Tutti hanno la possibilità di trasformare il mondo e renderlo un luogo felice
“La vita è così breve, non c’è tempo per litigi, scuse, rancori, rese di conti…” diceva Mark Twain e il gruppo di lavoro di alcuni ricercatori americani di Harvard, che dal 1938 hanno studiato cosa rende felici, lo ha sicuramente preso in parola. Nel 2015 siamo venuti a conoscenza dei risultati del test più lungo della storia: da ottant’anni, ogni due anni, gli studiosi hanno le vite di 724 persone per sottoporle a questionari valutativi con lo scopo di capire quali possono essere i fattori che garantiscono una vita felice e cosa significa per le persone intervistate vivere e invecchiare felicemente.
I risultati di questo studio li ha forniti lo psichiatra professore di Harvard Robert Waldinger, il quarto responsabile della ricerca che, durante il suo speech in Ted, ha dichiarato: «Il messaggio più chiaro che otteniamo da questo studio è che le buone relazioni ci mantengono felici e più sani.»
Il segreto della felicità e di una vita longeva risiedere, dunque, nelle relazioni interpersonali positive, nel prendersi cura delle relazioni: “le possibilità sono praticamente infinite. Può essere semplicemente dedicare più tempo alle persone invece che alla tv, o vivacizzare una relazione spenta facendo qualcosa di nuovo insieme, lunghe passeggiate o uscite serali, o rimettersi in contatto con un familiare che non si sente da anni, perché le comuni faide familiari richiedono un grosso tributo alla persone che tengono il muso.”
Ciò che conta è la qualità della relazione, più che la quantità, ma un’affermazione apparentemente così banale, in realtà non lo è affatto, perché le persone tendono a dimenticare le cose semplici, ovvie e cadono molto facilmente in situazioni altamente tossiche, caotiche. Chi riesce a non darle per scontate acquista un benessere psico-fisico che nel tempo allunga l’aspettativa e le condizioni di vita. Sempre la ricerca sottolinea come sembra siano proprio i Millennial i soggetti che troppo spesso vivono i rapporti con superficialità e li abbandonano alle prime difficoltà. È emerso che per l’80% di loro, il primo obiettivo della vita è diventare ricchi magari inseguendo la celebrità, come ha affermato il 50% del campione. Dar valore quindi a ciò che è effimero e che non ha basi solide, nuoce gravemente alla felicità. Le relazioni necessitano di notevole impegno, vanno stimolate e cercate di nuove. Occorre capire che l’emotività e la cura dedicata non è sacrificare del tempo, è il passo avanti che bisogna fare per tendere a una vita più sana, felice e longeva.
Impegno sul lavoro, dare il meglio in ogni situazione, spingersi oltre e ottenere sempre di più non basta se non hanno accanto persone con cui condividere i propri successi, traguardi, ma anche fallimenti. Le buone relazioni non aiutano solo la salute, ma anche il cervello, che si mantiene allenato e ritarda il suo declino cerebrale.
Padre David Steindl-Rast, monaco e studioso delle religioni, dice che la felicità nasce dalla gratitudine, ma attenzione, non è la felicità che rende riconoscenti, è la gratitudine che rende felici. Quando si è grati si tende a condividere di più, a rispettare gli altri, le relazioni ne godono e si inizia a comprendere che un mondo grato è un mondo felice. Tutti hanno la possibilità di trasformare il mondo per renderlo un luogo felice.