Content Management: cercare contenuti è più importante che produrli
Saper cercare contenuti è più importante che saperli produrre.
Ed è un bel problema, perché oggi il mondo ti chiede di produrli, ma nessuno ti insegna a cercare la materia prima con cui realizzarli.
La religione dei contenuti
Libri, manuali, blog, newsletter, corsi e master. Tutti pretendono di insegnarti a scrivere, produrre idee geniali.
Qual è infatti il primo comandamento della religione dei contenuti?
Se vuoi essere notato, ascoltato, seguito;
se vuoi essere e assunto;
se vuoi trovare clienti per il tuo studio professionale;
se vuoi che la tua azienda si differenzi dalle altre sul mercato;
se vuoi che il tuo capo capisca quanto vali e ti dia più responsabilità;
se vuoi lanciare il tuo nuovo prodotto…
…allora devi scrivere (post, articoli, e/o realizzare video…). Produci contenuti e il mercato ti premierà.
Benissimo! Ma da dove cominciare?
Tutti vogliono scrivere
Fallo con un post su Facebook.
Metti una foto catturante su Instagram, accompagnata da un’idea interessante.
Racconta la tua esperienza su LinkedIn!
Puoi anche scrivere un libro, magari autoprodotto con Amazon.
O ancora, organizzare un evento divulgativo in diretta su YouTube.
Puoi presentare la tua ricerca sul tuo sito e postarla.
Anzi no, prepara un contenuto premium, magari un report in Pdf che sia scaricabile.
“Non è difficile”, ti dicono, basta che progetti un tuo piano editoriale.
Devi pianificarlo e rispettarlo nel tempo.
Poi applica le regole SEO, metti gli hashtag giusti e sarà semplice.
Il risultato è che tutti vogliono scrivere e produrre contenuti.
Così, in poco tempo, tutti diventiamo media, vogliamo un pubblico, un pacchetto di affezionati.
Benissimo, benvenuti! Ma non è un pranzo di gala.
Quella dei contenuti è una guerra aperta a chi produce i migliori, più interessanti, più diversi e che si stagliano in un mondo magicamente trasferitosi in massa sul web.
L’importanza dei pre-contenuti
Al netto delle tecniche di produzione, delle modalità e delle tecnologie di distribuzione, quale arma oggi fa davvero la differenza in questa guerra?
I pre-contenuti, ovvero la materia prima che si utilizza.
Possiamo chiamare pre-contenuti tutto quel materiale che cerchiamo, accumuliamo, sintetizziamo e metabolizziamo prima di produrre i contenuti veri e propri.
È la base da cui cominciamo il lavoro.
Ricerche, libri, newsletter, video (dai Ted Talk fino ai webinar gratuiti), post sui social media e podcast fanno parte del pacchetto informativo di cui ci si dovrebbe assolutamente dotare prima di realizzare i nostri contenuti.
L’importanza dei pre-contenuti è infatti decisiva, e tutti questi canali informativi vanno attivati per:
- definire gli argomenti che vogliamo trattare;
- selezionare gli interlocutori (chi parla e chi ascolta) del nostro mercato informativo;
- individuare i possibili concorrenti che portano messaggi o idee simili alle nostre;
- accumulare informazioni preziose che potranno guidare le nostre scelte future.
Ma i pre-contenuti non si ottengono senza sforzo.
E saperli cercare è un percorso faticoso e continuo.
Un allenamento quasi quotidiano.
SAPER CERCARE CONTENUTI
Così, tutti vogliono scrivere, ma saper cercare contenuti è più utile e importante che produrli.
Utile ma non semplice.
E soprattutto non si improvvisa, perché quando è fatto con efficacia significa che abbiamo elaborato e messo in pratica un comportamento consapevole e metodico.
I passi per sviluppare questa pratica sono pochi.
Il primo è circoscriverli.
Bisogna delimitare il campo in cui arare per costruire un proprio pacchetto informativo.
Scegliamo di cercarli nel nostro contesto professionale, quello della nostra azienda oppure del nostro settore industriale di competenza.
Il secondo è individuare i soggetti che li detengono e li distribuiscono.
Generalmente troviamo dagli esperti i contenuti veri e propri, quelli grezzi, che possiamo definire i contenuti profondi; dovremo raccoglierli, metabolizzarli ed elaborarli.
Dai divulgatori, meno esperti ma più bravi nello spiegarli, possiamo farci un’idea sull’ampiezza del contesto informativo e raccogliere i contenuti “leggeri”.
Dagli influencer, ovvero da chi segue e racconta brevemente e sul web gli argomenti che ci interessano, possiamo trovare invece i contenuti veloci, e restare aggiornati sulle novità e le evoluzioni più recenti.
Il cui approfondimento è sempre e comunque a carico nostro.
PRATICA E TOCCO MAGICO
Il terzo passo riguarda il tempo.
Infatti, la capacità di raccogliere pre-contenuti per poi elaborare contenuti utili, è strettamente connessa alla frequenza con cui si cercano.
L’idea di iscriversi a tutte le newsletter in circolazione su un dato argomento, per esempio, è un buon metodo per abituarsi a tenere un certo ritmo.
È infatti determinante farlo con costanza, anche per poco tempo alla settimana.
Ci si può sempre affidare al tocco magico dell’ultimo minuto, quello che ci fa entrare nella modalità “tesi di laurea”, imponendoci di racimolare tutto lo scibile su un argomento in pochissimo tempo.
Ma non è un buon metodo, perché c’è sempre il rischio di aver tralasciato qualcosa, o di aver sottovalutato un prezioso confronto con ciò che è già stato realizzato.
L’unico segreto per avere sempre a disposizione buoni semilavorati per produrre buoni contenuti è saperli cercare con frequenza e abitudine. Farlo diventare una parte fissa del nostro lavoro. Una competenza che nessuno ci toglierà più.