Dillo con semplicità
Spiegare con semplicità e umiltà come si fanno e come accadono le cose non è solo un modo intelligente per farsi capire.
Adottare l’approccio del divulgatore è infatti un metodo efficace per assicurarsi un’audience sempre più ampia.
PESCARE NEI FIUMI DIGITALI
Il contesto digitale è pieno di fiumi in cui pescare nuovo pubblico attraverso contenuti di diversi formati.
Con la scrittura si pesca su Twitter e LinkedIn e con i video su Facebook, Instagram e YouTube, e ogni giorno nascono ruscelli nuovi.
Ma il modo più semplice per avere un pubblico largo non è sviluppare un formato specifico, ma un atteggiamento dedicato alla diffusione dei propri contenuti.
Prendere in prestito l’approccio della divulgazione – spiegare a tanti, con semplicità – è infatti un metodo che funziona e porta molti professionisti a farsi riconoscere su vasta scala.
SPIEGARSI CON SEMPLICITÀ
Il denominatore comune di molti successi attuali, che si esprimono sul web ma anche altrove, è infatti la semplicità del divulgatore.
Cosa c’è dietro al grande seguito di Alberto Angela, Mario Tozzi, così come di Aranzulla, Marco Montemagno e Andrea Moccia di Geopop?
Proprio la semplicità!
È questo l’ingrediente sempre più necessario in un contesto dove i contenuti sono depauperati perché prodotti da chiunque.
Ecco perché, ora che l’opinione e la presunzione vincono sulle buone idee e sulla verità, è ancora più importante maneggiare una buona capacità di spiegarsi.
LE (POCHISSIME) REGOLE DELLA DIVULGAZIONE
Possiamo tentare un riassunto delle poche regole di una buona divulgazione?
Eccolo!
Conoscenza approfondita
Per trasferire la conoscenza di qualcosa ad altri, molti altri, bisogna possederla.
Per essere buoni intermediari di sapere, bisogna infatti essere esperti della propria materia, conoscerla bene.
Solo una conoscenza approfondita ci consegna autorevolezza, altro ingrediente decisivo per farsi ascoltare da un pubblico ampio ed essere riconosciuti.
Dobbiamo studiare e leggere per gli altri, per chi ci ascolta e legge i nostri post.
Linguaggio democratico
“Mettiti dalla parte degli scienziati per i contenuti, e dalla parte del pubblico per il linguaggio”.
Queste parole di Piero Angela, forse il più bravo divulgatore scientifico italiano, confermano questa scelta di metodo.
Per arrivare a tanti servono parole semplici che fanno parte di un linguaggio il più possibile democratico.
Chiediamoci “sei sicuro che spiegandolo così capiscano tutti?” Per questo vanno abbandonati i tecnicismi che ci allontanano dal pubblico largo.
E poi, nonostante sul web vadano forte, sarebbe meglio abbandonare le opinioni. Dividono il pubblico in amici e nemici. Mentre a noi servono i curiosi.
Umiltà
Avere un linguaggio semplice significa essere accessibili e non alzare nessuna barriera tra noi e chi ci dovrebbe ascoltare.
Alla base della semplicità di eloquio c’è infatti l’umiltà: se ci consideriamo superiori di qualche spanna rispetto a chi ci ascolta non riusciremo mai ad essere semplici.
La conoscenza che abbiamo, pur vasta, va invece usata come stimolo per altra conoscenza, non per sentirsi distanti e difesi.
Dobbiamo quindi stare lontanissimi dalla supponenza di chi non ha nulla da imparare. Giù dal piedistallo!
Curiosità
Qual è l’ingrediente segreto con cui ogni bravo divulgatore rimane umile di fronte agli altri e stimolato a cercare altra conoscenza?
La curiosità!
L’eterna curiosità ci rende spugne che si strizzano per svuotarsi del liquido assorbito, e pronte ad assorbirne subito dell’altro.
Solo riempiendo e svuotando in continuazione i nostri serbatoi di conoscenza siamo una garanzia per chi ci ascolta: impariamo in continuazione cose nuove da trasferire ad altri!
Dividere in piccoli pezzi
Per rendere più facile la comprensione e la fruizione dei nostri argomenti è bene frazionarli.
Dividere la conoscenza in piccoli pezzi è un ottimo espediente per prendere al pubblico poco tempo per volta.
Video di pochi minuti, articoli brevi, estratti di libri, newsletter riassuntive fanno della divulgazione un percorso a tappe che richiede uno sforzo di metabolizzazione ridotto, anche se costante.
L’arte di trasferire
Messa così, la divulgazione sembra semplice. Mentre è un affare per pochi.
Per trattenersi dall’insegnare dalla cattedra – anche e soprattutto sul web – bisogna resistere alla presunzione e stare lontani dall’arroganza.
La divulgazione è invece un’arte applicata del trasferire che richiede una pazienza quotidiana e una pratica artigianale.
Se fatta con sincerità e senza considerarla un espediente artificiale, a sua volta stimola a imparare queste regole.
Aiuta a sviluppare la voglia di saperne di più, l’attitudine alla semplicità ed alla curiosità che andranno ben oltre l’obiettivo di racimolare qualche migliaio di follower.