Empowerment
Non siamo infallibili: 7 suggerimenti per trarre il massimo dalle critiche (e crescere)
Di
Redazione Centodieci
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Non è semplice accettare i commenti negativi perché, se giusti, di solito puntano il dito su quelli che noi stessi percepiamo come difetti. Ricevere un feedback – non potrebbe essere altrimenti – ci porta infatti a metterci in discussione, tornare sui nostri passi, osservare lucidamente i progressi compiuti per comprendere come crescere ulteriormente. Nessuno dice che evolversi sia indolore, del resto, perché resistere a un cambiamento (spesso necessario) è nella natura umana. Ecco, dunque, 7 suggerimenti per gestire al meglio le critiche poco piacevoli e trarne il massimo beneficio.
- Non arrabbiarti!
Fondamentale. Possiamo essere tentati di rispondere, di dire: “Ma come, io?”. Se ci sono buone ragioni da esporre è giusto farlo, ma in linea di massima una critica non dovrebbe funzionare da amo per una lunga discussione. Recalcitrare, del resto, vuol dire rifiutare di migliorare. - Ricorda che VUOI sapere cosa non va
Un fatto paradossale: non vogliamo critiche ma in realtà ne vogliamo, eccome. Se nessuno offre una valutazione del nostro lavoro, per chi lavoriamo? E, soprattutto, come possiamo lavorare meglio e correggere eventuali falle nel nostro comportamento? - Ricorda che una critica vale più di un complimento
La semplice realtà: un complimento ci fa piacere, ma ci lascia esattamente dov’eravamo. Nessun progresso è fatto, nessun cambiamento è in atto. - Il cosiddetto “reductive feedback” è quasi sempre corretto
Per “reductive feedback” si intende “commento generale su quanto non funziona”. Qui entra in gioco la nostra capacità di ascolto, che dovrebbe stimolare a sua volta la capacità di percepire quanto abbiamo fatto, e dove siamo stati carenti, con maggiore lucidità. - Il cosiddetto “additive feedback” è molto prezioso
Per “additive feedback” si intende il tipo di critica che suggerisce qualcosa da aggiungere a qualcosa che non funziona. I commenti su ciò che potrebbe essere inserito perché assente sono essenziali, perché fanno luce sulle possibili lacune e/o mancanze. - Poni domande (ma non per litigare)
“Come posso fare meglio?”, “Cosa va sistemato?”, “Dove ho sbagliato?”: tutti quesiti fondamentali che sono molto più utili di un’esplosione di fastidio o, peggio, ira di fronte a un feedback negativo. Evitiamo la passivo-aggressività, o le domande sarcastiche fatte per svuotarsi il fegato. - Se percepisci che un feedback sia “stupido” riflettici ugualmente
Certo, esiste la possibilità che ci venga mossa una critica ingiustificata. La strada da intraprendere resta quella dell’autocritica e della riflessione.