Come diventare i migliori amici di sé stessi
Spesso tendiamo a cercare gli altri, persone care su cui contiamo, che stimiamo per essere ascoltati, accolti, confortati, supportati e magari anche consigliati.
Quando ci troviamo a seguire suggerimenti, indicazioni, consigli, però, non sempre gli effetti delle nostre scelte e azioni vanno secondo le nostre aspettative, oppure ci accorgiamo con non sono del tutto in linea con le nostre convinzioni, valori o sentire emotivo.
Questo non stupisce: per quanto gli altri ci possano essere vicini, attenti ascoltatori, comprensivi, empatici, non sono la nostra stessa persona. Nessuno si può sostituire in tutto e per tutto a noi, la nostra persona e la nostra esistenza sono unici, irripetibili e nessuno può mettersi fino in fondo nei nostri panni.
Come fare tesoro dell’ascolto e dei consigli altrui
L’ascolto, il confronto, lo scambio con gli altri è molto prezioso. Può essere fonte di ulteriore introspezione, riflessione, analisi e presa di consapevolezza di ulteriori prospettive.
Se diventiamo troppo dipendenti dalla visione altrui rischiamo di dirottare la nostra vita in una direzione che, prima o poi, ci accorgiamo non essere la nostra. Questo può rischiare di compromettere non solo l’equilibrio della nostra vita, ma anche la relazione con la persona da cui ci sentiamo dipendenti, perché finiremo con l’incolparla di averci indirizzati in malo modo, senza renderci conto che siamo stati noi i primi ad avere delegato la nostra esistenza.
Altre volte, invece, tendiamo a diventare dipendenti dalla visione altrui perché temiamo il suo giudizio, perché abbiamo paura di essere criticati, giudicati, respinti e, in ultima analisi, non amati. Anche in questo caso, però, finiamo col cercare fuori qualcosa che, di fatto, non riusciamo a trovare dentro: l’amore per noi stessi.
Come riportare l’attenzione su noi stessi
Ricentrare la vita dentro noi stessi è possibile: lo possiamo fare in qualsiasi momento, luogo, non servono particolari doti o abilità. Sono sufficienti un po’ di buona volontà, pazienza e perseveranza e i risultati non tarderanno ad arrivare.
Secondo la psichiatra Abigail Brenner si possono suggerire 6 semplici strategie per riportare l’attenzione dentro sé stessi:
1. Conoscere sé stessi
Dedicare del tempo ogni giorno per ascoltarsi, riflettere sulla propria esistenza, porsi delle domande, autoanalizzarsi, leggere e meditare, osservarsi mentre si è in relazione agli altri, possono essere ottimi modi per conoscere sé stessi.
Quanto mi sento realizzato oggi? Sono riuscito a raggiungere gli obiettivi che mi sono posto? Quali obiettivi vorrei conseguire? Che cosa mi manca per essere felice? Sento di avere controllo sull’andamento della mia esistenza? Come posso fare per riprendere la vita nelle mie mani? Che rapporto ho con me stesso?
Queste potrebbero essere alcune delle domande da cui partire per indagare la propria interiorità e la propria esistenza nel concreto.
2. Capire di cosa si ha bisogno
Quanto più si conosce sé stessi, tanto più si riesce a comprendere cosa si desidera e di cosa si ha bisogno e, nella migliore delle ipotesi, come fare per conseguirlo.
Sapersi centrare su sé stessi, la propria esistenza, i propri obiettivi permette di conseguire un bilanciamento interiore che evita di farsi trascinare, influenzare o deviare dalle opinioni, consigli e influssi di coloro che ci stanno intorno.
Inoltre, per poter essere con gli altri, essere loro utili e disponibili è fondamentale stare bene con sé stessi, focalizzati su di sé. In questo modo aprirsi al prossimo, alle sue esigenze, desideri, necessità non diventa un peso, un sacrificio, un dare condizionato ad un futuro ottenere, ma una naturale dedizione che deriva dall’avere qualcosa da donare all’altro che si ha già per sé stessi in sovrabbondanza.
3. Imparare a stare da soli
L’analisi di sé stessi, l’introspezione, la riflessione esistenziale sono attività che tendono ad esplicarsi nel migliore dei modi quando si è in silenzio, sereni e in solitudine. Oggi molti di noi tendono ad evitare la solitudine per il timore di sentirsi soli. Inoltre, vi è anche la paura di perdere tempo, per questo si cerca di riempire tutti gli spazi e i tempi vuoti con infinite attività, compiti, stimolazioni, intrattenimenti veri. Quando si riescono ad abbattere i pregiudizi, le resistenze, i timori che si possono nutrire di fronte allo stare un po’ da soli, può diventare una piacevole e utile consuetudine nelle proprie giornate. Un appuntamento fisso con sé stessi che può riservare sorprese del tutto inattese.
Probabilmente oggi una delle tentazioni più forti è rappresentata dai social network che ci illudono di nutrirci con una compagnia pressoché costante, a bassi costi sociali, che non sempre, però, nel tempo si rivela veramente concreta e nutriente come ci potremmo aspettare. Superare almeno parzialmente questa dipendenza e staccare talvolta la spina anche da questi contesti per nutrire la propria solitudine può rappresentare una valida alternativa.
4. Prendere le proprie decisioni
Spesso quando non siamo abbastanza centrati su noi stessi, quando ci sentiamo insicuri, quando non ci fidiamo di noi stessi, quando l’autostima vacilla tendiamo a ricorrere alle opinioni, pareri, consigli altrui, finendo alla lunga per sentirci ancora più confusi. Questo talora sfocia in decisioni e/o azioni non in linea con i nostri valori, convinzioni e sentimenti.
Parlare con gli altri, specie con le persone care, di fiducia, ascoltarle in sé e per sé può essere arricchente e utile, a patto, però, di concedersi anche del tempo per tornare ad ascoltare sé stessi e decidere e agire secondo la propria coscienza, senza delegare alla propria libertà e responsabilità.
5. Coltivare delle relazioni sane
Spesso nei rapporti di dipendenza i confini tra noi e l’altro sono sfuocati, confusi. Questo porta l’altro a invadere i nostri spazi e noi stessi a fare altrettanto con l’altro. Lo spazio personale, intimo, si riduce, fino alla creazione di legami reciprocamente soffocanti. Ridefinire la propria identità, i propri confini è un modo sano per creare una relazione reciprocamente costruttiva e arricchente. Sapere e sentire che ciascuno è solo ed esclusivamente sé stesso è basilare per entrare in rapporto con l’altro. In questo modo si possono evitare richieste eccessive all’altro, la tendenza alla possessività, la gelosia, la manipolazione, il controllo.
6. Celebrare i propri successi
Celebrare i propri successi, essere soddisfatti, sentirsi realizzati, gratificarsi per i propri sforzi con i quali si è raggiunta la meta sono modi per consolidare la propria autostima, la fiducia in sé, il senso di sicurezza e solidità interiore.
Ciò che si ottiene è sempre il frutto anche del proprio tempo, impegno, sforzo, volontà, oltre che magari dell’aiuto altrui e di un po’ di circostanze fortuite e benefiche. Sapere di poter contare su sé stessi e sulle proprie forze può essere un ottimo modo per impegnarsi in ulteriori obiettivi da raggiungere.