Chiediamoci cosa significa vivere bene. Partendo dalla professione: coincide coi nostri valori? Incide nella società?
Esistono fasi storiche in cui concetti basilari per la nostra esistenza assumono nuove sfaccettature e colori, arrivando a mutare radicalmente. La dinamica degli eventi, il cambiamento culturale e sociale, le grandi innovazioni tecnologiche o l’emergere di nuovi bisogni e desideri possono modificare lo scenario e far risultare non più attuali concetti fino a quel momento apparentemente immutabili. È il caso del lavoro, tema oggi di grande attualità.
Mi permetto di raccontare un breve aneddoto personale, che è stato un momento chiave nel portarmi a sviluppare queste riflessioni. Qualche anno fa, appena laureato, come tutti i miei coetanei ero alla spasmodica ricerca di una occupazione. Mi trovavo in una di quelle fiere organizzate dall’università in cui le aziende hanno uno stand e ricevono i curricula, fortunatamente un evento non particolarmente affollato. Come tutti iniziavo una processione di stand in stand per lasciare il cv e se possibile farmi conoscere dai responsabili presenti. A ogni stand si ripeteva in modo molto simile la liturgia, per me e per gli altri, in modo un po’ freddo, quasi meccanico.
Tutti, tranne uno. In questo stand c’era moltissima gente, il doppio se non il triplo, e il livello di enfasi della discussione tra selezionatori e candidati si percepiva anche a distanza. Non si trattava di una grande multinazionale e nemmeno di un’azienda che assumeva tante persone. Era una ONG che forniva aiuto concreto nel sud del mondo. Certo, questa organizzazione non poteva dare i compensi e le opportunità di carriera che promettevano le altre grandi aziende, tutto ciò che poteva offrire era un significato profondo del proprio agire, un senso chiaro, giusto, importante al proprio lavoro.
Da questa esperienza mi sono posto alcune domande. Posso scegliere un lavoro così? Posso scegliere un lavoro coerente con i miei valori? Posso incidere nella società con la mia attività professionale, che occupa la maggior parte della mia giornata, e non nei ritagli di tempo? E poi, è possibile collaborare con un’azienda che abbia un sistema e dei valori che non condivido?
A questo punto mi è venuta in aiuto la Società. Era il 2008 e nascevano concetti nuovi, affascinanti e incredibilmente rivoluzionari, che mi aprivano un ventaglio di opportunità e speranza. Questi concetti sono quelli di Green Economy, Business Sociale, Corporate Social Responsibility, Benefit Corporation e molti altri. Insomma accadeva ciò che mi auguravo: il mondo produttivo si stava imbevendo di responsabilità sociale, di sostenibilità, di umanità, almeno a livello formale.
Qui è stata la svolta. Così come l’acquisto di una mela biologica diviene una scelta politica, che incide sulla società, allo stesso modo ho pensato potesse accadere per la scelta del lavoro.
Lavorare in una direzione condivisa, chiara, socialmente responsabile è una leva straordinaria per l’essere umano. In primis per avere un impatto nella società, attraverso il senso del proprio lavoro quotidiano. In secondo luogo, ed è questo l’aspetto più importante, a livello psicologico. Questo tipo di occupazione può elevare esponenzialmente le energie della persona, in termini di motivazione, coinvolgimento, partecipazione, perché è carico di emozione, è frutto di una scelta, di una condivisione, e attinge la propria carica da valori profondi.
Il concetto di lavoro non può più prescindere da questa dimensione, quella psicologica del singolo individuo, soprattutto nella società occidentale caratterizzata dal benessere. Oltre un certo livello di ricchezza ciò che conta, e conterà sempre di più, è la qualità della vita. Il lavoro, che occupa una gran parte del nostro tempo, diviene oggetto di tale qualità, non più strumento. In poche parole: “Vivo bene se faccio una professione che mi fa star bene”.
Si passa da un concetto di lavoro neutro o tradizionale a uno connotato da valori, il cui termine di uso comune più affine è probabilmente quello di green job, anche se forse la connotazione ambientale può essere riduttiva. Svolgere una professione coerente con i propri valori diviene uno strumento chiave per la propria realizzazione, requisito essenziale per la propria felicità.
Concludo dicendo che siamo di fronte a un cambiamento epocale del concetto di lavoro, che sta avvenendo proprio adesso e che probabilmente è un processo irreversibile. Il lavoro sta cambiando sotto i nostri occhi e non sarà mai più lo stesso.