Sei bloccato su un progetto creativo? Mettine in discussione le regole e riparti
Esistono le regole, giuridiche, economiche e sociali, che sono preziose: evitano effetti dannosi, assicurano l’ordine e l’equità, consentono una convivenza civile. Ci sono, poi, alcune abitudini e alcuni atteggiamenti nelle nostre aziende, che si sono “calcificati” nel tempo; possiamo chiamarli “assiomi”, “miti”, “vecchie regole”, “vacche sacre”, il concetto, comunque, è chiaro: sono punti di vista consolidati e, ormai, superati.
Se impariamo a “infrangere”, o a superare, queste regole, si apre un universo di opportunità creative…
Le regole sono un ottimo modo per farsi venire delle idee
“Le regole sono un ottimo modo per farsi venire delle idee” – afferma lo scrittore Jack Foster – “Tutto quello che dovete fare è infrangerle”.
Per generare idee innovative e “scardinanti” è necessario, come suggerisce Michael Michalko, sfidare (e capovolgere) alcune convenzioni.
Ecco come potresti procedere:
- Definisci l’ambito (prodotto, servizio, ecc.) che desideri innovare
- Fai un elenco di tutti gli “assunti” (presupposti) collegati al tuo prodotto/servizio
- Mettili in discussione scrivendo, per ognuno, l’opposto
- Annota i punti di vista emersi, evidenziando quelli che potrebbero rivelarsi utili
- Domandati come realizzare qualche “ipotesi-rovesciata”
Vediamo un esempio: “Nei ristoranti si paga per mangiare” è una convenzione accettata, e rispettata, da tutti. E se, invece, il cibo fosse gratuito e si pagasse il tempo che si trascorre nel ristorante? Questa “ipotesi rovesciata” ha portato, dopo alcuni aggiustamenti, a dare vita agli Anticaffè. Sono dei locali in cui le bevande, la frutta, gli snack e il wi-fi sono gratuiti e le persone pagano, in base a diverse tariffe, il tempo che trascorrono nel locale.
È possibile usufruire di scanner, stampanti, libri, giochi da tavolo, postazioni per lavorare individualmente, tavoli per organizzare riunioni o, spazi più ampi, per conferenze e incontri.
Le regole sono elastiche: prova ad estenderle
“Non sto infrangendo le regole” – diceva Bill Veeck, proprietario di alcune squadre della Major League Baseball americana – “sto solo testando la loro elasticità.”
Una tecnica utile per testare l’elasticità delle idee è SCAMPER, inventata, nel lontano 1953, da Alex Osborn (ideatore del brainstorming) e perfezionata da Robert Eberle (all’inizio degli anni ’70).
SCAMPER rappresenta l’acronimo di una lista di parole-stimolo che spronano ad analizzare il tuo “prodotto” (o servizio, processo, modalità di lavoro) sotto una luce particolare. Prova ad applicare questa check list all’ambito che vuoi innovare.
Sostituire: Quali elementi, o modalità di utilizzo, potresti sostituire per migliorare il prodotto/servizio che offri?
Combinare: Quali aspetti potresti combinare o integrare?
Adattare: Quali idee, che funzionano in altri ambiti, potresti adattare e utilizzare nel tuo settore?
Modificare: Come potresti ingrandire, allungare, modificare (l’aspetto, il colore, la forma), aggiungere valore al tuo servizio?
Provare un uso diverso: In quali altri modi potresti utilizzare le caratteristiche del tuo prodotto/servizio?
Eliminare: Che cosa potresti eliminare, semplificare o ridurre?
Rovesciare/riorganizzare: Come potresti capovolgere, cambiare l’ordine degli elementi o riorganizzare il funzionamento del tuo prodotto/servizio?
Se fai attenzione, ti accorgerai che ci sono numerose “applicazioni” della tecnica SCAMPER nella nostra vita quotidiana, come i servizi integrati (baby parking, ristorante, ecc.) offerti dai centri commerciali, i voli “no frills” offerti dalle compagnie aeree “low cost”, ecc.
Mi auguro che questi suggerimenti ti siano d’aiuto per mettere in discussione e superare alcune abitudini (caratterizzate da espressioni tipo: “La creatività non si può imparare: o sei creativo o non lo sei”, “Il cliente ha sempre ragione”, “Il successo alimenta il successo”, ecc.) del tuo ambiente lavorativo.
“Per studiare musica, dobbiamo imparare le regole” – ammoniva la compositrice e direttrice d’orchestra francese Nadia Boulanger – “Per creare musica, dobbiamo dimenticarle.”