Cerca lavoro nel modo giusto: ecco come
La ricerca del lavoro è sempre stata un’attività faticosa ma non c’è dubbio che sul panorama che il mercato ci propone ora, essa è diventata una vera e propria avventura. L’aspetto peggiore è che gli insuccessi oggi sono più probabili di ieri. Non c’è un metodo specifico da applicare – come ci vogliono spesso far credere sui social media – piuttosto è il caso di costruirsene uno proprio. Per questo vanno considerati alcuni aspetti che spesso non valutiamo perché siamo portati a utilizzare il metodo che applicano tutti: compiliamo un curriculum come quello di tutti, puntiamo alle aziende cui puntano tutti, imitiamo i modelli che imitano tutti.
Ma non sarebbe il caso di guardare lo scenario da un angolo da cui gli altri non lo vedono? O da un punto di osservazione in cui ci sono meno persone a guardare? Una sorta di Pensiero Laterale nella ricerca del lavoro, insomma. Saper scegliere le aziende a cui proporsi è uno step fondamentale ma troppo spesso viene trascurato a favore dell’adozione di un metodo semplicemente comune. Vediamo qualche suggerimento.
- Un brand famoso non corrisponde a un’occasione imperdibile
Ci hanno insegnato che, una volta terminati gli studi, è il caso di proporsi alle aziende più note che assicurano carriera, sicurezza e profitto. Ma ce lo hanno insegnato più di dieci anni fa, un’eternità. I grandi brand sono diventati ingombranti e nascondono quelli che praticano davvero il mercato e creano innovazione chiedendo competenza. Li conosciamo solo dopo che hanno avuto successo, ma a quel punto è chiaro che qualcuno si è proposto prima di noi. Dei nuovi brand non va vista la storia che hanno, ma quella che creeranno e per questo occorre valutare al meglio la possibilità di bussare alla loro porta.
- Pianificare una carriera e tradire l’azienda
L’era della carriera dentro un’azienda è finita anche perché non è sempre legata al merito. Se vogliamo far valere il nostro talento e lavoriamo perché ogni esperienza professionale serva ad aumentare la nostra capacità, allora è lecito vendersi al miglior offerente: in genere questo è il competitor dell’azienda per cui lavoriamo. Pensare a una carriera trans-brand è uno degli angoli da cui partire, pianificandone i passi. Sembra scorretto ma non bisogna dimenticare che esiste sempre una regola immutata: libero mercato, libera concorrenza. E allora, libera carriera.
- Riprendersi il posto fisso
Sembra la negazione del punto 2. Se pensi che il posto fisso non esista più è perché hai sempre creduto che quel posto fosse tuo, ma non è così. Quel posto era dell’azienda che te lo concedeva e che disponeva di te come voleva, tanto da riprenderselo all’occorrenza. Il posto di lavoro non è un punto sul pavimento dal quale non devi muoverti, ma è la tua posizione nel mondo del lavoro. Scegli le aziende pensando a un momento di folle passione e aspettati che poi passi preparandoti a cambiare partner per una nuova passione. Pensa al tuo posto semplicemente itinerante e praticalo per aumentarne costantemente il valore. Poi torna al punto 2.
- Essere unici in un mondo di repliche
Ci sono professioni sovraffollate e anche quelle innovative lo stanno diventando. Essere unici è quasi impossibile. Non lo è se individuiamo un ambito in cui la nostra specializzazione è la risposta inaspettata ad una esigenza evidente. Un creativo serve più ad un’azienda che non ha un know how creativo piuttosto che ad un’agenzia piena di creativi. Essere un outsider vuol dire proporre chiavi inedite ad un’azienda e renderla innovativa ma non tutti possono avere questa vision. Un’indagine che aiuti ad individuare queste aziende apre scenari inaspettati.
Ovviamente ogni angolo differente da quello consueto, affollato a dismisura, può essere strategico e cercarli tutti vorrebbe dire pensarli limitati, mentre ognuno di noi può crearli. Essere innovativi non vuol dire aderire a qualcosa che lo è, ma inaugurare metodi inediti comunque strategici e profittevoli. Soprattutto nel costruire il proprio futuro.