Cosa significa essere creativi al lavoro?
Creatività al lavoro: esiste una ricetta per favorire l’innovazione?
La risposta breve è “no”. Non si può ricorrere a una formula magica che vada bene per tutto e per tutti, ma si può prestare attenzione a quei fattori che determinano nelle persone l’attitudine alla creatività.
Secondo Teresa Amabile, professoressa della Fondazione Baker alla Harvard Business School, e dottore di ricerca in psicologia presso la Stanford University, ha studiato per molti anni come l’ambiente in cui lavoriamo influenza la nostra creatività, la motivazione e le performance. I suoi studi l’hanno portata a una conclusione per niente consolante: la creatività viene “uccisa” molto più spesso di quanto venga supportata.
In un suo celebre articolo apparso sulla Harvard Business Review la Amabile ha spiegato i principali atteggiamenti che uccidono la creatività al lavoro, e specificato che questo avviene non perché i manager abbiano qualcosa contro l’innovazione, ma perché – nonostante credano fortemente nel potere delle idee – sono invitati a concentrarsi principalmente su imperativi di business come la produttività, il controllo e il coordinamento.
Che cosa significa essere creativi al lavoro?
La creatività viene definita come “l’atto di trasformare in realtà nuove idee”; i creativi sono coloro che hanno sviluppato la capacità di percepire il mondo in modi nuovi, di trovare pattern nascosti, di trovare connessioni tra cose e fenomeni che non sembrano in alcun modo correlati.
Ma quando si parla di creatività al lavoro bisogna fare un passaggio in più: non basta avere nuove idee; queste idee devono anche essere utili e realizzabili. Fare innovazione significa implementare un prodotto, servizio o processo nuovo o significativamente migliorato rispetto ai precedenti, che crea valore per le imprese, il governo o la società.
La creatività al lavoro influenza il modo in cui si fa business, ad esempio sviluppando nuovi prodotti o sperimentando nuove strade per affrontare le sfide quotidiane.
In azienda si tende ad associare la creatività solo ad alcuni reparti, come il Marketing o la Ricerca&Sviluppo. In realtà le persone creative possono portare benefici in ogni funzione aziendale.
La triade della creatività al lavoro
Parte della creatività al lavoro è sicuramente la capacità di produrre nuove idee, ma ci sono altri due aspetti essenziali che possono influenzare positivamente il processo creativo: la competenza e la motivazione.
La competenza comprende tutto ciò che una persona sa e può fare nell’ambito del suo lavoro. Grazie ad essa le persone possono immaginare nuove soluzioni e risolvere i problemi in modo creativo. Il pensiero creativo si riferisce al modo in cui le persone approcciano le sfide quotidiane, mettendo insieme idee esistenti e combinandole in modo nuovo.
La compenteza è il materiale grezzo che può contribuire allo sviluppo della creatività al lavoro. Ma è la motivazione a determinare quello che faranno veramente le persone. Questo significa che se le aziende non fanno qalcosa per stimolare la motivazione, difficilmente le persone che ci lavorano saranno creative e daranno il loro contributo alla creazione di valore.
Motivazione intrinseca vs motivazione estrinseca
Se manca la motivazione a fare qualcosa, semplicemente non verrà fatta. Vale anche per l’essere creativi: se le aziende vogliono trovare soluzioni innovative non devono stimolare solo la creatività, ma anche la motivazione.
Esistono due tipi di motivazione: intrinseca ed estrinseca. E a lungo le imprese si sono concentrate su quest’ultima, pensando di poter favorire le performance dei proprio dipendenti attraverso stipendi, bonus, riconoscimenti di vario tipo (non solo economici).
La motivazione estrinseca viene da fuori e dipende dagli altri o dall’ambiente esterno. In condizioni “normali” fornisce la giusta energia per lavorare, essere creativi e trovare nuove soluzioni. Ma nei momenti difficili non è sufficiente.
Il più comune strumento di motivazione estrinseca è il denaro, che però – da solo – non basta per rendere le persone appassionate del proprio lavoro; basti pensare al fenomeno della Great Resignation, che ha spinto molte persone a lasciare occupazioni ottimamente remunerate.
Certamente i soldi non fermano le persone dall’essere creative, ma a volte non aiutano o non sono sufficienti. La passione e l’interesse per ciò che fanno (la loro motivazione interna) invece favoriscono la creatività al lavoro e l’innovazione.
La Amabile e i suoi studenti e colleghi nelle loro ricerche sulla creatività hanno scoperto che “quando le persone sono intrinsecamente motivate, si impegnano nel loro lavoro per la sfida e il piacere di farlo. Il lavoro stesso è motivante”. Quello che è stato definito come il “Principio di Motivazione Intrinseca della Creatività” dice che “le persone saranno più creative quando si sentiranno motivate principalmente dall’interesse, dalla soddisfazione e dalla sfida del lavoro stesso, e non da pressioni esterne”.
Favorire la creatività al lavoro
I manager possono influenzare tutte e tre le componenti della creatività al lavoro: la competenze, il pensiero creativo e la motivazione. Ma mentre le prime due richiedono investimenti di tempo e denaro non differenti, la motivazione intrinseca può essere aumentata in modo considerevole da cambiamenti anche minimi nell’ambiente di un’organizzazione.
Nello specifico le ricerche della Amabile hanno identificato 6 pratiche manageriali che più di altre influenzano la creatività al lavoro: sfida, libertà, risorse, caratteristiche del gruppo di lavoro, incoraggiamento dei supervisori e supporto organizzativo.
- Sfida – significa stimolare la creatività abbinando le persone agli incarichi giusti. I manager possono incaricare le persone di portare avanti lavori che sfruttano le loro competenze e le loro capacità, accendendo in loro la motivazione;
- Libertà – significa lasciare alle persone l’autonomia di scegliere come (con quali mezzi e strumenti) raggiungere gli obiettivi; l’azienda può e deve fornire obiettivi strategici, ma poi lasciare alle persone la scelta su come raggiungere il traguardo;
- Risorse – i manager possono supportare la creatività assegnando con attenzione quanto tempo e quanto denaro dare a un team o a un progetto; si tratta di risorse preziose che possono determinare il successo o l’insuccesso di un lavoro: scadenze false o troppo strette o mancanza di investimenti possono uccidere la creatività;
- Caratteristiche del gruppo di lavoro – per sviluppare la creatività al lavoro è necessario costruire team creativi con diverse prospettive e background. Quando le persone hanno diverse basi intellettuali, approcci al lavoro, competenze e stili di pensiero creativo, le idee spesso si combinano in modi più interessanti e utili;
- Incoraggiamento dei supervisori – i manager sono sotto pressione, ma non devono dimenticarsi di supportare il proprio team sostenendo la passione di ciascun membro del gruppo di lavoro e di conseguenza la motivazione intrinseca. Come? Non lasciando passare settimana per dare un feedback, e incoraggiando la comunicazione e la collaborazione all’interno del team;
- Supporto organizzativo – la creatività al lavoro è veramente valorizzata quando l’intera organizzazione la sostiene. I leader di un’organizzazione devono mettere in atto sistemi o procedure appropriate e sottolineare valori che rendano chiaro che gli sforzi creativi sono una priorità assoluta.