Liberati del disordine per dare spazio al tuo benessere
È possibile vivere meglio, più produttivi e concentrati, con meno? La risposta è un sì sempre più robusto. Il termine chiave è minimalismo ed è un insieme di tecniche e discipline che ha l’obiettivo di costruire un’esistenza soddisfacente eliminando molte delle cose che diamo per scontate. Carriera, casa, oggetti: tutti elementi che possono contribuire alla nostra gioia o controllarci.
Negli ultimi anni è esplosa l’offerta di libri e altri contenuti sul tema. Dal decluttering (l’arte di rimettere in ordine) al “Manuale di pulizie di un monaco buddista” di Keisuke Matsumoto sono tantissimi gli spunti che abbiamo per riprendere in mano le nostre vite. Proviamo dunque a disegnare un itinerario verso il minimalismo in 5 semplici passi.
– Prendere la decisione. Questo spesso è il momento più difficile. Si tratta, in sostanza, di riconoscere che siamo circondati da troppi oggetti e attività. Per molti anni sono stato un collezionista. Di riviste, di libri, di dischi, di videoccassette, persino di francobolli. Nel tempo ho imparato a pormi spesso la domanda che suggeriscono i Minimalists nel loro blog: “questo oggetto dà valore alla mia vita?”. Rispondendo con onestà ho tenuto solo quello che veramente continua a darmi emozione e ho liberato interi scaffali.
– Iniziare dall’ordine fisico. Rimettere mano agli oggetti, selezionandoli ed eliminando quelli non necessari è un buon punto di partenza. Per rendere il compito più divertente si può provare con un decluttering challenge che ogni giorno, per un mese, organizzi singole aree della casa: oggi il frigo, domani l’armadietto delle medicine, poi le camere dei bambini e così via. Al termine del mese non solo avremo liberato molto spazio, ma cominceremo a sentire i primi benefici del vivere in un luogo ordinato.
– Passare al digitale. File sparsi sul desktop, newsletter o messaggi inutili sono solo alcune delle possibili fonti dell’ansia elettronica tipica dei nostri tempi. In questo caso non resta che prendersi qualche ora per fare le pulizie, mettendo i file nelle loro cartelle corrette (meglio se su cloud, in modo tale da non correre il rischio di perderli), disiscrivendosi dalle newsletter meno interessanti (per esempio con Unroll me che le gestisce per noi in modo automatizzato) e razionalizzando la posta secondo il criterio Inbox Zero.
– Evitare i sensi di colpa. Come fare a liberarsi di quel maglione che, per quanto bello, non abbiamo mai messo? In due modi. Innanzitutto focalizzandosi non sul valore economico, ma su quello funzionale. Se non lo indossiamo, per quanto possa essere stato costoso, non ha valore per noi. Poi pensando che possa, semplicemente, avere una nuova vita. Probabilmente può essere donato o venduto ad un negozio dell’usato. Eliminare non significa necessariamente buttare.
– Controllare e ripetere. Il minimalismo ha i contorni di una filosofia di vita, non è una singola attività da compiere ogni tanto. Michelle McGagh è una giornalista inglese che ha deciso di vivere solo con l’essenziale per un anno (risparmiando così 25.000 €). Una volta terminato il suo esperimento estremo (spostamenti solo in bici, niente cinema né ristoranti), lei stessa riconosce di aver cambiato approccio ai consumi: “Compro l’essenziale e metto da parte un po’ per le vacanze, le sere con gli amici e i divertimenti”. In sintesi: spazio alle cose importanti.
L’approccio minimalista può, dunque, portare importanti benefici alle nostre vite sia dal punto di vista personale sia da quello professionale. Steve Jobs era certamente un minimalista. Secondo Walter Isaacson, il suo celebre biografo: “Jobs cercava quella semplicità che deriva dall’aver conquistato la complessità, non dall’averla ignorata”. Andiamo a conquistarla allora, questa complessità!