Come diventare più resilienti per superare le sfide nella vita e nel lavoro
A ciascuno di noi possono capitare situazioni, eventi, sfide di maggiore o minore entità che dobbiamo affrontare e superare, se possibile brillantemente. La vita privata, il lavoro ci mettono costantemente sotto pressione, alla quotidianità si aggiungono anche talvolta delle situazioni del tutto impreviste che siamo costretti ad attraversare nostro malgrado.
In tali evenienze tutte le nostre forze, fisiche, emotive, cognitive vengono messe in campo: tutto sta ad investirle nel modo più appropriato. A volte, invece, ci perdiamo nei dubbi esistenziali, “Perché proprio a me?”, “Non è giusto!”, oppure di primo acchito ci sentiamo totalmente impotenti, sguarniti delle forze necessarie per affrontare l’evento.
Ogni evento di vita, in realtà, se osservato dalla giusta angolatura, contiene in sé le chiavi per la sua risoluzione e uno o più insegnamenti preziosi che ci consentono di rafforzarci, crescere, migliorare come esseri umani e a volte anche come professionisti. La forza di affrontare le avversità della vita, di reagire con flessibilità, di riprenderci dalle sofferenze si chiama resilienza e caratterizza ciascuno di noi, anche se a volte ne siamo proprio consapevoli. Dall’esterno vediamo persone nel mezzo di eventi molto impegnativi, le vittime di un incidente, di un grave lutto, di un grave problema al lavoro o in famiglia e ci chiediamo quasi immancabilmente dove possano trarre le forze per affrontare tutto ciò e come noi ci sentiremmo al loro posto. La risposta a quest’ultimo dubbio non è sempre positiva.
Nonostante ciò, quando tocca a noi affrontare situazioni impegnative le risorse da qualche parte le troviamo. Questo “da qualche parte” risiede dentro di noi e ci accorgiamo dell’esistenza di queste forze proprio quando ne abbiamo urgentemente bisogno.
La bella notizia è che queste risorse si possono fare emergere in qualsiasi momento della nostra vita, senza aspettare che qualche trauma ci colga, e che possono anche essere ulteriormente sviluppate.
A seguire, 6 strategie per rafforzare la propria resilienza.
- Aspettarsi che le cose migliorino
Secondo la psicologa Phyllis Zilkha anche se di fronte ad un trauma, una sventura, una perdita, un incidente non si può essere felice oggi, né domani, né tra una settimana né magari tra un mese, prima o poi la visione della situazione cambia e gradualmente perde il suo alone di negatività. Se si pensa che le cose andranno sempre peggio, come accade per i pessimisti, vi saranno ben poche prospettive di cambiamento costruttivo per il futuro. Se invece si adotta una modalità di pensiero ottimistico, se si riconosce e accetta che tutto cambia, dentro e fuori di sé, che come ci sono aspetti della vita negativi, oscuri, tristi ce ne possono anche essere altrettanti felici, luminosi, positivi si aprono le porte del miglioramento esistenziale. L’ottimismo, pertanto, rappresenta il fattore principale che alimenta la resilienza. L’ottimismo è una modalità di pensiero che si basa sul realismo, che non vede tutto rosa, che accetta i limiti, i disagi, le sfide da affrontare, ma lo fa in un’ottica di opportunità, crescita personale, lezioni da apprendere. L’ottimismo in questo senso si può coltivare in quanto è un cambio di prospettiva, di analisi e interpretazione della realtà che, volendo, tutti possiamo compiere - Non ignorare gli inviti degli amici e delle persone care
Anche se nelle situazioni di urgenza pratica, disagio, sofferenza emotiva possiamo avere poco tempo o voglia di stare con gli amici, i familiari, le persone care, in realtà il tempo che si condivide con loro non è mai tempo perso. Al contrario la rete di relazioni rappresenta per noi in quei momenti un’ancora di salvezza, un supporto concreto, un modo per distrarsi dai pensieri negativi, una forma di vicinanza emotiva che smorza la solitudine, un senso di appartenenza al gruppo. Il sostegno sociale è un altro fattore basilare che alimenta la nostra resilienza di fronte alle avversità e che ci aiuta a focalizzare la nostra attenzione non sul problema, ma sulle sue possibili situazioni - Pensare meno
Pensare è l’attività naturale della mente. Quando, però, i pensieri che vengono prodotti sono prevalentemente bui, negativi, distruttivi, sconfortanti, sfiduciati possono demolire le nostre capacità di reagire nelle situazioni. Per evitare di alimentare la mente e la sua negatività può essere utile impegnarsi in attività che assorbano la sua attenzione e che siano costruttive per noi: ad esempio il lavoro catalizza l’attenzione verso mansioni pratiche, obiettivi da raggiungere, dedicarsi al volontariato consente di spostare il focus da se stessi agli altri, di tornare a vedere se stessi e la propria situazione da un altro punto di vista, riduce i vissuti depressivi, nutre la felicità, la soddisfazione di vita, l’autostima, il senso di controllo sulla vita. Può essere altrettanto utile dedicarsi ad un hobby che ci assorba totalmente, praticare sport che implica la produzione di serotonina, endorfine, la Meditazione che contribuisce a silenziare la mente, o lo yoga - Coltivare l’umorismo
Numerose ricerche hanno messo in luce i benefici del sorriso, delle risate e dell’umorismo. Esso comporta un abbassamento degli ormoni dello stress, riduce la probabilità di reagire secondo il modello attacco-o-fuga che spesso si verifica quando ci troviamo di fronte alle situazioni che ci spaventano, ci preoccupano, o ci suscitano ansia. Di fronte ad una emergenza con una risata riusciamo a calmarci, siamo meno stressati, meno invasi dalle tempeste emotive che ci tolgono lucidità cognitiva e prontezza fisica e ci permette di riflettere con calma sulle decisioni da prendere. Per coltivare questa propensione di fronte alle situazioni potremmo effettuare almeno tre respiri profondi e provare a pensare ad una situazione in grado di suscitarci ilarità. Un sorriso in se e per sé in tali circostanze non risolve il problema da affrontare, ma ci offre una pausa di qualche istante per cercare di adattarci alla realtà che abbiamo di fronte per poi cercare di risolverla al meglio - Contare le benedizioni
La gratitudine è la capacità di provare riconoscenza per qualcosa che si ha o si è ottenuto. La gratitudine è un vissuto che si può coltivare e accrescere. I vantaggi che essa comporta per la nostra vita sono molteplici: le persone grate hanno una migliore salute psicofisica, sono più capaci di affrontare le situazioni, hanno relazioni affettive più soddisfacenti, si sentono meno sole, non danno nulla per scontato, sono attente, compassionevoli, fiduciose, speranzose. La gratitudine, inoltre, si è visto che rende le persone meno inclini a percepire il dolore fisico e a lamentarsene. Tenere un diario in cui ogni giorno annotare almeno cinque cose che sono accadute nel corso della giornata e di cui essere grati è un semplice, ma efficace esercizio atto allo sviluppo della gratitudine - Infine, ricordare che prima o poi tutto passa
Tutto nella vita ha un inizio e una fine. Sembra scontato, ma spesso ce ne dimentichiamo. Magari la conclusione di un’esperienza può non essere all’altezza delle proprie aspettative, ma magari può arrecare un po’ di sollievo in una situazione di fatica o sofferenza. Coltivare dentro di sé la fiducia e la speranza che tutto cambia, che tutto inizia e finisce, essere realisti sapendo che in ogni cosa c’è il bello e il brutto, il buono e il cattivo, consente di diventare liberi interiormente decidendo con consapevolezza e responsabilità dove posare lo sguardo e cosa alimentare nella propria vita, dentro se stessi e di riflesso anche fuori.
In sintesi: tutti abbiamo le risorse, da qualche parte dentro di noi, di reagire costruttivamente agli eventi che si verificano. Spesso, però, non ne siamo consapevoli. Quando le evenienze richiamano la nostra attenzione tali risorse si affacciano. Se, però, abbiamo lavorato su noi stessi in anticipo, in condizioni di maggiore serenità, se abbiamo cercato di individuare e coltivare attivamente i nostri punti di forza alimentando la nostra resilienza, quando ci troveremo in difficoltà sarà molto più semplice reagire, essere lucidi, sereni, superare al meglio la situazione, rafforzarci ulteriormente e apprendere la lezione profonda che tale esperienza ha comportato per noi.