È possibile “provocare” un’illuminazione creativa?
Ti è mai capitato di avere un’illuminazione creativa che ti ha permesso di trovare una soluzione ad un problema su cui ti “arrovellavi” da tempo?
Thomas Edison, uno dei più grandi inventori moderni (aveva depositato oltre 1000 brevetti), sosteneva che la genialità fosse per 1% ispirazione e per il 99% traspirazione, cioè sudore. Questo significa che l’intuizione è solo una piccola parte del processo creativo, è anche vero che senza quella ispirazione non sapremmo dove dirigere il 99% delle nostre energie e del nostro impegno.
Alcuni ricercatori li chiamano “Eureka moments”, situazioni in cui il cervello sembra “staccare la spina” e lasciare “vagare” i pensieri. Poi, ad un tratto, arriva (non si sa bene da dove) un’idea in cui tutti gli elementi del problema vanno a posto e troviamo una soluzione “geniale”.
La domanda, a questo punto, sorge spontanea: “Possiamo ‘provocare’ un’illuminazione creativa (insight)?”
Il termine “insight” è stato creato, per la prima volta, dallo psicologo tedesco Wolfgang Köhler nel 1920. Kohler, uno dei fondatori della Psicologia della Gestalt, sosteneva che gli aspetti percettivi giocassero un ruolo centrale nella risoluzione dei problemi. L’idea che porta alla soluzione non arriva tramite un processo di prove ed errori (come sostenevano gli psicologi comportamentisti), ma grazie ad una “illuminazione creativa”.
La cosa simpatica è che Kohler ha concepito questa sua teoria dell’insight osservando il comportamento di uno scimpanzé, durante degli esperimenti nella stazione zoologica di Tenerife.
Gli esperimenti consistevano nel porre delle banane fuori dalla gabbia e nel mettere a disposizione degli scimpanzé alcuni bastoni, di diversa lunghezza. All’interno della gabbia c’era solo un bastone corto, fuori della gabbia ce n’erano altri più lunghi. “Sultano” uno degli scimpanzé ha provato, per prima cosa, a prendere le banane con il bastone corto, dopo qualche tentativo si è arrabbiato, poi si è calmato e, dopo qualche minuto, ha avuto un’illuminazione: ha usato il bastone corto per avvicinare a sé quello lungo e, con quello, è riuscito a prendere il casco di banane. Kohler si è accorto che “Sultano” è riuscito a ristrutturare i diversi elementi della situazione (bastoni, gabbia, banana, distanze, ecc.) e ad avere un’illuminazione creativa.
Questa illuminazione (insight) avviene quando la nostra mente “riorganizza” gli elementi del problema e riesce a percepirli in modo diverso trovando nuove connessioni.
Nel 1926 Graham Wallas, uno psicologo ed educatore inglese, analizzando alcune scoperte creative, ha individuato alcune fasi che sembrano essere sempre presenti nel processo creativo.
1. Preparazione
Questa è la fase in cui osserviamo, in cui raccogliamo informazioni e dati che ci portano a definire il problema da affrontare.
2. Incubazione
Qui iniziamo le riflessioni, i calcoli, i ragionamenti e i primi tentativi di soluzione. Nella maggior parte dei casi non riusciamo a concludere un granché. Ci concediamo, allora, un momento di relax (doccia, passeggiata, ecc.) o ci dedichiamo ad altre cose (hobby, lettura, ecc.) La nostra mente, però, continua ad elaborare le idee
3. Insight
Mentre siamo impegnati a fare altro (guidare, fare sport, chiacchierare con gli amici, ecc.) arriva, fulminante, l’illuminazione. È il momento in cui si creano delle connessioni inattese, in cui tutti gli elementi vanno a posto e troviamo una soluzione “geniale”.
4. Verifica
In questa ultima fase torniamo rigorosi e sperimentiamo per verificare se l’idea creativa che abbiamo partorito funziona sul campo.
Le illuminazioni creative sembrano essere precedute da una fase, più o meno lunga, di incubazione e, di solito, arrivano quando non siamo particolarmente concentrati (e, soprattutto, quando non siamo seduti alla nostra scrivania).
Sei curioso di sapere perché succede?
Una risposta interessante emerge dalla ricerca “Inspired by distraction: mind wandering facilitates creative incubation”, svolta, nell’agosto del 2012, da Benjamin Baird e Jonathan Schooler presso L’Università della California.
I ricercatori hanno sottoposto a 145 studenti due esercizi che richiedevano di elencare in due minuti il maggior numero possibile di utilizzi alternativi di oggetti d’uso comune, come ad esempio stuzzicadenti, appendiabiti e mattoncini.
Allo scadere del tempo, ai partecipanti è stata concessa una pausa di 12 minuti, durante la quale
– alcuni hanno semplicemente riposato;
– altri hanno svolto un’attività che richiedeva memoria e concentrazione;
– altri ancora sono stati coinvolti in un’attività poco impegnativa che favoriva la divagazione con la mente;
– un ulteriore gruppetto di volontari non ha avuto alcun momento di pausa.
Alla fine del break gli studenti hanno svolto, di nuovo, il compito iniziale: quelli del 3° gruppo, che si erano dedicati all’attività che permetteva alla mente di divagare, questa volta hanno ottenuto performance migliori, rispetto ai compagni, nel 41% dei casi.
Lasciar vagare la mente, quindi, potrebbe sembrare un’attività inutile, ma facilita le connessioni e il pensiero creativo.
A questo punto puoi tentare di “provocare” un’illuminazione creativa seguendo questi passi (come suggerisce Rowan Gibson):
1. Scegli una sfida che ti appassioni: lavorare a qualcosa (di circoscritto) che ti piace ti dà lo slancio e la motivazione di investire il tuo tempo e le tue energie;
2. Impara e approfondisci: studia, leggi tutto quello che puoi, analizza l’argomento in profondità, fai ricerche, confrontati con gli esperti, ecc.
3. Sperimenta: metti le “mani in pasta”, fai degli esperimenti, raccogli dei dati, modifica e sperimenta ancora, ecc.
4. Raggiungi il “punto di stallo”: tutti gli inventori (piccoli e grandi) hanno ammesso di essere arrivati ad un punto critico, una fase in cui provavano una profonda “frustrazione creativa” perché non intravedevano alcuna soluzione.
5. Concediti del relax: fai una passeggiata, fai sport, ascolta la musica, fai giardinaggio (o bricolage), insomma una qualsiasi attività fisica che ti “allontani” dal problema. Lo stato di benessere, creato da un’attività rilassante, stimola un alto numero di connessioni neuronali e questa maggiore attività elettrica del cervello rende più facile un’illuminazione creativa.
6. Accogli l’illuminazione creativa: mantieni la mente aperta e rilassata perché, nel momento meno atteso, può arrivarti l’intuizione che ti consente di “riorganizzare” gli elementi del problema e trovare una soluzione innovativa.
Se ha un “problema” o una questione che desideri risolvere metti in pratica questi suggerimenti perché, come ricordava Chuck Close, “Sono i dilettanti a cercare l’ispirazione. Tutti gli altri si rimboccano le maniche e si mettono al lavoro.”