Come affrontare le cattive notizie
Anche se nella vita la maggior parte di noi cerca la felicità, la positività e tenta di evitare i dolori e le sofferenze, talvolta, magari nei modi e nei tempi più inattesi e imprevedibili, può accadere qualcosa che ci porta a non stare bene emotivamente, cognitivamente e magari anche fisicamente.
Un lutto, un incidente, una perdita di qualcosa, una malattia, infiniti possono essere gli eventi che possono verificarsi. In quei casi tutte le nostre forze e le nostre risorse si devono mobilitare per cercare di affrontare la situazione e magari, auspicabilmente, superarla e riemergere rafforzati.
A volte ce la facciamo da soli, altre volte abbiamo bisogno dell’aiuto di qualcuno, una o più persone care, un familiare, un amico, oppure un professionista appositamente formato.
Come reagire costruttivamente alle cattive notizie
Ciascuno di noi ha i suoi modi e tempi peculiari per reagire di fronte alle cattive notizie. Tali modalità possono essere dovute a caratteristiche di personalità, genetiche, di educazione, culturali, sociali, familiari, storiche, economiche. In parte si tratta di fattori appresi, in parte ereditati e solo in minima parte si possono cambiare.
Talvolta possiamo agire concretamente per mutare le circostanze, ma altre volte, purtroppo, possiamo solo limitarci a prendere atto e accettare l’evento. In questo secondo caso, ancora più che nel primo, però, abbiamo sempre un margine di cambiamento su cui agire: noi stessi e la nostra interiorità.
Decidere come reagire e agire sono in nostro potere e, nei limiti del possibile, si possono in parte modificare con un po’ di tempo, pazienza, esercizio.
Secondo Andrea Bonior, docente presso la Georgetown University, per fronteggiare una cattiva notizia può essere utile seguire le seguenti 7 strategie:
1. Rallentare e respirare:
A volte una cattiva notizia è come un temporale a ciel sereno che ci scuote fin nelle fondamenta, che ci fa traballare e che si sottrae repentinamente ogni stabilità, non solo emotiva e mentale, ma talora anche fisica.
In quei momenti è fondamentale trovare il modo per rallentare il turbinio interiore che si scatena e ritrovare la calma, il silenzio e la stabilità.
Focalizzarsi sul ritmo del respiro, senza fare altro di speciale può rappresentare un’ottima strategia per rallentare la mente, le emozioni e il tumulto fisico.
Quando la mente è un poco più lucida può essere relativamente più agevole prendere delle decisioni nell’immediato, come ad esempio mettersi al sicuro se si è in una posizione di pericolo fisico concreto.
Quanto più ci si riesce a calmare, tanto minore può essere la probabilità che in futuro ci si penta di qualche azione commessa in modo avventato in condizioni di scarsa lucidità psicofisica.
2. Radicarsi nel qui e ora:
Quando ci viene comunicata una cattiva notizia spesso ci viene consigliato di sederci. Questo ci può aiutare a focalizzarci meglio su noi stessi e sull’ambiente in cui ci si trova. Anche se la cattiva notizia resta quello che è, poter contare su una maggiore lucidità mentale e una più forte aderenza fisica ci può aiutare a fronteggiare l’accaduto nell’immediato.
Se si vivono sensazioni di derealizzazione, depersonalizzazione, in modo particolare questa strategia si rivela efficace.
Anche focalizzarsi sulla percezione delle sensazioni che provengono dalla pianta dei piedi, dal contatto dell’abbigliamento con la pelle, delle natiche appoggiate alla sedia può contribuire a ricreare una maggiore stabilità.
Oppure il semplice flusso dell’aria che entra e esce dalle narici può essere altrettanto provvidenziale in questi momenti.
Quanto più si è stabili e radicati dentro, tanto più si riesce ad avere anche cognizione dell’ambiente fuori.
3. Contattare la propria rete sociale:
Quando le difficoltà ci attanagliano non sempre siamo in grado di fronteggiarle da soli, specie se si verificano d’improvviso o sono molto ingenti.
Tutti, prima o poi, abbiamo bisogno dell’aiuto degli altri. Possono essere familiari, parenti, amici, colleghi o semplici conoscenti: quello che è fondamentale in questi casi è sapere riunire ed essere disposti a farsi sostenere da persone valide, efficaci e sollecite in grado di affiancarci e aiutarci in momenti di evidente delicatezza.
4. Creare un piano preliminare:
Quando ci viene comunicata una brutta notizia, in genere, si tende a perdere ogni orientamento, progettualità, orientamento. Ci si vede ridotti ad un unico momento: ora.
In realtà, a partire da ciò si dovrebbe poter cominciare a riprogrammare un futuro, almeno nel brevissimo termine, al fine di affrontare meglio le circostanze e le sue implicazioni immediate e a venire.
Avere un minimo di progettualità, seppure assai limitata, può contribuire a restituire una quota di padronanza, autonomia e controllo sulla propria vita e sulle circostanze, e può sostenere nella riduzione dell’ansia e dello stress che possono sorgere.
5. Chiedere ciò di cui si ha bisogno:
Molti di noi pensano di potersela sbrigare sempre da soli in tutte le circostanze. In realtà non è esattamente così. A volte può accadere a tutti di avere bisogno del prossimo.
Chiedere ciò di cui si ha bisogno non è segno di debolezza, bensì è una manifestazione di consapevolezza dei propri limiti, che in qualche modo tutti abbiamo, di umiltà, di accettazione, compassione e cura verso se stessi, di apertura verso gli altri.
Alla quasi totalità di noi non piace ricevere un rifiuto, una mancata accoglienza. Anche se, nella peggiore delle ipotesi, possiamo vedere rifiutata una nostra richiesta possiamo comunque sopravvivere e chiedere a qualcun altro.
Nei casi in cui riusciamo a ricevere l’aiuto richiesto, oltre al beneficio concreto immediato, possiamo anche avere l’opportunità di consolidare e rendere più intima e costruttiva la relazione con la persona che ci viene in soccorso.
6. Prendersi cura di sé:
Le cattive notizie possono scombussolarci a tal punto che anche la semplice quotidiana cura di sé può diventare molto ardua. Compiere i piccoli gesti della vita, alzarsi, vestirsi, lavarsi, cucinare, occuparsi dei figli, andare in ufficio, praticare sport, può essere in alcuni casi molto faticoso o, al limite, insostenibile.
Anche se in questi casi rallentare un po’ il ritmo, cercare di essere pazienti, clementi, rispettosi dei propri tempi e delle difficoltà del momento, può essere molto importante: compiere qualche piccolo passo per la cura di sé, senza porsi standard troppo elevati, può fare altrettanto bene al corpo e alla mente.
7. Chiedere aiuto professionale, se necessario:
Ogni persona ha il suo personale modo di reagire nelle situazioni. Esso dipende da diversi fattori: le circostanze stesse, il momento di vita, le caratteristiche di personalità, genetiche, educative, culturali, sociali, storiche, economiche. In parte si può modificare, in parte meno.
Talvolta le sfide che ci troviamo ad affrontare possono superare le possibilità e le abilità del momento, pertanto chiedere un supporto professionale, ad un medico, psicologo, coach, o counselor può rappresentare una valida strategia.
Non c’è alcunché di male nel farsi affiancare professionalmente da qualcuno per un periodo, ma costituisce un ottimo modo per rafforzare le proprie capacità e risorse per affrontare e superare le situazioni, che poi possono rivelarsi altrettanto utili anche nel futuro.
In conclusione: le cattive notizie, purtroppo, a volte arrivano. Non ci possiamo fare nulla, non possiamo avere il controllo su tutto e su tutti. Possiamo, però, decidere come affrontare interiormente le situazioni e come reagire ad esse. Possiamo fare in modo che esse rappresentino un modo per conoscere meglio se stessi, per rafforzarsi, per consolidare le relazioni, per imparare delle lezioni di vita. Sta a noi la scelta.