Cos'è il «pensiero caleidoscopico» e come imparare a usarlo
Hai mai giocato, da bambino/a, con un caleidoscopio? Sì, quel tubo che contiene due specchietti (disposti con un angolo di 60°) e piccoli oggetti colorati. Ogni volta che lo muovevi, quei pezzetti colorati formavano immagini diverse e affascinanti.
Che cosa c’entra, ti starai chiedendo, un gioco da bambini (di diversi anni fa) con il pensiero creativo?
La prima a parlare di “pensiero caleidoscopico” è stata Rosabeth Moss Kanter, docente universitaria e direttrice della Harvard University Advanced Leadership Initiative.
«“Il caleidoscopio” afferma la Moss Kanter, “è un insieme flessibile di elementi: se lo ruoti, o se guardi da una diversa angolazione, puoi vedere un’immagine o un pattern diverso. Non è la realtà che è fissa, ma la nostra visione della realtà. È importante imparare a vedere nuove possibilità» (fonte: The professor as a business leader)
Molto interessante, no? Non è la realtà che è fissa, ma la nostra visione della realtà.
Attraverso il pensiero caleidoscopico, quindi, possiamo stimolare la nostra immaginazione, ampliare la visione della realtà (personale e professionale) e generare idee e soluzioni nuove.
Una visione più “caleidoscopica”, nel nostro ambito professionale, ci consente, in pratica, di accogliere idee e concetti che sembrano contrapposti tra loro, invece di scartarli a priori. Ci permette di analizzare i problemi in modo più completo, individuando “pattern” ricorrenti, “collegamenti deboli” e relazioni poco evidenti.
Thomas Edison, uno degli ideatori più innovativi e più prolifici (dai un’occhiata al mio post “Un approccio illuminante”), era un maestro nell’uso del pensiero caleidoscopico.
Thomas aveva sempre con sé un taccuino in cui annotava osservazioni sui fenomeni naturali (di botanica, chimica, elettricità, ecc.), intuizioni e idee, schizzi per nuove invenzioni, risultati degli esperimenti realizzati, ecc. Questo gli ha permesso di cogliere collegamenti inediti tra i fenomeni e di individuare domande cruciali per le sue ricerche. Il suo approccio “euristico” lo ha spronato a concentrarsi più sui modelli osservati (pattern) che sui teoremi della scienza tradizionale.
Ti è venuta voglia di sviluppare il tuo pensiero caleidoscopico?
Ecco qualche suggerimento:
– crea un “taccuino delle idee” dove annotare, senza alcuna censura, tutte le intuizioni che ti vengono in mente (nei vari momenti della giornata e nelle diverse situazioni);
– confrontati con persone esterne al tuo contesto lavorativo e che hanno una visione del mondo diversa dalla tua;
– cerca di individuare modelli che colleghino elementi non correlati tra loro: possono condurti ad intuizioni interessanti ed innovative;
– affronta i problemi sperimentando approcci di problem solving che coinvolgano entrambi gli emisferi; prova a descrivere, ad esempio, una situazione con una metafora o un’analogia;
– rappresenta le tue idee visivamente, utilizza mappe mentali, colori, disegni per agevolarne la comprensione e la condivisione;
– prova a riflettere su idee contrapposte tra loro (come “Aumentare il numero di clienti è sempre più facile” e “Aumentare il numero dei clienti è sempre più difficile”) cercando di analizzarle da più punti di vista.
Per stimolare il pensiero caleidoscopico nel tuo team, potresti:
– creare team di progetto interdisciplinari in modo che le persone siano “esposte” a nuovi approcci, a nuovi modi di lavorare e a nuove idee;
– incoraggiare le persone a fare domande “stupide” e a condividere idee “assurde”. Organizzare delle “riunioni folli”, magari una volta al mese, rappresenta un’occasione preziosa per far emergere innovazioni radicali che possono dare vita a prodotti di successo;
– organizzare occasioni stimolanti (conferenze, visite in altre aziende, degustazioni, ecc.) per raccogliere spunti e intuizioni da rielaborare in gruppo;
– stimolare collaboratori e colleghi a frequentare, di tanto in tanto, eventi e corsi su temi al di fuori del vostro ambito professionale.
Questi semplici consigli possono aiutarti a stimolare il tuo pensiero creativo e a riorganizzare i vari “pezzi” (idee, spunti, intuizioni) per creare nuovi processi, nuovi prodotti, nuovi servizi.