Prima il dovere e poi il piacere? C’è chi dice il contrario
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C’è una frase che perseguita ogni bambino fin dall’infanzia, un insegnamento che ogni genitore impartisce alla sua progenie per iniziarla a piccoli passi al mondo dei grandi:
Prima il dovere e poi il piacere
È così infatti che gli adulti gestiscono la loro vita, alternando sessioni prolungate di dovere con piccole dosi di raro piacere. Si cresce con la convinzione che solo dopo i compiti si possa giocare, che solo dopo una settimana di dieta si possa mangiare la pizza, solo dopo aver finito una giornata di duro lavoro si possa bere una birra e che solo dopo aver finito la cena potremo concederci un dolce. Questo non è sempre vero. Pensare che il piacere che arriva dopo il dovere sia ancora più gradito, è solo un effetto illusorio: il piacere è sempre lo stesso. Un paio d’anni fa è uscito un articolo sul New York Magazine che spiegava i risultati di uno studio condotto da Ed O’Brien, professore alla Chicago Booth School of Business, pubblicato dalla rivista Psychological Science, che analizza le reazioni di giovani studenti a cui viene data la possibilità di fare un massaggio prima o dopo un esame. Il benessere post relax degli studenti è stato uguale sia per quelli che avrebbero ancora dovuto sostenere l’esame sia per quelli che lo avevano già fatto. C’è una verità incontrovertibile, però, sebbene il piacere possa risultare lo stesso, perché un massaggio è effettivamente sempre rilassante, c’è una grande differenza tra il sentimento di gratificazione che si prova dopo aver adempiuto ai propri compiti e il senso del dovere che incombe quando si ha la preoccupazione di doverli ancora fare.
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Questo senso di colpa – che forse non è per tutti, ma di sicuro per la maggior parte – ci fa pensare alla vita come a una lista di cose da fare, ma porta a domandarsi: se esiste un prima e un dopo il dovere, e quest’ultimo si contrappone al piacere, può esistere allora il dovere fatto con piacere?
È in questa ipotesi che si intercetta l’unica possibilità di vivere serenamente e con maturità la nostra vita: se si smettesse di considerare come opposti il dovere e il piacere, allora forse il dovere svelerebbe un suo lato più piacevole.
Non c’è la pretesa, in questo tentativo di arrivare a un compromesso tra i due, di eliminare ogni differenza tra piacere e dovere, ma piuttosto di far riflettere che dovere e piacere potrebbero coesistere e che potrebbero fare entrambi parte della vita di una persona. Nell’ipotesi remota e irreale che arrivi un giorno in cui l’umanità si risvegli completamente libera dagli obblighi morali, sociali, culturali e lavorativi e che possa dedicarsi all’improvviso solamente alle cose piacevoli, al divertimento e a tutto ciò che può essere scelto e desiderato, ci sarebbe un limite a questo piacere? Esisterebbe ancora senza il suo contrario che lo definisce? Dunque ci si domanda se si possa dedicarsi al piacere prima che al dovere, la risposta è sì, per ogni cosa c’è il suo tempo, basta trovare il giusto ritmo.
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