Come affrontare il disturbo da distrazione indotto dalla vita moderna e tornare a rendere il meglio di sé
Se hai la costante sensazione di non riuscire a fare tutto, o non essere in grado di farlo come vorresti, potresti soffrire di Attention Deficit Trait (ADT). Il suo scopritore, il ricercatore Edward Hallowell, lo descrive nel suo libro Driven to distraction come l’incapacità di resistere alle notifiche, selezionare le opportunità e scegliere le cose da fare.
È una specie di disturbo da deficit di attenzione (ADD) indotto dalla sovrabbondanza del rumore di sottofondo, che sovraccarica il nostro cervello costringendoci ad agire in una sorta di “modalità provvisoria”, ribattezzata da alcuni “modalità di sopravvivenza”.
Per fortuna ci si può “curare”, e in questo articolo vedremo come.
L’ADT è infatti una specie di versione “normale” dell’ADD. A differenza di questo – vera malattia che colpisce il 5% della popolazione adulta – l’ADT è indotto dalla vita moderna, nella quale siamo sempre impegnati a rispondere a così tanti impulsi e stimoli che diventiamo sempre più distratti, irritabili, impulsivi, irrequieti e, a lungo andare, incapaci di raggiungere obiettivi alla nostra portata. In altre parole, inefficaci, perché stiamo dando attenzione a più cose di quelle che siamo in grado di gestire.
Come si sviluppa l’ADT
Questo tipo di disturbo si manifesta gradualmente, al punto che è difficile rendersene conto. Non ci sono crisi o emergenze, ma la vita diventa sempre più difficile e chi ne soffre inizia ad avvertire qua e là lievi sensazioni di panico e di colpa per non essere in grado di gestire tutto. La combinazione di questi fattori rende chi soffre di ADT incapace di individuare le cose importanti e dedicarsi a esse.
Come scoprire se soffriamo di ADT
I sintomi dell’Attention Deficit Trait sono diversi e spesso si tratta di sensazioni comuni.
Eccone alcuni:
- pensi di non rendere al massimo delle tue capacità;
- cerchi di raggiungere tutti gli obiettivi a portata di mano;
- vuoi fare di più, ma in realtà riesci solo a fare di meno;
- rispondi in maniera superficiale e di corsa;
- sei meno creativo del solito;
- lavori di più e dormi di meno;
- non fai più esercizio fisico;
- vedi di meno i tuoi amici.
In poche parole, potremmo sintetizzare così: chi soffre di ADT perde di vista la visione d’insieme, i propri obiettivi e i propri valori.
Come conseguenza dell’ADT ci si ritrova a pensare a qualcosa di diverso da quello a cui ci si sta dedicando per il 50 per cento del proprio tempo; si cede alle distrazioni (che si presentano in media ogni 11 minuti) e si fatica a rimanere concentrati (ogni distrazione costa infatti 23 minuti di tempo per ritrovare la stessa concentrazione di prima, studio Steelcase). La conseguenza ultima è l’alterazione della nostra percezione del tempo, dalla quale dipende la pianificazione della nostra vita.
La “malattia” può presentarsi anche in forme più lievi e chi si riconosce in alcuni dei sintomi potrebbe in realtà averla già “incubata”.
Come curare l’ADT
Per affrontare l’ADT è necessario per prima cosa riconoscere di soffrirne.
Senza stare a passare in rassegna i sintomi, se non hai tempo per fare tutto quello che hai messo in agenda, nonostante tu abbia la sensazione di dare sempre il massimo, anzi, che tu stia facendo più di quello che dovresti, e sei comunque sempre di corsa, quelle che seguono sono pratiche che ti può convenire adottare.
Prendersi cura di corpo e mente
Gli strumenti che usiamo per vivere e lavorare, corpo e mente, sono strettamente collegati fra di loro. Un sonno adeguato – fra le 7 e le 8 ore -, una dieta equilibrata – cercando di mangiare verdure a ogni pasto e fare spuntini a base di frutta – e un regolare esercizio fisico sono indispensabili per mantenerci in forma e allenare la nostra capacità di concentrazione.
Ridurre il rumore di sottofondo
L’80 per cento dei nostri risultati dipende dal 20 per cento delle nostre azioni, secondo l’universalmente riconosciuto Principio di Pareto. Individuare quel 20 per cento è il primo passo per ridurre il sovraccarico del nostro cervello.
Per farlo, è buona cosa scrivere in un’agenda o in un’app tutto quello che ci passa per la testa, così da non spendere energie mentali a ricordarlo, come insegna David Allen, autore del metodo GTD.
Eliminare le notifiche
Una notifica è un’azione di disturbo che richiama la nostra attenzione su altro rispetto a quello in cui siamo impegnati.
Ridurre le notifiche all’essenziale e ogni giorno programmare qualche ora di lavoro ad alta concentrazione, quello che lo studioso Cal Newport definisce Deep Work, è un viatico per riprendere possesso della nostra attenzione.
Sorridere
Le ricerche del professor Shawn Achor hanno dimostrato che la felicità rende il 31% più produttivi.
Siccome questa felicità è presente in noi a prescindere da quello che facciamo e non come conseguenza di ciò, come spiega lo psicologo Richard Wiseman in The As If Principle, in pratica basta sorridere di più per essere più felici. Provare per credere: sorridi ora.
Meditare
Se il nostro cervello è un fazzoletto bianco che si sporca con l’uso – immagina le condizioni del fazzoletto di chi soffre di ADT – quello che dobbiamo fare per restituirgli il suo naturale candore è lavarlo in lavatrice. La lavatrice è la meditazione, i cui benefici che la scienza ha rilevato si estendono al nostro umore e alla nostra capacità di concentrazione.
Ritrovare l’efficacia sul lavoro
Infine, ecco qualche pratica per rimettere le cose a posto anche al lavoro.
- Individuare un metodo di cui fidarsi per gestire i propri impegni, come GTD, MIT o Tecnica Pomodoro.
- Utilizzare uno strumento analogico come il Bullet Journal o il Productive Planner per ritrovare il tempo di pensare a quello che dobbiamo fare, prima di iniziare la nostra giornata e alla fine di essa.
- Mantenere tavolo e desk di computer e smartphone il più liberi possibile.
- Dividere grossi compiti in compiti più piccoli.
- Occuparsi subito al mattino delle cose importanti, prima di guardare l’email.
- Mai occuparsi di una cosa più di una volta, come per esempio rimettendo da leggere un’e-mail o uscendo da un meeting senza aver definito le azioni da compiere.
- Evitare il multitasking, che altro non fa che ridurre la nostra capacità di concentrazione.