Affidarsi alle emozioni per coltivare la creatività
Intelligenza emotiva e creatività sono due delle competenze considerate più importanti nel mondo del lavoro. La gestione di ciò che proviamo e la capacità di combinare quello che conosciamo per ottenere soluzioni innovative possono fare la differenza, aiutando le persone e le organizzazioni ad essere più efficaci ed efficienti.
Ma come lavorano insieme, Intelligenza emotiva e creatività? Qual è la loro connessione?
Negli Anni ‘90 lo psicologo statunitense Daniel Goleman ha identificato un particolare tipo di intelligenza legato all’uso corretto delle emozioni. Svilupparla è un fattore determinante nel raggiungimento del successo, non solo professionale ma anche personale. Utilizzare correttamente le emozioni significa prima di tutto identificarle, poi comprenderle e gestirle per riuscire ad affrontare meglio la vita.
La creatività è la massima espressione dell’intelligenza di una persona: grazie ad essa un individuo può produrre soluzioni rimescolando le nozioni acquisite, i suoi talenti personali e le sue inclinazioni. Il più grand misunderstanding sulla creatività è che si pensa sia una caratteristica innativa concessa a pochi: quelli che chiamiamo geni o artisti (in senso stretto). In realtà ogni volta che aggiungiamo qualcosa al mondo, stiamo compiendo un atto creativo, e tutti siamo in grado di farlo.
Secondo Goleman esiste una creatività “in chiave maggiore”, con la C maiuscola, che ha a che fare con le opere dei geni. Ma il fatto di non avere un pubblico che osserva ciò che facciamo o che applaude i nostri sforzi, non significa che non possiamo essere creativi. Concentrandoci troppo sulla creatività con la C maiuscola finiamo con il trascurare tutti i modi in cui ciascuno di noi mostra, nella propria vita, di avere talento e immaginazione. L’intelligenza emotiva può aiutarci invece a sviluppare il nostro spirito creativo.
Lo spirito creativo ha a che fare con il nostro desiderio di innovare, di esplorare nuovi percorsi, di realizzare sogni. Ed è alla portata di tutti quelli che si sentono spinti a migliorare le cose. Lo spirito creativo però va allenato. Siamo abituati a concentrarci sull’intuizione, su quel momento in cui vediamo folgorati da una soluzione che magari cercavamo da tempo, e che all’improvviso fa capolino nella nostra mente proprio quando siamo occupati a fare altro. È capitato a tutti, almeno una volta nella vita, di essere nella doccia, o fuori a fare jogging, e di trovare all’improvviso un’idea brillante che ci aiuta a risolvere un problema su cui ci stavamo scervellando da tempo…
Abbiamo la possibilità di moltiplicare questi “momenti Eureka” e di farli diventare un’abitudine, se invece di concentrarci su di essi – e cioè sulla fine di un processo – impariamo a percorrere la strada che può portarci alla soluzione che stiamo cercando.
Il processo della risoluzione creativa dei problemi prevede 4 stadi:
- PREPARAZIONE – in questa fase ci immergiamo nel problema, alla ricerca di qualunque informazione potenzialmente utile; è necessario essere recettivi, aperti e disponibili a mettersi in ascolto senza pregiudizi, in modo da poter raccogliere più dati possibili, così che gli elementi inizino a prendere posto e combaciare;
- INCUBAZIONE – dopo aver riflettuto su tutti gli aspetti rilevanti della situazione è utile lasciar fermentare il problema. Anche se non stiamo pensando consapevolmente, la nostra mente continua a cercare la soluzione a un livello inconscio e a combinare le idee secondo associazioni non convenzionali;
- FANTASTICARE – questa fare è necessaria perché quando ci diamo il permesso di fantasticare, e cioè quando non stiamo pensando a nulla di particolare, siamo più aperti alle intuizioni dell’inconscio;
- ILLUMINAZIONE – immergersi nel problema e fantasticare, unite anche a un po’ di fortuna, portano all’illuminazione; a quel momento cioè, in cui tuto a un tratto la soluzione emerge dal nulla.
Affidarmi a questo processo e riprodurlo ogni volta che vogliamo creare qualcosa di nuovo, ci aiuterà ad avere sempre più intuizioni. Non basta infatti avere la conoscenza di una determinata materia per trovare soluzioni, ma bisogna anche essere capaci di pensae in modo creativo. E soprattutto è necessario essere spinti dalla passione, che è l’elemento davvero essenziale della creatività. Perché la creatività scaturisce dall’affinità con qualcosa: è un po’ come innamorarsi. Chi è coinvolto in modo passionale in ciò che fa, raramente rinuncia, anche davanti alle difficoltà o alla frustrazione derivante dal nostro trovare subito una soluzione. Affidarci alle nostre emozioni – e sapere come farlo per gestirle e comprenderle – è fondamentale, perché sono dotate di una forza dirompente che ci può dare una marcia in più aiutandoci a comunicare efficacemente, a saperci automotivare, a reagire meglio agli stimoli provenienti dall’ambiente.La competenza emotiva ci aiuta ad affrontare positivamente la complessità del mondo in cui abitiamo, e a realizzare i nostri sogni. Le migliori invenzioni, infatti sono tutte nate da un’emozione. Da qualcuno che è stato in grado di abbracciare le proprie emozioni e crearne qualcosa.