Ecco il segreto per coltivare la lealtà sul lavoro (con capi e colleghi)
È un fatto semplice ma contiene una grande verità: quand’è che un legame si rompe, che la fiducia viene meno, che cominciamo a guardarci attorno? Quando qualcuno esprime, senza filtri, la sua rabbia e frustrazione nei nostri confronti, senza filtri, quando sbagliamo. Errare è umano, ma specie se stiamo dando il nostro meglio sentirsi maltrattati frattura i rapporti positivi con capi e colleghi. Riusciamo successivamente, con sforzo, a comprendere le motivazioni altrui ma i sentimenti positivi ritornano con grande difficoltà. Facciamo tesoro di questa lezione. Se un collega o un sottoposto fa un casino, proviamo a:
Spiegare perché c’è stato uno sbaglio e perché è importante
Quando le emozioni negative montano, sul lavoro prendere le redini della propria razionalità è quasi un obbligo. Occorre ricavarsi del tempo per comunicare in maniera neutra ed esaustiva.
Mostrare come sarebbe stato meglio agire
Un “rimprovero” deve funzionare da sprone per il futuro, non puntare all’umiliazione dell’altro. Facciamo sì che notificare un errore includa anche come ovviare a quell’errore.
Facciamo attenzione al tono
Il tono è tutto: lo stesso contenuto pronunciato con ira o con calma sortirà effetti radicalmente differenti.
Sospendiamo la negatività
Più facile a dirsi che a farsi, giusto? Eppure le nostre emozioni negative confonderanno inevitabilmente chi abbiamo davanti. Molto meglio, di fronte a un problema, fare una pausa e gestire se stessi prima di urlare in testa agli altri. L’impulsività è nostra nemica.
Guardiamo oltre
Un problema modificherà il risultato più ampio di un progetto? Solo se alieniamo i nostri colleghi e capi con esplosioni di fastidio. Un passo falso può essere ovviato, ma gestirlo male vuol dire intaccare la salute di un sistema più ampio.