Costruisci le tue ambizioni, ma non lasciarti costruire dalle tue ambizioni
È possibile avere una carriera di successo ed essere felici? Possiamo amare il nostro lavoro e allo stesso tempo riuscire a pagare le bollette?
Non è un mistero: passiamo la maggior parte del nostro tempo in ufficio, quindi a chi non piacerebbe essere completamente soddisfatto di tutto quello che fa in queste ore? Purtroppo la maggior parte delle persone è convinta che per essere felici sul lavoro sia necessario… cambiare lavoro. In realtà il più efficace cambiamento che possiamo apportare nella nostra vita professionale non è spostarci in un altro ambiente. Ma spostare il nostro punto di vista, cambiare il nostro atteggiamento. È l’unica cosa su cui abbiamo veramente potere. Quindi prima di sprecare tempo a saltare da un lavoro all’altro, a rincorrere una nuova carriera ogni sei mesi, proviamo a capire come possiamo cambiare concretamente, oggi, per essere più soddisfatti.
Ecco quindi tre cambiamenti di mentalità che possiamo applicare subito.
- Smettiamo di pensare ai “non posso” e invece iniziamo a lavorare sui “cosa succederebbe se…”
Siamo il tipo di persona che pensa a un progetto, ha un’idea, e quasi immediatamente sente una voce dentro di sé che dice – non ce la farò mai, non ho i soldi, non ho le risorse, non sono capace…? Questa fastidiosa vocina non è altro che il nostro censore interno. Una sorta di meccanismo di difesa del nostro cervello, che cerca di tenerci lontani dall’ignoto, che viene percepito come un pericolo. Tutti noi abbiamo un censore interno, il trucco è farlo stare zitto. Come? Cambiando prospettiva. Quando si fa avanti la voce che ci dice che non abbiamo abbastanza competenze per fare una determinata cosa, rimpiazziamo le sue parole con una frase che inizia con “cosa succederebbe se…”. Già questo ci dà una prospettiva differente, che possiamo poi rafforzare pensando al Come. E cioè a come fare per raggiungere l’obiettivo che ci siamo dati. Quindi, partendo dall’esempio di prima, il processo dovrebbe essere: il nostro censore interno ci dice che non siamo abbastanza qualificati, noi rispondiamo chiedendoci che cosa succederebbe se fossimo abbastanza qualificati, e subito pensiamo a quali passi ci possono portare verso questa meta (iscriverci a un corso, leggere un libro, prendere un Master…).
- Allentiamo la pressione sulla carriera e concentriamoci sui nostri obiettivi di vita
Fin da piccoli ci hanno chiesto cosa volevamo fare da grandi. Ogni giorno veniamo bombardati da frasi come “segui il tuo talento”, “fai ciò che ami”. Non c’è nulla di sbagliato in questo, ma a volte invece di metterci in un mood positivo, aumenta la pressione e ci fa stare male. Proviamo anche in questo caso a cambiare prospettiva. Chiediamoci prima quali sono i nostri progetti di vita, e poi costruiamo la nostra carriera in modo da raggiungerli. Abbiamo un’idea preconfezionata di quanto dovremmo guadagnare per fare la vita dei nostri sogni. Ma se cambiamo prospettiva, partendo a ragionare sulla vita dei nostri sogni, capiremo con più chiarezza quanti soldi ci servono per farla. E molto spesso ci accorgeremo che sono molti meno di quello che ci immaginiamo. I nostri obiettivi di vita sono avere più tempo libero? Costruiamoci una carriera che ce lo permetta. Anche se “gli altri”, la società, ci dicono che dobbiamo fare altro. Domandati seriamente quali sono i tuoi obiettivi di vita. E quelli professionali verranno di conseguenza.
- Smettiamo di aspettarci un percorso lineare, e accettiamo le diverse possibilità che si presentano
La vita, e la carriera, non sono fatte di “o” “o”, ma di “e”. Significa che se decidiamo di seguire una strada non dobbiamo per forza rinunciare ad altre possibilità. Ma possiamo avere una cosa – E – l’altra. Invece ci hanno insegnato a seguire traiettorie lineari. Sentendoci in colpa ogni volta che usciamo dal sentiero che abbiamo tracciato (o che qualcun altro ha tracciato per noi). Questo cambio di mentalità è simile al primo. Se vogliamo una carriera più soddisfacente trasformiamo i “non posso” in “cosa succederebbe se” e gli “o” in “e”. Così facendo scopriremo di avere a disposizione molte più soluzioni e possibilità di quelle che avremmo mai immaginato.