Alla ricerca di una superiore armonia, che può essere nostra, subito
Prendete tutte queste cose. La mente e il corpo. Il biologico e il tecnologico. Il femminile e il maschile. La natura e i prodotti creati da noi umani. Il libero mercato e l’attenzione per chi non se la passa bene. La voglia di pace e la capacità di forza. Le relazioni su Facebook e le relazioni dal vivo. Il dubbio e l’azione. La cultura e l’eccitazione. Il senso di responsabilità e il senso del gioco. L’ambiente in cui cresciamo e il nostro codice genetico. La condivisione con gli altri e il senso di sé. L’apertura accogliente e la durezza contro chi vuole infrangere i valori. Il lavoro e il privato.
Ok, mi fermo qui anche perché sono certo che a questo punto voi avrete messo a fuoco altre mille di queste situazioni in ogni angolo della vostra esistenza. Bene, nel mezzo di ognuna di queste coppie ho messo una e. Attenzione: una e, non una o. Non il “questo o quello” della mente binaria, ideologica, meccanica. Ma il questo e quello della mente biologica e coevolutiva. Perché tutta la nostra esistenza – in ogni suo aspetto – ruota intorno a due grandi poli (yin e yang, siamo sempre lì), e nello stesso metabolismo della vita tutto funziona così (sistole e diastole, inspirazione ed espirazione).
Quando allora dico che dobbiamo smantellare la mente binaria, meccanica, ideologica, e attivare una mente biologica e coevolutiva, non sto parlando di astratti principi filosofici: sto parlando della nostra esistenza, di come valorizzarla, di come viverla in tutta la sua pienezza. Perché tutto funziona quando le due polarità noi siamo capaci di combinarle, di costruire fra esse una superiore armonia.
Armonia è una parola che suona bellissima: ma se la riduciamo a pacifica favoletta retorica, allora le facciamo il peggiore dei torti. Una superiore armonia non la si crea al riparo dalle contraddizioni, non è una beata oasi di benessere: una superiore armonia è il risultato tanto di elettive simbiosi quanto di scontri, tanto di sublimi fusioni quanto di lavoro duro. Una superiore armonia la si crea sporcandosi le mani. Quella e nel mezzo fra un polo e l’altro non è una semplice somma ma una moltiplicazione, dove nuovi organismi si creano modificando se non eliminando certe parti piuttosto che altre. È così in una vera grande storia d’amore, è così nella crescita dei propri figli, in una squadra e in una qualunque impresa.
Un esempio per tutti. Con il Bosco Verticale, Stefano Boeri ha creato non soltanto quello che è stato premiato come il più bel grattacielo del mondo, ma – l’estetica è soltanto il dito che indica la luna di un modello evolutivo – innanzitutto il prototipo di una superiore relazione fra natura e progettazione. Ci sono volute ricerche estremamente complesse, correzioni che hanno portato a nuove soluzioni, per verificare ognuno dei cento aspetti del progetto: è così che ora il Bosco Verticale è un laboratorio dal vivo di biodiversità, perché il rapporto fra la natura e la costruzione umana è stato un paradigma iniziale che si è poi sviluppato come un vero organismo vivente.
D’altra parte provate a riprendere quel lungo elenco che sta all’inizio: ogni volta che mente e corpo, femminile e maschile, condivisione e senso di sé, e tutte quelle altre cose, le si pensano in opposizione (o fra loro si tenta soltanto un compromesso, una semplice coesistenza), lì possiamo star certi che se non ci saranno guai è perché ci saranno grossi guai. Perché la mente binaria e meccanica rompe l’inestimabile flusso di possibilità che c’è fra quei due poli. Imparare a pensare coevolutivo non è soltanto più raffinato e avanzato: è l’unica possibilità che abbiamo per crescere davvero.