Come l’imbarazzo può diventare una fonte di creatività
Tutti abbiamo vissuto momento imbarazzanti nella nostra vita. Alcuni li vorremmo cancellare dalla memoria perché ancora ci fanno male quando ci ripensiamo. Ma se invece di cercare di dimenticare le nostre brutte figure le usassimo a nostro vantaggio?
Come un po’ di imbarazzo aiuta nei brainstorming
Secondo uno studio pubblicato sull’International Journal of Design Creativity and Innovation, raccontare una storia imbarazzante all’inizio di una riunione o di una sessione di brainstorming non solo alleggerisce l’umore, ma può stimolare la mente ad avere idee più creative ed efficaci. In una intervista Brian Lucas, professore della Comell University e co-autore dello studio, ha dichiarato che uno degli inibitori della creatività è sicuramente la vergogna. Ma che se si inserisce una piccola dose di imbarazzo fin dall’inizio questo potrebbe predisporci a pensare in modo più creativo e a proporre idee più innovative.
Certamente l’imbarazzo può essere una spinta a sospendere il giudizio: se lo condividiamo con gli altri sarà più facile superare la paura di buttare le nostre idee sul tavolo, perché saremo meno timorosi di quello che potrebbero pensare le persone. Sostanzialmente siamo tutti d’accordo sul provare a rilanciare idee che possono sembrare folli o – appunto – imbarazzanti, e questo può stemperare di molto la tensione facilitando la creatività.
Secondo gli studiosi mostrarsi un po’ sciocchi è anche un modo per rinsaldare il legame di un gruppo. Aspetto fondamentale di un brainstorming è che ci si fidi l’uno degli altri, proprio per non essere ridicolizzati quando si condividono le proprie idee. Secondo Lucas: “l’obiettivo deve essere quello di ipotizzare idee ridicole perché è molto più facile prendere un’idea folle e trasformarla in qualcosa di funzionale che prendere un’idea noiosa e renderla interessante”.
Esporsi per aumentare la fiducia
Senza contare che le nostre manifestazioni di imbarazzo possono proprio agire direttamente sulla creazione di un clima di fiducia. Secondo quanto ipotizzato da alcuni studiosi, arrossire, abbassare la testa o inclinarla di lato somiglia molto al modo in cui le scimmie e altri primati mostrano scuse o sottomissione. L’imbarazzo, insomma, ha l’obiettivo di renderci “simpatici”. Le persone associano al nostro arrossire l’idea che allora non siamo egoisti o egocentrici, ma esseri umani come loro che stanno cercando di fare del loro meglio, nonostante tutto. E questo aumenta la fiducia. Alcune ricerche hanno dimostrato che vantarsi con i propri colleghi dei successi raggiunti è un atteggiamento che ha un effetto negativo sia sulla performance che sulla creatività dei gruppi di lavoro. Sicuramente ascoltare i successi degli altri può essere fonte di motivazione, ma spesso può anche avere un effetto intimidatorio.
Nel corso di queste ricerche sono stati condotti due esperimenti: nel primo è stato richiesto alle persone di condividere una storia imbarazzante e una di successo, che le aveva coinvolte. A seguire era stata organizzata un’attività creativa. Il risultato è stato che gli individui che avevano condiviso episodi imbarazzanti avevano generato un numero maggiore di idee, in termini sia di quantità che di varietà (quasi il 28% in più di idee e oltre il 20% in più di varietà di idee rispetto a coloro che avevano raccontato invece un episodio che li riempiva di orgoglio).
Il secondo studio condotto da Lucas e dai suoi colleghi ricercatori Elizabeth Ruth Wilson e Leigh Thompson ha esaminato il legame tra le storie imbarazzanti e l’innovazione in un team di lavoro. È stato chiesto a 93 manager di condividere storie reali di imbarazzo o di orgoglio, in squadre di 3 persone definite in modo casuale. In seguito, le squadre hanno completato un compito creativo: immaginare usi insoliti per una scatola di cartone. Ancora una volta, i gruppi dove la discussione è iniziata con episodi di imbarazzo hanno generato più idee: il 26% in più a livello quantitativo e il 15% in più in termini di varietà, in media.
Auto-presentarti è un modo per gestire le impressioni altrui su di noi, come spiega la psicologia sociale. Condividere episodi imbarazzanti contribuisce a renderci più “umani” e accessibili ma anche a creare un clima differente, più disteso dove la creatività è libera di esprimersi. Nei gruppi oggetto dell’esperimento, infatti, si è notato che le squadre che facevano brainstorming dopo aver condiviso momenti imbarazzanti erano anche quelle dove ci si divertiva di più.
Suggerimenti per favorire la creatività
Alla luce di questi studi e ricerche quali sono quindi le “lezioni” da imparare per migliorare le capacità creative di un team durante le attività di brainstorming?
- Incoraggiare i membri del gruppo a condividere, senza paura di essere giudicati, storie che li riguardano e che li hanno fatti arrossire o vergognare; non solo nei momenti in cui si fa brainstorming o team building, ma anche durante la normale attività lavorativa, per contribuire a rafforzare il senso di fiducia gli uni negli altri;
- Le storie sono potenti. Le ricerche ci insegnano che le persone ricordano e rispondono meglio a delle narrazioni strutturate, con un inizio, uno svolgimento e una fine che appaiono come “reali” (il cosiddetto storytelling). I dettagli, in particolare, servono a stimolare i membri del team a “entrare” nella storia e aumentano il senso di condivisione e coinvolgimento;
- La reciprocità è fondamentale: tutti i membri di un team dovrebbero sentirsi liberi di condividere momenti imbarazzanti, in modo che l’intero gruppo ne possa trarre il massimo vantaggio;
- Rimanere ancorati al presente aiuta. Le storie condivise dovrebbero essere recenti per poterle raccontare con dovizia di particolari e perché le reazioni emotive di chi le racconta siano più vivide e sincere.