Si chiama pensiero istantaneo ed è ciò che oggi ci rende più intelligenti di ieri
Sì, so che guardando tanti di quelli che abbiamo intorno la cosa che sto per dirvi sembrerebbe sconclusionata. Ma noi davvero siamo più intelligenti di prima. Molto più intelligenti.
Lo siamo perché nella nostra epoca l’idea stessa di intelligenza si è espansa, perché i nostri modelli mentali stanno profondamente mutando.
Fino a poco tempo fa l’intelligenza era quella logica, lineare, analitica, sequenziale. Le menti superiori, i grandi inventori e creatori, non erano affatto così, ma erano visti come irripetibili eccezioni. Oggi il modo di pensare –non certo la qualità del pensiero e dell’inventiva, ovviamente – delle personalità eccezionali di un tempo è condiviso da decine di milioni di persone.
Grazie alla spinta delle nuove tecnologie di comunicazione, per decine di milioni di persone è diventato perfettamente naturale connettere, combinare informazioni e materiali e conoscenze che prima la nostra mente teneva separate. Siamo passati da una mente verticale a una mente orizzontale.
Naturalmente la grande intelligenza è quella di chi combina orizzontale e verticale, molteplicità e profondità del pensiero: ma comunque non c’e’ dubbio che un’intelligenza fondata sulla capacità di sposare conoscenze a tutto campo è più intelligente di una che sa tutto di una cosa e poco o nulla di quello che sta intorno a quella cosa. Oggi siamo più intelligenti perché la nostra mente sa spaziare, sa muoversi al di là dei confini, sa fare i conti con il dinamismo delle cose.
Permettetemi un esempio: qualche anno fa apparve in tv l’opera più complessa mai immaginata da mente umana. Si chiamava Lost, e –ve la ricordate, vero?- metteva in scena una inaudita coralità di personaggi e di trame, mondi paralleli, flashback e flash forward, grandi temi filosofici e metafisici, un intricato flusso di misteri che producevano altri misteri. Mai visto nulla di più complicato. Bene, invece di rimanere, come sarebbe accaduto soltanto pochi anni fa, patrimonio di una piccola avanguardia, Lost arrivò a decine di milioni di umani che non si limitavano a guardare ma interpretavano, congetturavano, proponevano nuovi scenari. Un’opera di indicibile difficoltà accendeva la nostra capacità di districarci e di pensare nell’indicibile difficoltà. Molto piu’ intelligenti di prima, ve l’ho detto.
Tanti dicono che la vera intelligenza ha bisogno di tempi lunghi, e dicono che il web e i social network –fondati sull’immediatezza – sono il regno della chiacchiera proprio perché non permettono di elaborare con calma le idee. Non è un’obiezione sbagliata, intendiamoci. Ma a me sembra che questo modo di vedere non sia capace di cogliere il senso del mutamento e la sfida senza precedenti, per me assolutamente entusiasmante, che stiamo affrontando. Perché siamo chiamati oggi ad attivare l’intelligenza dei riflessi pronti, la capacità di riflettere e produrre idee in diretta, dal vivo, nel cerchio di fuoco del qui&ora.
Il grande salto in avanti percettivo e cognitivo sta proprio nel matrimonio fra respiro ampio della visione ed energia vitale dell’istantaneità. Sul pensiero istantaneo si deve poi lavorare, naturalmente: ma è proprio il lampo del pensiero che si accende nell’istante a dare alla nostra intelligenza quella vivacità, quella vitalità, che a me sembra fondamentale. Ecco, con tutte le mie forze credo che l’intelligenza debba essere eccitante, debba suscitare energia. Sempre più penso che un’intelligenza che non sa essere eccitante non sia veramente intelligente: o meglio, sia intelligente di un’intelligenza puramente concettuale ma non vitale.
Sto dicendo che l’intelligenza della mente non può essere separata dall’intelligenza del corpo e dei sensi, dall’intelligenza del colpo di fulmine, dalla suprema intelligenza biologica. Chi fa così –e noi adesso possiamo fare così – è molto più intelligente di prima, non sembra anche a voi?