Con Google abbiamo più o meno conoscenza? La risposta potrebbe sorprendervi
Avere accesso ad una quantità infinita di conoscenza non necessariamente significa che questa sia poi interiorizzata nella propria testa. Questo è il punto che ha analizzato Adrian Ward dell’Università del Texas in una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica PNAS. Pare che Google ci stia facendo perdere di vista il confine tra la nostra conoscenza e il patrimonio di conoscenza della rete. Cercare su Google può confondere le acque tra ciò che sappiamo effettivamente e ciò che pensiamo di sapere. E così il rischio è diventare troppo sicuri di sapere più di quanto davvero sapremmo senza accesso a Internet. Quando le informazioni sono a portata di mano, possiamo credere erroneamente che provengano dalla nostra testa.
Ward dice che l’uso di Google per rispondere a domande di cultura generale aumenta artificialmente la fiducia delle persone nella propria capacità di ricordare ed elaborare le informazioni e porta a previsioni erroneamente ottimistiche su quanto sappiamo senza Internet. Quando pensiamo con Google, crediamo di essere più intelligenti e di avere una memoria migliore degli altri. Questo è strettamente collegato all’effetto Dunning-Kruger.
Come Google stimola l’effetto Dunning-Kruger
David Dunning e Justin Kruger nel 1999 hanno presentato per la prima volta quello che oggi chiamiamo effetto Dunning-Kruger: la difficoltà nel riconoscere la propria incompetenza portano a autovalutazioni gonfiate. L’essenza di questa teoria del pregiudizio cognitivo è che le persone inconsapevoli possono diventare troppo sicure delle loro capacità cerebrali o QI perché non sanno abbastanza per sapere ciò che non sanno.
Quindi l’incompetenza combinata con il pensare di essere più intelligenti degli altri può portare a un processo decisionale scadente e spesso impedisce a qualcuno che sperimenta l’effetto Dunning-Kruger di rendersi conto delle proprie carenze. Questo effetto trova terreno fertile in quei contesti in cui è reputato vergognoso ammettere di non sapere qualcosa.
Come gestire la conoscenza di Google
Il semplice fatto di sapere che usare Google può portare a un’eccessiva fiducia nella propria conoscenza percepita potrebbe compensare la tendenza del motore di ricerca a perpetuare l’effetto Dunning-Kruger. Essere consapevoli che abbiamo tutti quanti la tendenza a confondere la conoscenza di Internet con la propria è il primo passo per renderci conto che ognuno di noi probabilmente sa meno di quanto pensa di sapere dopo ogni ricerca su Google.
Quindi sapendo i risultati della pubblicazione di Ward la prossima volta che usi Google per fare una ricerca su un qualsiasi argomento, ricordati che probabilmente sai meno di quanto pensi di sapere. E sopratutto, non frustrarti per questo ma accetta con compassione e pace che non sapere tutto va bene.