Siamo bravissimi a dire agli altri cosa fare. Siamo altrettanto bravi ad ascoltarli? Vale la pena chiederselo
E con questo cosa vuoi dire?
Frase che sento spesso.
C’è sempre più bisogno di dare un senso, un corpo, alle parole
Perché non ci troviamo a cena?
No, non al ristorante
A casa mia… ma non ho tempo per cucinare per tutti
Siamo in tanti, ti va di portare qualcosa?
Ognuno porta qualcosa e condividiamo il cibo
Cosa porti? Un primo delle tue terre? Un dolce che fai con esperienza? Una specialità che parla di te?
Giusto
Anche io faccio qualcosa di buono… anche tutti gli altri ospiti
Bello
La serata sarà eccezionale, ci nutriremo della nostra capacità di produrre cose buone e belle.
Sarai orgoglioso quando apprezzeranno il tuo operato e, se avanza, ci rimarrai un po’ male.
Funziona sempre cosi, è naturale
Quando c’è la possibilità di condividere del nutrimento con amici facciamo del nostro meglio e siamo bravi.
Ti propongo un altro scenario.
Perché non facciamo una riunione per condividere le nostre idee e la nostra visione?
Nel mio ufficio
Cosa porti?
Cosa portano gli altri partecipanti all’incontro?
Se seguissimo la logica della cena insieme, ognuno dovrebbe portare il meglio delle sue idee e della sua comunicazione
Ognuno metterebbe in comune il proprio sapere e la propria proattività
Così non succede.
Quando si riuniscono persone attorno al tavolo della comunicazione ognuno si sente autorizzato a portare ciò che gli pare, noncurante della qualità e del nutrimento dei propri discorsi
Alcuni sembrano professionisti della lamentela e della recriminazione
Certe condivisioni sono talmente tossiche che è come se alla cena qualcuno abbia portato cibi scaduti.
Perché accade questo?
Accade perché non ci educhiamo ad ascoltare e parlare, spesso non ci interessiamo all’effetto dei nostri discorsi e non abbiamo la buona abitudine di costruire
E con questo cosa vuoi dire?
Dimmelo tu