Cibo per la mente: come pianificare un training alimentare per rendere meglio sul lavoro
«Fa che il cibo sia la tua medicina e che la tua medicina sia il tuo cibo».
Sono queste le famose e illuminanti parole di Ippocrate, autore del famoso giuramento degli studenti di Medicina. Parole che in questi giorni a Milano risuonano più vive che mai grazie all’Esposizione Universale che la mia città ospita.
Tutte le scuole mediche ci informano del fatto che il cibo sia davvero fondamentale per la salute del nostro corpo e la prevenzione delle malattie. La buona salute che può essere di per se stessa una meta, rappresenta uno strumento indispensabile per raggiungere altri nostri obiettivi: abbiamo mai pensato per esempio che è strumento di benessere anche per la nostra mente? Che tra il corpo e la mente ci sia un legame fortissimo è tesi condivisa da tutte le scuole di pensiero: lo stress, la distrazione e la stanchezza possono condizionare i nostri risultati lavorativi e portarci ad alti livelli di errore. Ecco perché dobbiamo prestare attenzione all’alimentazione, perché permette di gestire il nostro benessere, contrastando la fatica fisica e intellettuale con ricadute positive sulle nostre performance quotidiane.
L’alimentazione moderna, basata per lo più sui cibi animali (nel mondo occidentale si consumano 90 kg di carne a persona ogni anno) e sui prodotti raffinati a base di farina bianca, con un elevato numero di calorie ma con una bassissima quantità di fibre, mette a dura prova il delicato meccanismo di controllo della nostra glicemia, strumento necessario per mantenere costante il livello di glucosio nel sangue. Il nostro organismo e la nostra mente possono bruciare infatti i carboidrati, che sono il nostro principale carburante (il 50% delle nostre calorie deve avere origine dai carboidrati). Per mantenere costante il livello di glucosio nel sangue, insulina e glucagone controllano rispettivamente che non ci siano livelli troppo alti e livelli troppo bassi: questo è uno stress che il nostro corpo paga, con il super lavoro del pancreas che è l’organo che li produce, ma anche la nostra mente, che trae il 30% della sua energia proprio dal glucosio (e non dallo zucchero bianco come diceva una famosa pubblicità degli anni 80). Il nostro benessere è governato minuto per minuto dalla glicemia: le oscillazioni verso l’iperglicemia portano ad attivare l’insulina che abbasserà il livello di glucosio, ma attiverà anche un costante bisogno di mangiare perché il risultato sarà l’ipoglicemia. Quando queste oscillazioni sono frequenti non potremo che avere cattivo umore, stanchezza, irritabilità, nervosismo, rabbia, scarsa concentrazione e distrazione. Gli alimenti che più ci portano a questo forte stress del pancreas sono i cibi animali e i prodotti raffinati, a base di farine bianche, i prodotti da forno industriali, lo zucchero, le bibite industriali, il fruttosio, il succo di agave. Il pesce merita un discorso a parte, sia dal punto di vista nutrizionale che energetico, ma carni rosse, soprattutto suine, e i salumi, il latte e i formaggi creano una regolazione disarmonica di questo sistema.
Cosa invece ci può aiutare se vogliamo creare uno schema alimentare che ci permetta di avere una mente lucida e attenta e nervi salvi?
Il cibo vegetale: i cereali integrali, i legumi, che di per sé tengono bassa la glicemia, i semi oleoginosi, la frutta secca insomma, tutte le verdure, tutta la frutta eccetto quella tropicale che è troppo zuccherina, i condimenti di buona qualità che in Italia non mancano, stando lontani dai grassi industriali, dannosi per la nostra salute. Questi cibi consentono al nostro cervello di lavorare senza picchi, in maniera costante e coerente con i nostri livelli di glucosio. Per merenda e per prevenire cali di attenzione, energia e concentrazione non mangiamo caramelle, zucchero, cioccolato, dolci industriali, ma nemmeno panini al prosciutto o al salame che hanno un effetto opposto a quello che vogliamo ottenere. Mangiamo piuttosto frutta, verdure crude, frutta secca, frutta disidratata, senza cedere a quella più dolce. Vanno benissimo castagne, albicocche, mele, pere, uvetta.
Per i pasti principali via libera a cereali integrali (tutti quelli che conosciamo), riso, farro, orzo, quinoa, miglio, avena, legumi… Ne abbiamo davvero da non stancarci mai. Consigliate anche due o tre porzioni di verdura condite con le erbe aromatiche di questa stagione, il nostro olio d’oliva, se ci piace il succo di limone e lo zenzero che hanno la peculiarità di stimolare il metabolismo.
E attenzione: mastichiamo! Spesso ci dimentichiamo di farlo, ma masticare è l’unico atto di volontà della nostra digestione e ha infiniti risvolti positivi sul nostro organismo, non solo dal punto di visto della materia corporea, ma anche dal punto di vista dell’energia che circola nei nostri meridiani principali.
A tutti coloro che fanno della mente lo strumento principale del proprio lavoro, consiglio di pianificare una sorta di training alimentare, un vero e proprio allenamento. Risulta oramai abituale per gli atleti ai massimi livelli, addirittura per le rockstar che si allenano per tre o quattro mesi prima dei loro tour, non solo fisicamente ma anche a tavola, con determinati alimenti, più adatti e rispettosi del nostro organismo. Perché non pensarci anche noi, prima di sottoporci a grandi impegni lavorativi? E anche durante questi stessi periodi: privilegiamo piatti unici come i classici delle culture mediterranee, il cous cous con verdure e legumi, il tabulè, la farinata di ceci, insalate di verdure e legumi, il riso alle erbe aromatiche, la pasta, meglio se integrale e condita in modo semplice. Prima e dopo impegni importanti, riunioni e conferenze, evitiamo i prodotti da forno industriali, le nostre amate pizze, focacce, salumi, formaggi stagionati, per non parlare del cosiddetto junk food, il cibo letteralmente spazzatura, come merendine, patatine, bevande gasate, snack troppo salati, snack troppo dolci. Riscopriamo il pane integrale, le creme di frutta secca, le mandorle, le nocciole, l’olio di oliva, le marmellate senza zucchero, la frutta: possiamo riabituarci a sapori più semplici, che hanno radici nella nostra memoria antica. Avremo dei pasti che saziano, ci calmano, non impegnano il nostro organismo con la complicata digestione dei grassi animali, ci regalano una mente tranquilla e serena e la capacità di vedere la realtà con attenzione e concentrazione. Avremo dei pasti che ci regalano un corpo sano e uno stile di vita che non ci indebolisce giorno per giorno.
Il cibo è un piacere della vita, è amore e condivisione, ma puo’ essere anche strumento nella nostra borsa del lavoro, che è la nostra borsa della vita.