Le 4 regole fondamentali per sviluppare un mentalità creativa
Nel mondo del lavoro del terzo millennio siamo tutti chiamati a sviluppare un atteggiamento mentale creativo e innovativo. La sfida è insidiosa perché le persone intorno a noi, i nostri capi, i nostri colleghi, i nostri clienti raramente ci dicono esplicitamente “Devi essere più creativo”. Se lo aspettano e basta. Alla fine è proprio quella piccola grande innovazione non richiesta a rendere possibili i nostri successi.
Il problema è che abbiamo una visione stereotipata dell’innovazione e della creatività. Le associamo all’estro dell’artista, all’intuizione “folle” dello “startupper”, alla scoperta dello scienziato. Così molti guardano all’innovazione come a una prospettiva lontana, coltivabile solo da pochi eletti. Per questo sarebbe molto importante smitizzare l’innovazione abbracciandone una visione più “impiegatizia”. Non c’è bisogno di essere un genio “disruptive” per essere innovatore. Tutti nel nostro piccolo possiamo essere innovatori. Cosa fare per sviluppare una mentalità creativa?
Ecco 4 buone regole da seguire:
1) Non censurare. Spontaneamente tutti noi, chi più chi meno, in famiglia e sul lavoro, di tanto in tanto ci «ritroviamo tra le mani» un’innovazione: un nuovo tipo di look, di menù, di email, di organizzazione del tempo e degli spazi. Negli ambienti creativi questi cambiamenti non vengono censurati, non vengono ridicolizzati e non vengono «messi alla prova» con piglio critico e scettico. Il creativo è per sua natura uno sperimentatore. Sperimentare un nuovo passo, una nuova ricetta, un nuovo slogan espone a figuracce. Fa parte del gioco. È importante per questo motivo avere intorno persone che non giudicano e non ridicolizzano.
2) Rompere le abitudini. Se vogliamo sviluppare lo spirito creativo dobbiamo mettere in discussione le abitudini, una per volta, con calma, senza ossessioni, senza ansie rivoluzionarie. Oggi per esempio mi siedo in un posto diverso «dal mio». Domani proverò a fare pausa in un orario diverso dal solito. Dopodomani proverò per un’ora a dire col telefono tutto ciò che quotidianamente oggi comunico con la mail. È importante dare metodo alla rottura delle abitudini. È un allenamento faticoso. Ma la prospettiva di «cambiare continuamente prospettiva» costituisce un nutrimento meraviglioso per la nostra vitalità e la nostra intelligenza.
3) Contaminare. Lo spirito creativo si sviluppa spontaneamente per contaminazione. Gioco a calcio per hobby e faccio ricerca in campo chimico per lavoro. C’è qualcosa della mia esperienza di calciatore che posso «travasare» nella mia esperienza di ricercatore? Nel metodo di allenamento? nel linguaggio? Nell’approccio alla performance? Nell’analisi dei problemi? Nella ricerca delle soluzioni? E dall’esperienza di ricercatore a quella di calciatore? Questo «rubare» da un ambito di attività per trasferire a un altro ambito viene definito cross fertilization. C’è qualcosa che un venditore di spazi pubblicitari può rubare dalle tecniche di un venditore di assicurazioni? C’è qualcosa che l’organizzazione del lavoro di una multinazionale può rubare dall’organizzazione di una squadra di basket? C’è qualcosa che la catena di hotel può rubare dalla compagnia aerea? Il processo di cross fertilization è così connaturato al nostro modo di ragionare che non dobbiamo far nulla per innescarlo. Quando abbiamo in testa le parole e le immagini di un certo ambito della nostra vita non riusciamo a non trasferirle agli altri ambiti. Semplicemente dobbiamo metterci nelle condizioni di «frequentare» attività, passioni, culture, persone, ambienti diversi. Il killer della cross fertilization è la mentalità all’insegna del «il mio settore (il mio paese, il mio ufficio, il mio reparto ecc.) è diverso, nel mio settore/ufficio/reparto/paese questa roba qui non può funzionare».
4) Sottrarre e invertire. Sono i due stimoli principali attraverso cui nascono i percorsi creativi: provare a fare ciò che abitualmente si fa con un rigo di meno, con un centimetro di meno, con un minuto di meno, con un ingrediente di meno, con uno strumento di meno, con un fattore produttivo di meno. I campioni di qualsiasi settore, dal responsabile dello stabilimento al pilota, dal generale allo chef, costretti quotidianamente dalla ricerca di miglioramenti produttivi a spostarsi al limite delle possibilità, sperimentano regolarmente questa strada. Sperimentiamo quindi un po’ di «sottrazioni» nel nostro lavoro o nel nostro hobby.
Il secondo classico meccanismo creativo è quello che parte da un’inversione, da un rovesciamento della prassi: cominciare dal dolce e finire con l’antipasto; fare gli esercizi in aula con i compagni e la lezione teorica a casa da soli; riposarsi prima della gara e allenarsi dopo la gara; cominciare una presentazione dall’ultima slide; cominciare il supporto post-vendita prima di aver completato la vendita. Il presupposto di base è quello di osservare la prassi, formalizzarla, schematizzarla, e a quel punto rovesciarla radicalmente.