6 Modi in cui viaggiare può migliorare la nostra salute mentale
La vita quotidiana di molti di noi tende ad avere una maggiore o minore quota di ripetitività e di abitudine. Se, da un lato, avere orari, impegni, scadenze, comportamenti, modi di pensare, decidere, valutare che si ripetono in modo simile o uguale un giorno con l’altro ci può semplificare la vita e ci sgrava l’attenzione e l’esistenza dal dover rivalutare ogni cosa da capo ogni mattina, dall’altro, però, questo fossilizza il corpo, la mente, la vita in degli schemi, dei parametri che possono in parte ingabbiarci, soffocarci, in parte privarci di opportunità di crescita personale e professionale.
Anche per tale motivo prendersi una pausa, spezzare la famosa routine, di tanto in tanto, può essere molto utile e salutare. Da un viaggio si torna sempre un po’ cambiati e le ripercussioni sono pressoché inevitabili, sia nella vita privata, sia in quella professionale.
Se poi siamo consapevoli che la nostra esistenza di tutti i giorni ci sta soffocando più di quello che vorremmo, un viaggio può rivestire un ruolo benefico ancora maggiore. Esso non solo può rappresentare una fonte di allentamento di ansia, stress, frustrazione, rabbia, depressione, ma può costituire un momento di riflessione, di ripensamento della nostra esistenza, personale e lavorativa e può permetterci di tornare a casa con una nuova consapevolezza e una energia rinnovata, al fine magari di intraprendere un cambiamento radicale rispetto alla direzione in cui solitamente procediamo.
6 Benefici che il viaggio può arrecare alla nostra salute mentale
Tra i numerosi benefici che il viaggio può apportare alla salute della mente e del corpo ve ne sono alcuni di particolare rilievo:
1. Amplia le nostre prospettive
Confrontarsi con nuovi luoghi, persone, usi, consuetudini, tradizioni, sapori, odori, modi di vita, ci obbliga forzatamente a uscire dal nostro guscio, ad adattarci, ad accettare ciò che è diverso da noi, senza giudicarlo, ma semplicemente limitandosi a conoscerlo.
Anche se non necessariamente dobbiamo condividere ciò che è molto distante da noi, anche solo sapere che esiste amplia i nostri orizzonti mentali e psicologici. Ciò che è diverso può raccontare molto di sé, ma può fungere anche da specchio in cui possiamo rivedere parti di noi di cui magari non eravamo del tutto a conoscenza.
Confrontarsi con il nuovo, l’inconsueto, il non familiare non è solo una esperienza interiore, ma anche e soprattutto fisica. Oggi viviamo in un mondo sempre più popolato di virtualità, di dispositivi tecnologici, di schermi che ci separano gli uni dagli altri (anche se, su un fronte mentale, ci mettono a contatto e in parte possono contribuire a unirci): viaggiare ci consente un approccio diretto con la realtà grazie al quale possiamo tornare a radicarci, a piantare solidamente i piedi per terra.
Questo incontro col nuovo e con lo straniero ci può aiutare a superare chiusure mentali, pregiudizi, paure, resistenze, ci può arricchire, renderci più aperti, creativi, innovativi, compassionevoli, empatici, comprensivi, concilianti, equanimi, con delle ripercussioni nel breve, medio, lungo termine, migliorando sia il nostro rendimento scolastico e professionale, sia le nostre relazioni umane e affettive.
2. Ci insegna qualcosa sul mondo
Viaggiare ci mette giocoforza a contatto il diverso, l’imprevisto, l’inconsueto, il non del tutto previsto, prevedibile, programmato. Ci obbliga a entraci in relazione, a comunicare, a confrontarsi, e, potenzialmente ci pone nelle condizioni di imparare qualcosa che ancora non sappiamo e che magari non avremmo mai immaginato che potesse esistere.
Il mondo è molto più ampio e sconfinato rispetto a quello che i nostri limiti mentali possono concepire. Viaggiare è un modo inesorabile e implacabile per prenderne atto. In genere l’insegnamento che deriva da un viaggio non solo difficilmente si può acquisire tramite un libro, un corso, un seminario, un master, ma è molto concreto, ha un impatto esperienziale molto potente i cui effetti possono permanere anche per lunghi periodi e, al limite, può cambiarci definitivamente.
Non si è mai la stessa persona che quando si torna a casa dopo un viaggio. Certamente un lungo viaggio, una protratta permanenza fuori casa, ancora più se all’estero in un luogo, un contesto, una cultura molto diversa dalla nostra può avere un impatto più considerevole rispetto ad un soggiorno più breve e a raggio più ristretto, ma a volte anche una meta più modesta può sortire un effetto inatteso, e potenzialmente positivo, su di noi.
In particolare, il confronto con le storie altrui, il dialogo, lo scambio, l’ascolto sono tra le fonti di apprendimento più potenti. Viaggiare moltiplica esponenzialmente questo tipo di opportunità.
3. Può rafforzare le relazioni
Quando si condivide il proprio viaggio con qualcuno, ancora più se lo si fa per un lungo periodo, magari verso mete particolarmente lontane o avventurose, le relazioni ne possono risultare consolidate.
Nel momento in cui si trascorre insieme molto tempo, si mettono in comune risorse, energie, attività, interessi ci si conosce meglio, possono crescere l’intesa, l’intimità, l’affiatamento. Si possono rinvenire nuovi tratti delle personalità dell’altro che non ci si aspettava, e magari anche di se stessi, si possono spartire nuove attività, interessi, hobby, passioni, nuovi modi di stare insieme e di trascorrere il proprio tempo.
D’altro canto è anche vero che, a volte, il tanto tempo tempo insieme, al di fuori dalla consueta routine può accentuare le differenze tra gli individui e condurre ad un allontanamento reciproco. A volte un viaggio, in questo senso, può risultare un’occasione per porre ordine nella propria sfera affettiva e relazionale selezionando con cura le persone con cui ci si sente a proprio agio e di cui si desidera circondarsi e allontanando quelle con cui l’armonia non è esattamente quella che si credeva che fosse.
Anche nel contesto professionale un viaggio di lavoro può riservare delle sorprese costruttive. Se le relazioni si approfondiscono oltre la superficie della mera formalità ne possono beneficiare anche aspetti quali la creatività, il team building, la leadership, la collaborazione, la cooperazione, l’empatia, la compassione, la comprensione, possono calare la competitività, le invidie, i rancori, i desideri di vendetta, la litigiosità.
4. Incrementa la nostra felicità
Numerose ricerche scientifiche nell’ambito della branca della Psicologia Positiva hanno messo in luce che viaggiare può aumentare i livelli di felicità, benessere, soddisfazione nella vita.
Viaggiare ci rende felici non solo durante il viaggio, ma anche prima, con l’anticipazione, la progettazione, il desiderio, il sogno di esso, e a posteriori, nel suo ricordo.
Inoltre, la psicologia del consumi ha messo in luce che spendere soldi per acquistare delle esperienze, come ad esempio può esserlo un viaggio, è più capace di renderci felici che non investire la medesima somma di denaro per comprare degli oggetti. Se poi il viaggio viene donato (ed eventualmente, condiviso con qualcuno) ci può rendere ancora più felici che non acquistarlo per se stessi.
5. Allevia ansia e stress
Qualsiasi occasione per infrangere la monotonia, la routine, la noia, le fatiche e le incombenze quotidiane possono aiutare ad allentare le tensioni, lo stress, l’ansia e la vacanza è una di queste.
Viaggiare, con l’eccitazione, la gioia, l’entusiasmo, il coinvolgimento che di solito può comportare può contribuire a riportarci al momento presente, al qui e ora. Quando viaggiamo, in genere, se l’esperienza è positiva, vogliamo vivere appieno quel momento, se possibile protrarlo il più possibile. Non cerchiamo vie di fuga, nel passato o nel futuro, come siamo talvolta soliti fare quando siamo presi dalle fatiche di tutti i giorni.
Quando poi si torna a casa, complice l’allentamento dello stress, si può disporre di un maggiore carico di energia, positività, risorse per affrontare al meglio i propri ruoli personali e professionali che la vita di ogni giorno comporta per ciascuno di noi. Il complesso della salute, fisica e psichica, non può se non beneficiarne.
6. Incrementa la creatività
Stimolare la mente con novità, imprevisti, inconsuetudini, può contribuire a sollecitare la creatività e il pensiero laterale. La creatività è correlata con la neuroplasticità: quando si impara qualcosa di nuovo si formano nuove connessioni cerebrali e si riorganizza il patrimonio di conoscenze precedenti. Il cervello in questo modo resta sempre giovane perché si rinnova di continuo.
Cambiare ambiente stimola il cervello, lo rende sveglio, attivo, ricettivo, su tutti i fronti, neurologico, psicologico, emotivo, cognitivo. Quando si viaggia non è forse un caso che anche al proprio ritorno anche il proprio rendimento professionale può aumentare considerevolmente in quantità e qualità, con note creative anche molto accentuate.
Viaggiare per stare bene con sé e con gli altri
In conclusione: il viaggio è una esperienza globale che influisce su mente, corpo, spirito. Le sue ripercussioni si possono riflettere a diversi livelli della nostra persona, possono renderci diversi, più in salute, creativi, produttivi sul lavoro, con migliori relazioni affettive e sociali. Possono aprirci a nuove modalità di vita e aprire le porte a dei cambiamenti anche radicali per le nostre persone e per le nostre esistenze, private e professionali.
Viaggiare è una esperienza su cui può valere la pena investire, per certi versi, considerati i benefici che può arrecare alla salute, fisica e psichica, può essere un vero toccasana che, al pari di una terapia, può farci molto bene e in cui può valere la pena investire. Anche se non si dovrebbero avere aspettative irragionevoli o miracolose, quello che è quasi certo è che un viaggio ci cambia sempre e, magari, nella migliore delle ipotesi, può farlo in senso positivo e costruttivo.