Come dare il cellulare ai propri figli?
L’età media a cui i bambini hanno un loro smartphone si abbassa sempre di più. Negli ultimi anni lo vedo anche nelle attività di benessere digitale che svolgo nelle scuole. A volte la consegna del primo cellulare viene considerata al pari di altri regali, al di là del valore economico dell’oggetto di per sé. In realtà si tratta di uno strumento molto più delicato rispetto a tanti altri che si potrebbero dare ai più piccoli. In questo articolo non vogliamo dire che sia un male in assoluto permettere che i bambini abbiano un loro telefono ma sicuramente che è importante il modo in cui glielo si consegna.
Quanti bambini hanno un proprio smartphone?
In una ricerca condotta in 88 scuole italiane su un campione tra i 5 e i 10 anni, il 74% degli intervistati ha dichiarato di usare attivamente smartphone o tablet ogni giorno. Questo non solamente quando non sono in compagnia. In molti casi, infatti, l’uso di un dispositivo digitale avviene anche nei momenti di gioco con amiche o amici. Il 55% dei bambini intervistati ha detto di avere un proprio dispositivo digitale personale, smartphone o tablet. Il 20% di loro ne fa uso per oltre due ore al giorno e la maggior parte per guardare cartoni animati o giocare online.
Gli effetti indesiderati derivati dalla presenza nella vita dei bambini di smartphone e simili sono conosciuti, tanto che anche l’American Academy of Pediatrics e la Canadian Society of Pediatrics hanno affermato che i piccoli da 0 a 2 anni non dovrebbero essere esposti alla tecnologia, dai 3 ai 5 l’esposizione dovrebbe essere di un’ora al giorno, mentre dai 6 ai 18 non più di due ore al giorno.
Cosa significa dare uno smartphone a un bambino?
A tal proposito Il Prof. Pier Cesare Rivoltella della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica di Milano che si occupa di educazione digitale da tanti anni, pubblicò con dei colleghi una ricerca sul guinzaglio elettronico. Il fenomeno spiega la percezione dei genitori di avere un cordone ombelicale digitale col figlio o figlia per sapere dov’è e cosa sta facendo. Per gli adulti è uno strumento di controllo a distanza, un mezzo per tenere a bada le ansie per i pericoli che insidiano i figli lontani da casa.
Il punto interessante però è che spesso per i ragazzi invece ottenere il cellulare significa avere maggiore autonomia in quanto si può avvisare il genitore anche a distanza in caso di necessità.
Quindi è fondamentale quando si cerca il modo migliore per dare il primo telefono ai figli essere consapevoli delle diverse percezioni che adulti e bambini hanno rispetto a questo passaggio.
Come dare il primo smartphone ai propri figli?
Prima o poi arriva per tutte le famiglie il momento in cui dare ai propri bambini un cellulare e allora vediamo qui alcune riflessioni per farlo nel modo più attento possibile. I punti di seguito sono ovviamente da adattare al proprio contesto famigliare e stile genitoriale ma servono per ragionare su cosa considerare quando si dà lo smartphone ai figli.
- L’avvocata Laura Lecchi nel suo libro Vita da social family suggerisce di scrivere un vero e proprio contratto tra genitore e figlio o figlia al momento della consegna del primo cellulare e nel libro propone anche un format di contratto.
- Che sia nel contratto o in altra forma è importante definire col figlio o figlia limiti di tempi e luoghi in cui usare lo smartphone. Per esempio: orario massimo serale o numero di ore quotidiane d’uso, piuttosto che divieto di portarlo in camera da letto o a tavola mentre si mangia.
- È importante che il figlio o la figlia, specialmente se pensiamo che il telefono viene dato intorno ai 10 anni abbiano chiaro che la proprietà dello strumento tecnologico è dei genitori e di conseguenza l’adulto ha il diritto di ritirarlo se lo ritiene opportuno.
- Infine considera che dare un telefono è un passaggio importante, non è paragonabile ad altri regali possibili. Pensiamolo come allo scooter o l’automobile più avanti, sono strumenti che segnano un momento di passaggio importante nella vita del bambino e quindi va accompagnato con regole e monitoraggio.