Svegliarsi riposati (per essere più produttivi): 5 strategie da provare
È impossibile negare l’importanza del sonno, perché è utile all’organismo per una varietà di ragioni. Provate a immaginare la coscienza come un computer incredibile: se è vero che una macchina perennemente accesa funzionerà peggio, più lentamente, a scatti è anche vero che dormire dà una chance al nostro cervello di riorganizzare i dati acquisiti durante il giorno e la sera, processandoli e suddividendoli per importanza, evitando un pericoloso overload di informazioni. Sarete certamente familiari con il modo di dire “dormici su”, che si riferisce proprio alla diversa compartimentazione generata dal riposo cerebrale nel quale ciò che non è funzionale alla nostra routine viene immagazzinato lasciando spazio a nuovi input. Eppure se è vero che l’insonnia fa danni, è anche vero che l’eccesso di sonno ci rende meno produttivi.
Impariamo a razionare il nostro ciclo sonno-veglia alzandoci per tempo.
Come? Mettendo in atto queste 5 strategie.
Non abusiamo del tasto “snooze” della sveglia
Cerchiamo di aprire gli occhi e mantenerli aperti non appena sentiamo quel trillo. Lo “snooze”, appunto, ci farà riaddormentare generando un risveglio frammentario che alla lunga ci renderà più stanchi.
Lasciamo entrare la luce
Costruiamo un automatismo per cui, al suono della sveglia, ci solleviamo dalle lenzuola e andiamo ad aprire gli scuri.
Spegniamo i device
Più facile a dirsi che a farsi, eh? Eppure svegliarsi con una mail di lavoro o una notifica ci getta in uno stato di semi-allarme.
Sviluppiamo una routine che precede il riposo
Compi sempre le stesse azioni prima di dormire, abituando il corpo al relax: lavarsi i denti, infilarsi in un comodo pigiama o farsi una doccia calda preparano la mente al sonno.
Facciamo attenzione alla temperatura della stanza
Il nostro corpo “spegne” il riscaldamento mentre riposa, va in una sorta di modalità screen saver. Preoccupiamoci di addormentarci (e svegliarci) in un ambiente né troppo freddo né troppo caldo.