso, e molto altro: tutti sogniamo il nostro futuro, in un modo o nell’altro. Spesso, però, i nostri sogni sono talmente fantasiosi che difficilmente riusciamo a porci nelle condizioni per realizzarli. In questi casi si tratta di essere realisti, verificare quali sono le proprie risorse, le potenzialità, i punti di forza, valorizzare e mettere a frutto quelli, senza fantasticare su quella che potrebbe essere la nostra immagine ideale e la nostra vita da sogno. Fatto ciò si può passare ad una progettualità con obiettivi, modi e tempi ben definiti al fine di raggiungere concretamente ciò a cui si ambisce e che si sa essere alla propria portata. Realizzare se stessi e le proprie potenzialità è una delle massime fonti di felicità per tutti noi.
In conclusione, anche se non esistono soluzioni, strategie, percorsi standardizzati verso la felicità, è possibile comunque cercare di costruirla, giorno per giorno, tramite piccoli passi alla portata di tutti che contribuiscono ad una vita più equilibrata e serena con se stessi e con gli altri.